I musei e l'arte contemporanea
Interno di un grande edificio con persone
15/04/2002
Nella gestione del patrimonio artistico contemporaneo, l’Italia si colloca ancora in una posizione di ritardo. Qualcosa si sta muovendo? Stiamo facendo dei progressi rispetto all’Europa e agli Stati Uniti?
A.V. “L’Italia ha una serie di piccole realtà che vengono misconosciute, si dice che in Italia non esistono musei di Arte Contemporanea, quando invece ne esiste una rete impressionante spesso con dei buoni propositi e delle buone volontà, purtroppo manca l’unificazione di questi sforzi in unico network che effettivamente oggi potrebbe trovare la sua espressione migliore in una rete telematica.
Un critico d’arte qualsiasi in visita in Italia rimane disorientato, perché non ha un sito internet dove vi siano raccolte le realtà museali, se il suo compito è quello di contattare i dieci migliori artisti italiani, è costretto a spulciare dieci archivi probabilmente senza successo, quindi la realtà italiana è molto ricca anche se non sa comunicare la propria esistenza . Per quanto riguarda i grandi musei la situazione italiana è molto arretrata, sfortunatamente anche negli sforzi che sta facendo.
Nel ’67 si è inaugurato il Pompidou di Parigi, prototipo del museo con architettura forte, quindi di richiamo proprio a partire dall’architettura, che ospita quantità di pubblico immensi soprattutto per motivi “panoramici”, per andare a prendere il caffè all’ultimo piano. Questo modello, in maniera diversa, è stato reinterpretato dal Guggenheim piuttosto che da mille altri esempi come Tate Modern.
Da pochi mesi è stato inaugurato il Palais de Tokio a Parigi, progetto che che si colloca un passo avanti rispetto a tutte le altre realtà museali: non sono stati spesi soldi in architettura, la ristrutturazione è stata estremamente rapida e indolore. Si è deciso di partire dalla “non-architettura”; il palazzo all’esterno è monumentale e rappresenta una bel edifico del novecento; all’interno però è una specie di scatola vuota che viene riempita di giorno in giorno da eventi feste cose che vanno dall’opera d’arte di alto livello fino alla manifestazione per la giovane generazione. A Parigi hanno capito che l’architettura da sola non basta più e che bisogna abbassare la soglia generazionale e che per far questo, per esempio, bisogna tener aperto il museo fino a mezzanotte E l’Italia cosa sta facendo? Sta cercando disperatamente di fare un Pompidou adesso a circa trent’anni distanza e poi chissà se si riuscirà a realizzare un progetto analogo.
C’è questo meraviglioso progetto di Zaha Adid che sarebbe anche una delle prime architetture fatte costruire in Italia esclusivamente per l’arte contemporanea; per quanto bella sia l’architettura in termini di progetto museale non rappresenta niente di innovativo, è una ripetizione di quanto è già stato realizzato in tante parti del mondo. Infine gli Stati Uniti non sono proprio il fiore all’occhiello, direi che i musei europei sono notevolmente più avanzati di quelli americani, certo non di tutti , si sta parlando di colossi; probabilmente però il Guggenheim di New York è ampiamente superato dal Guggenheim di Bilbao che guarda caso è in Europa”.
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