Da Leonardo a Velàsquez, un viaggio che si tinge di giallo
I dieci quadri più misteriosi del mondo
Ragazza con l'orecchino di perla / Ragazza col turbante, Johannes Vermeer
Francesca Grego
17/04/2020
Ci sono quadri dove tutto sembra chiaro ma non lo è, e dipinti enigmatici per definizione. Tele celeberrime che non smettono di porre domande e opere che devono la fama ai segreti che nascondono. E poi storie rocambolesche, falsi che rasentano la perfezione, intrecci e personaggi oscuri, simbologie celate sotto strati di colore. Nell’arte come nella vita, un universo intero si apre per chi sceglie di guardare oltre le apparenze. Diciamolo, la curiosità è il sale della conoscenza, il più potente motore del cervello umano.
Ma quali sono i quadri più misteriosi del mondo? Ne abbiamo scelti dieci, saltando tra epoche, autori e una inesauribile varietà di enigmi.
Leonardo da Vinci, Ritratto di Lisa Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo, Detta Monna Lisa o La Gioconda, 1503 - 1519 ca., Olio su tavola di legno di pioppo, 77 x 53 cm, Parigi, Musée du Louvre
1 • La Gioconda di Leonardo da Vinci
Il sorriso ipnotico, quasi beffardo della Gioconda sembra sfidarci dalle dolci nebbie dello sfumato leonardesco. A rispondere al suo invito sono stati in molti e fiumi di inchiostro sono stati sparsi nel tentativo di penetrarne gli enigmi. A più di 500 anni dalla nascita del ritratto più famoso del mondo, il mistero è lungi dal diradarsi. Non c’è accordo sull’identità della donna rappresentata - Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco del Giocondo, altre illustri signore del Cinquecento o Leonardo stesso sotto mentite spoglie? - né sul messaggio celato nel volto. C’è chi ha rintracciato un codice segreto proprio tra le labbra della nobildonna, chi ha ipotizzato che Monna Lisa e la Gioconda siano in realtà le protagoniste di due quadri differenti, chi ha cercato la chiave nelle diverse copie sparse nel mondo. Atti vandalici, veri e propri rituali di idolatria e un furto clamoroso - nel 1911 si sospettò del poeta Guillaume Apollinaire e perfino Picasso fu sottoposto a interrogatorio - ne hanno alimentato la leggenda. Il mistero di Monna Lisa, insomma, è inscindibile da uno status di icona capace di catturare Banksy come Duchamp.
Hieronymus Bosch (circa 1450 - 1516), Il Giardino delle Delizie, 1500-1505, Olio su legno (quercia), 386 x 220 cm, Museo del Prado, Madrid
2 • Il Trittico del Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch
Animali immaginifici, demoni e chimere grottesche, paesaggi fantasy e scenari allucinati: sembrano scene da un film particolarmente riuscito, invece è un dipinto di fine Quattrocento. Il Giardino delle Delizie è un puzzle enorme e straripante di particolari diviso in tre pannelli, sul modello dei trittici in uso nelle chiese. Perché Bosch scelse questo formato per un’opera evidentemente di altro tenore? E che cosa raccontavano ai suoi contemporanei le sue incredibili visioni? Oltre i riferimenti all’Inferno e al Paradiso, un campo di simboli e possibili allegorie si distende a perdita d’occhio nell’opera del Maestro fiammingo.
Johannes Vermeer, La ragazza col turbante o La ragazza con l'orecchino di perla, 1665-1666, Olio su tela, L'Aia, Mauritshuis | Forse una qualsiasi modella, o forse la figlia dell'artista, come sostiene il giornalista Jean-Louis Vaudoyer
3 • La Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer
È un rompicapo anche per i più esperti l’identità della fanciulla dal turbante azzurro che appare inondata di luce nel più famoso quadro di Jan Vermeer . Fu la figlia del Maestro olandese, la sua amante o una modella dimenticata? Un libro, un film e un tour di mostre internazionali hanno portato la sua leggenda in giro per il mondo. Musa, sibilla, Monna Lisa olandese, la Ragazza col turbante continua ad interrogarci con i suoi occhi liquidi da una parete del Mauritshuis dell’Aja, portando l’attenzione su un prodigio altrettanto misterioso: la grandezza del genio di Vermeer.
Giorgione, Tempesta, 1502-1503, Tempera a uovo e olio di noce su tela, 83 x 73 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia
4 • La Tempesta di Giorgione
Poche opere sono oscure come questo capolavoro di Giorgione. A cinque secoli dalla sua esecuzione, la Tempesta è tutta un enigma. Chi è la donna nuda che allatta il bambino sotto un albero? Una Madonna, una zingara, un’Eva primigenia? E che rapporti ha con il giovane armato, unico altro inquilino del dipinto? Anche l’importanza assunta dal paesaggio è un unicum nel panorama del Rinascimento. Quale sarà il suo senso? E per chi sta per scatenarsi la tempesta? Storia, religione, alchimia sono state scomodate per risolvere il dilemma. In attesa di una risposta, non resta che gustarsi uno dei più bei dipinti di sempre.
Leggi anche:
Giorgione: il mondo dopo la Tempesta
L’opera, commissionata dal veneziano Gabriele Vendramin, è incentrata su due personaggi di cui non si comprende immediatamente la relazione. Il cielo, squarciato dal fulmine, preannuncia l’arrivo di una tempesta.
Diego Velázquez (1599 - 1660), Las Meninas, 1656-1657, Olio su tela, 318 x 276 cm, Madrid, Museo del Prado
5 • Las Meniñas di Diego Velásquez
è uno scherzo mirabile, una spettacolare mise-en-abyme quella che Velásquez ci propone. In Las Meniñas il grande pittore seicentesco rappresenta se stesso intento a realizzare un ritratto dei Reali di Spagna. Ma i punti di vista si ribaltano e il nostro sguardo arriva a coincidere con quello del re e della regina, che scorgiamo solo in fondo, nel riflesso di uno specchio. La scena appare infatti interamente occupata dagli spettatori del lavoro di Velàsquez, con l’Infanta Margarita circondata dalle damigelle, dal cane e dalla nana Mari-Barbola. Per la prima volta è il pubblico - che rappresenta tutti noi - a occupare il palco. “Dov’è il quadro?”, chiese stupito Theophile Gautier di fronte a una rappresentazione tanto originale.
6 • Salvator Mundi di Leonardo da Vinci
Era dal 1763 che si erano perse le tracce del Salvator Mundi di Leonardo, ma numerose copie ce ne ricordavano l’esistenza. Quale sarà quella giusta? Questione risolta, hanno pensato in molti nel 2017, quando un misterioso acquirente ha investito 450 milioni di dollari per aggiudicarselo in un’asta da Christie’s, spedendo poi il suo tesoro al Louvre di Abu Dhabi. Dopo tanto battage pubblicitario, il quadro non è mai stato esposto e resta circondato dal riserbo più assoluto. Un buco nell’acqua? Il genio di Vinci ci ha abituati ai misteri. Ma questo è davvero troppo.
Leonardo da Vinci, Salvator Mundi, 1490-1519 circa, Olio su tavola, 45.4 x 65.6 cm, Abu Dhabi, Collezione privata
7 • Il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck
Sembra una normale scena di famiglia, in realtà è un rebus che da decenni fa impazzire gli studiosi. L’espressione impenetrabile dell’uomo in nero e il riflesso dello specchio convesso presente sullo sfondo sembrano i segni di un presagio. E, sebbene il titolo del dipinto sembri parlar chiaro, nemmeno l’identità dei protagonisti è poi così pacifica. Per comprendere a fondo l’Affaire Arnolfini è necessario setacciare l’intero dipinto, collegando i suoi mille minuscoli dettagli in un insieme coerente. Dal cagnolino scuro in primo piano fino agli zoccoli lasciati sul pavimento con nonchalance solo apparente, tutto ha un significato ben preciso. Come in un romanzo poliziesco, lo scrittore Jean-Philippe Postel si è gettato sulle tracce del caso e ha messo insieme gli indizi nel libro Il mistero Arnolfini introdotto da Daniel Pennac.
Jan van Eyck (circa 1390 - 1441), Ritratto di Giovanni Arnolfini e sua moglie, 1434, Olio su pannello, 82 x 59.5 cm, Londra, National Gallery
8 • L’Isola dei Morti di Arnold Böcklin
Quando, nel 1936, questo quadro venne messo all’asta, a fare la sua offerta comparve Hitler in persona. In seguito l'Isola dei Morti avrebbe fatto da sfondo a importanti riunioni naziste e allo stesso suicidio del Fürher. Sono soltanto le storie più note cresciute intorno al dipinto di Böcklin: un paesaggio onirico che evoca credenze esoteriche e miti antichi sul passaggio delle anime nell’aldilà. Noto per aver provocato in più di uno spettatore la sindrome di Stendhal, il quadro affascinò personaggi molto diversi tra loro, da Gabriele D’Annunzio a Sigmund Freud.
Arnold Böcklin (1827 - 1901), L'Isola dei Morti, Prima versione, Maggio 1880, Olio su tela, 110.9 x 156.4 cm, Kunstmuseum Basel
9 • L’Incubo di Johann Heinrich Füssli
Una donna giace riversa nel buio, rapita da un sonno profondo. Un mostro punta il piede sul suo ventre. Sullo sfondo, da una tenda rossa come un sipario, si affaccia spettrale la testa di una cavalla, che con occhi accesi fissa lo spettatore. Stupore e curiosità accolsero il quadro di Füssli nel 1782, quando fu esposto per la prima volta alla Royal Academy di Londra. La pittura romantica muoveva i suoi primissimi passi e il contatto con il sublime era una cosa nuova per il pubblico dell’arte. Ma a due secoli e mezzo dal debutto, le atmosfere gotiche del quadro di Füssli non smettono di turbarci. I demoni della mitologia nordica sembrano pronti a saltare dall’incubo della fanciulla allo spazio oltre la tela, per mostrarci la potenza di una dimensione parallela che ci accompagna ogni notte.
10 • La Ronda di Notte di Rembrandt
Le ombre fanno pensare ad un dipinto in notturna, ma la luce diretta che delinea i vividi dettagli sembra collocarlo in pieno giorno. La Ronda di Notte è il quadro più oscuro e complesso che Rembrandt abbia mai dipinto. Dietro la marcia del capitano Frans Banning Cocq, sono in molti ad aver visto una costellazione di significati allegorici. Che cosa ci fa una bambina dai capelli biondi in mezzo all’esercito degli archibugieri? E perché reca attaccati alla cintola gli artigli di un pollo morto? La situazione si complica ulteriormente per via del calice che regge in mano, mentre accanto a lei un uomo indossa un copricapo di foglie di quercia. Hanno qualcosa a che fare con i 13 colpi inflitti alla tela da uno squilibrato nel 1975? Il regista Peter Greenaway ha identificato nell’opera almeno 50 misteri, da scoprire tutti nel film Nightwatching.
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606 - 1669), La ronda di notte, 1642, Olio su tela, 379.5 x 453.5 c, Amsterdam, Rijksmuseum
Ma quali sono i quadri più misteriosi del mondo? Ne abbiamo scelti dieci, saltando tra epoche, autori e una inesauribile varietà di enigmi.
Leonardo da Vinci, Ritratto di Lisa Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo, Detta Monna Lisa o La Gioconda, 1503 - 1519 ca., Olio su tavola di legno di pioppo, 77 x 53 cm, Parigi, Musée du Louvre
1 • La Gioconda di Leonardo da Vinci
Il sorriso ipnotico, quasi beffardo della Gioconda sembra sfidarci dalle dolci nebbie dello sfumato leonardesco. A rispondere al suo invito sono stati in molti e fiumi di inchiostro sono stati sparsi nel tentativo di penetrarne gli enigmi. A più di 500 anni dalla nascita del ritratto più famoso del mondo, il mistero è lungi dal diradarsi. Non c’è accordo sull’identità della donna rappresentata - Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco del Giocondo, altre illustri signore del Cinquecento o Leonardo stesso sotto mentite spoglie? - né sul messaggio celato nel volto. C’è chi ha rintracciato un codice segreto proprio tra le labbra della nobildonna, chi ha ipotizzato che Monna Lisa e la Gioconda siano in realtà le protagoniste di due quadri differenti, chi ha cercato la chiave nelle diverse copie sparse nel mondo. Atti vandalici, veri e propri rituali di idolatria e un furto clamoroso - nel 1911 si sospettò del poeta Guillaume Apollinaire e perfino Picasso fu sottoposto a interrogatorio - ne hanno alimentato la leggenda. Il mistero di Monna Lisa, insomma, è inscindibile da uno status di icona capace di catturare Banksy come Duchamp.
Hieronymus Bosch (circa 1450 - 1516), Il Giardino delle Delizie, 1500-1505, Olio su legno (quercia), 386 x 220 cm, Museo del Prado, Madrid
2 • Il Trittico del Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch
Animali immaginifici, demoni e chimere grottesche, paesaggi fantasy e scenari allucinati: sembrano scene da un film particolarmente riuscito, invece è un dipinto di fine Quattrocento. Il Giardino delle Delizie è un puzzle enorme e straripante di particolari diviso in tre pannelli, sul modello dei trittici in uso nelle chiese. Perché Bosch scelse questo formato per un’opera evidentemente di altro tenore? E che cosa raccontavano ai suoi contemporanei le sue incredibili visioni? Oltre i riferimenti all’Inferno e al Paradiso, un campo di simboli e possibili allegorie si distende a perdita d’occhio nell’opera del Maestro fiammingo.
Johannes Vermeer, La ragazza col turbante o La ragazza con l'orecchino di perla, 1665-1666, Olio su tela, L'Aia, Mauritshuis | Forse una qualsiasi modella, o forse la figlia dell'artista, come sostiene il giornalista Jean-Louis Vaudoyer
3 • La Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer
È un rompicapo anche per i più esperti l’identità della fanciulla dal turbante azzurro che appare inondata di luce nel più famoso quadro di Jan Vermeer . Fu la figlia del Maestro olandese, la sua amante o una modella dimenticata? Un libro, un film e un tour di mostre internazionali hanno portato la sua leggenda in giro per il mondo. Musa, sibilla, Monna Lisa olandese, la Ragazza col turbante continua ad interrogarci con i suoi occhi liquidi da una parete del Mauritshuis dell’Aja, portando l’attenzione su un prodigio altrettanto misterioso: la grandezza del genio di Vermeer.
Giorgione, Tempesta, 1502-1503, Tempera a uovo e olio di noce su tela, 83 x 73 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia
4 • La Tempesta di Giorgione
Poche opere sono oscure come questo capolavoro di Giorgione. A cinque secoli dalla sua esecuzione, la Tempesta è tutta un enigma. Chi è la donna nuda che allatta il bambino sotto un albero? Una Madonna, una zingara, un’Eva primigenia? E che rapporti ha con il giovane armato, unico altro inquilino del dipinto? Anche l’importanza assunta dal paesaggio è un unicum nel panorama del Rinascimento. Quale sarà il suo senso? E per chi sta per scatenarsi la tempesta? Storia, religione, alchimia sono state scomodate per risolvere il dilemma. In attesa di una risposta, non resta che gustarsi uno dei più bei dipinti di sempre.
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Giorgione: il mondo dopo la Tempesta
L’opera, commissionata dal veneziano Gabriele Vendramin, è incentrata su due personaggi di cui non si comprende immediatamente la relazione. Il cielo, squarciato dal fulmine, preannuncia l’arrivo di una tempesta.
Diego Velázquez (1599 - 1660), Las Meninas, 1656-1657, Olio su tela, 318 x 276 cm, Madrid, Museo del Prado
5 • Las Meniñas di Diego Velásquez
è uno scherzo mirabile, una spettacolare mise-en-abyme quella che Velásquez ci propone. In Las Meniñas il grande pittore seicentesco rappresenta se stesso intento a realizzare un ritratto dei Reali di Spagna. Ma i punti di vista si ribaltano e il nostro sguardo arriva a coincidere con quello del re e della regina, che scorgiamo solo in fondo, nel riflesso di uno specchio. La scena appare infatti interamente occupata dagli spettatori del lavoro di Velàsquez, con l’Infanta Margarita circondata dalle damigelle, dal cane e dalla nana Mari-Barbola. Per la prima volta è il pubblico - che rappresenta tutti noi - a occupare il palco. “Dov’è il quadro?”, chiese stupito Theophile Gautier di fronte a una rappresentazione tanto originale.
6 • Salvator Mundi di Leonardo da Vinci
Era dal 1763 che si erano perse le tracce del Salvator Mundi di Leonardo, ma numerose copie ce ne ricordavano l’esistenza. Quale sarà quella giusta? Questione risolta, hanno pensato in molti nel 2017, quando un misterioso acquirente ha investito 450 milioni di dollari per aggiudicarselo in un’asta da Christie’s, spedendo poi il suo tesoro al Louvre di Abu Dhabi. Dopo tanto battage pubblicitario, il quadro non è mai stato esposto e resta circondato dal riserbo più assoluto. Un buco nell’acqua? Il genio di Vinci ci ha abituati ai misteri. Ma questo è davvero troppo.
Leonardo da Vinci, Salvator Mundi, 1490-1519 circa, Olio su tavola, 45.4 x 65.6 cm, Abu Dhabi, Collezione privata
7 • Il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck
Sembra una normale scena di famiglia, in realtà è un rebus che da decenni fa impazzire gli studiosi. L’espressione impenetrabile dell’uomo in nero e il riflesso dello specchio convesso presente sullo sfondo sembrano i segni di un presagio. E, sebbene il titolo del dipinto sembri parlar chiaro, nemmeno l’identità dei protagonisti è poi così pacifica. Per comprendere a fondo l’Affaire Arnolfini è necessario setacciare l’intero dipinto, collegando i suoi mille minuscoli dettagli in un insieme coerente. Dal cagnolino scuro in primo piano fino agli zoccoli lasciati sul pavimento con nonchalance solo apparente, tutto ha un significato ben preciso. Come in un romanzo poliziesco, lo scrittore Jean-Philippe Postel si è gettato sulle tracce del caso e ha messo insieme gli indizi nel libro Il mistero Arnolfini introdotto da Daniel Pennac.
Jan van Eyck (circa 1390 - 1441), Ritratto di Giovanni Arnolfini e sua moglie, 1434, Olio su pannello, 82 x 59.5 cm, Londra, National Gallery
8 • L’Isola dei Morti di Arnold Böcklin
Quando, nel 1936, questo quadro venne messo all’asta, a fare la sua offerta comparve Hitler in persona. In seguito l'Isola dei Morti avrebbe fatto da sfondo a importanti riunioni naziste e allo stesso suicidio del Fürher. Sono soltanto le storie più note cresciute intorno al dipinto di Böcklin: un paesaggio onirico che evoca credenze esoteriche e miti antichi sul passaggio delle anime nell’aldilà. Noto per aver provocato in più di uno spettatore la sindrome di Stendhal, il quadro affascinò personaggi molto diversi tra loro, da Gabriele D’Annunzio a Sigmund Freud.
Arnold Böcklin (1827 - 1901), L'Isola dei Morti, Prima versione, Maggio 1880, Olio su tela, 110.9 x 156.4 cm, Kunstmuseum Basel
9 • L’Incubo di Johann Heinrich Füssli
Una donna giace riversa nel buio, rapita da un sonno profondo. Un mostro punta il piede sul suo ventre. Sullo sfondo, da una tenda rossa come un sipario, si affaccia spettrale la testa di una cavalla, che con occhi accesi fissa lo spettatore. Stupore e curiosità accolsero il quadro di Füssli nel 1782, quando fu esposto per la prima volta alla Royal Academy di Londra. La pittura romantica muoveva i suoi primissimi passi e il contatto con il sublime era una cosa nuova per il pubblico dell’arte. Ma a due secoli e mezzo dal debutto, le atmosfere gotiche del quadro di Füssli non smettono di turbarci. I demoni della mitologia nordica sembrano pronti a saltare dall’incubo della fanciulla allo spazio oltre la tela, per mostrarci la potenza di una dimensione parallela che ci accompagna ogni notte.
10 • La Ronda di Notte di Rembrandt
Le ombre fanno pensare ad un dipinto in notturna, ma la luce diretta che delinea i vividi dettagli sembra collocarlo in pieno giorno. La Ronda di Notte è il quadro più oscuro e complesso che Rembrandt abbia mai dipinto. Dietro la marcia del capitano Frans Banning Cocq, sono in molti ad aver visto una costellazione di significati allegorici. Che cosa ci fa una bambina dai capelli biondi in mezzo all’esercito degli archibugieri? E perché reca attaccati alla cintola gli artigli di un pollo morto? La situazione si complica ulteriormente per via del calice che regge in mano, mentre accanto a lei un uomo indossa un copricapo di foglie di quercia. Hanno qualcosa a che fare con i 13 colpi inflitti alla tela da uno squilibrato nel 1975? Il regista Peter Greenaway ha identificato nell’opera almeno 50 misteri, da scoprire tutti nel film Nightwatching.
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606 - 1669), La ronda di notte, 1642, Olio su tela, 379.5 x 453.5 c, Amsterdam, Rijksmuseum
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