In Our World
In Our World.
11/04/2008
Dal 20 aprile alla Galleria Civica di Modena la mostra In Our World. New Photograpy in Britain, a cura di Filippo Maggia.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena la rassegna collettiva è stata realizzata in collaborazione con il Royal College of Art di Londra e presenta le ricerche di 18 artisti che nel corso dell'ultimo decennio hanno frequentato il Master di Fotografia presso la prestigiosa istituzione inglese, che sembra avere preso il posto di altre (Goldsmiths University, Saint Martin College ecc.) come luogo per eccellenza della formazione in Europa riguardo alla fotografia e all'arte visiva in genere.
Gli artisti presenti in mostra arrivano da varie parti del mondo, proprio per l'eccellenza della scuola, e sono stati selezionati dal curatore che per questo progetto ha ricevuto dall'RCA una visiting fellowship come ricercatore per un anno. Si tratta di: Becky Beasley (1975, Gran Bretagna), Bianca Brunner (1974, Chur, Svizzera), Lisa Castagner (1975, Irlanda del Nord), Simon Cunningham Annabel Elgar (1971, Aldershot, Gran Bretagna), Anne Hardy (1970, Londra), Lucy Levene (1978, Londra), Gareth McConnell (1972, Irlanda del Nord), Brígida Mendes (1977, Tomar, Portogallo), Suzanne Mooney (1976, Irlanda), Melissa Moore (1978, Nottingham), Harold Offeh (1977, Accra, Ghana), Kirk Palmer (1971, Northampton, Gran Bretagna), Sarah Pickering (1972, Durham City, Gran Bretagna), Sophy Rickett (1970, Londra), Esther Teichmann (1980, Karlsruhe, Germania), Heiko Tiemann (1968, Bad Oeynhausen, Germania), Danny Treacy (1975, Manchester).
In mostra fotografie, video e film: una pluralità di mezzi espressivi e un numero di opere sufficiente a far comprendere il singolo percorso di ogni artista. Molti di loro hanno già esposto in gallerie inglesi ed internazionali: a Londra Maureen Paley, National Portrait Gallery, Whitechapel e Tate Modern, fra le altre; in Europa, solo per citarne alcune, la Fundação Calouste Gulbenkian di Lisbona, Musée de l'Elisée di Losanna, Fotomuseum Winterthur, Centre Pompidou, Parigi; in Italia, Nepente Gallery di Milano, Galleria Alberto Peola di Torino e Biennale di Venezia.
In Our World offre una visione attuale ed estremamente contemporanea della ricerca fotografica in Inghilterra. La presenza di autori provenienti da diverse nazioni (Germania, Portogallo, Stati Uniti, Svizzera, Irlanda ecc.) ma da tempo residenti a Londra, conferma il ruolo primario oggi rappresentato nell'arte contemporanea dalla capitale del Regno Unito e, in particolare, dal Royal College of Art, divenuto, come si diceva, un nuovo punto di riferimento.
Anche se non si può definire con precisione una corrente o una tendenza dominante che caratterizzi il percorso espositivo, tutti gli autori presenti in mostra hanno in comune una forte condivisione con il mondo che li circonda.
Così appare infatti nel lavoro della Mooney, teso alla riconsiderazione del modus vivendi con cui siamo abituati a vedere il mondo; la Rickett sembra andare oltre, tentando di svelare ciò che non è immadiatamente visibile nel suo film Auditorium; si muove sul sottile limite fra il reale e l'immaginario la ricerca della Pickering; diviene una metamorfosi la figura umana che si plasma con lo spazio nel lavoro della Moore; figura umana che è in movimento e dialoga con se stessa e con lo spazio nel lavori di Cunningham; un dichiarato atto di non-conformismo sono invece le immagini di coppia della Levene; diventano un manifesto contro il glamour patinato e la falsa femminilità le immagini della Castagner.
Il luogo e la sua storia, la sua identità culturale e antropologica sono l'oggetto d'indagine esplorato da Palmer nei suoi delicati video; e ancora le origini e le radici culturali sono alla base del ragionamento su cui posa il lavoro della Mendes, in immagini costruite tra fiction e realtà; un modulo di osservazione e decodificazione del mondo è la fotografia per Tiemann, basato sull'esperienza e sull'attesa; mentre uno strumento per indurre la comunicazione fra culture diverse, sovente partecipando con i personaggi dei suoi video, sono le opere di Offeh; le immagini si fanno poema visivo nello slide show di McConnell, una lunga storia personale vissuta dall'interno; così come personalissimi e intimi sono i rapporti, o meglio i sentimenti, manifestati nelle fotografie della Teichmann.
Allucinanti, inquietanti sono le invenzioni che assumono sembianze umane create da Treacy; un mondo immaginario che muove pure la ricerca della Brunner dove sono gli oggetti a trasformarsi e cambiare forma; così come il rapporto fra gli oggetti e la loro rappresentazione fotografica sta alla base della ricerca della Beasley; simile riflessione sull'utilizzo della fotografia, ma come strumento creativo e induttivo di nuove percezioni, porta la Hardy a costruire ambienti ricchi di dettagli e particolari, dove l'uomo è assente; assenza che diventa vulnerabilità nei personaggi e nelle immagini della Elgar, dove i dettagli sono in realtà simboli che ci permettono di entrare nell'opera.
In Our World. New Photography in Britain
20 aprile – 13 luglio 2008
Galleria Civica di Modena
Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari da martedì a domenica 10.30 – 13.00 | 16.00 – 19.30
chiuso il lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni Galleria Civica, Corso Canalgrande 103, 41100 Modena
Tel. +39 059 2032911/2032940 – Fax +39 059 2032932
www.comune.modena.it/galleria
Catalogo Skira, Milano
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena la rassegna collettiva è stata realizzata in collaborazione con il Royal College of Art di Londra e presenta le ricerche di 18 artisti che nel corso dell'ultimo decennio hanno frequentato il Master di Fotografia presso la prestigiosa istituzione inglese, che sembra avere preso il posto di altre (Goldsmiths University, Saint Martin College ecc.) come luogo per eccellenza della formazione in Europa riguardo alla fotografia e all'arte visiva in genere.
Gli artisti presenti in mostra arrivano da varie parti del mondo, proprio per l'eccellenza della scuola, e sono stati selezionati dal curatore che per questo progetto ha ricevuto dall'RCA una visiting fellowship come ricercatore per un anno. Si tratta di: Becky Beasley (1975, Gran Bretagna), Bianca Brunner (1974, Chur, Svizzera), Lisa Castagner (1975, Irlanda del Nord), Simon Cunningham Annabel Elgar (1971, Aldershot, Gran Bretagna), Anne Hardy (1970, Londra), Lucy Levene (1978, Londra), Gareth McConnell (1972, Irlanda del Nord), Brígida Mendes (1977, Tomar, Portogallo), Suzanne Mooney (1976, Irlanda), Melissa Moore (1978, Nottingham), Harold Offeh (1977, Accra, Ghana), Kirk Palmer (1971, Northampton, Gran Bretagna), Sarah Pickering (1972, Durham City, Gran Bretagna), Sophy Rickett (1970, Londra), Esther Teichmann (1980, Karlsruhe, Germania), Heiko Tiemann (1968, Bad Oeynhausen, Germania), Danny Treacy (1975, Manchester).
In mostra fotografie, video e film: una pluralità di mezzi espressivi e un numero di opere sufficiente a far comprendere il singolo percorso di ogni artista. Molti di loro hanno già esposto in gallerie inglesi ed internazionali: a Londra Maureen Paley, National Portrait Gallery, Whitechapel e Tate Modern, fra le altre; in Europa, solo per citarne alcune, la Fundação Calouste Gulbenkian di Lisbona, Musée de l'Elisée di Losanna, Fotomuseum Winterthur, Centre Pompidou, Parigi; in Italia, Nepente Gallery di Milano, Galleria Alberto Peola di Torino e Biennale di Venezia.
In Our World offre una visione attuale ed estremamente contemporanea della ricerca fotografica in Inghilterra. La presenza di autori provenienti da diverse nazioni (Germania, Portogallo, Stati Uniti, Svizzera, Irlanda ecc.) ma da tempo residenti a Londra, conferma il ruolo primario oggi rappresentato nell'arte contemporanea dalla capitale del Regno Unito e, in particolare, dal Royal College of Art, divenuto, come si diceva, un nuovo punto di riferimento.
Anche se non si può definire con precisione una corrente o una tendenza dominante che caratterizzi il percorso espositivo, tutti gli autori presenti in mostra hanno in comune una forte condivisione con il mondo che li circonda.
Così appare infatti nel lavoro della Mooney, teso alla riconsiderazione del modus vivendi con cui siamo abituati a vedere il mondo; la Rickett sembra andare oltre, tentando di svelare ciò che non è immadiatamente visibile nel suo film Auditorium; si muove sul sottile limite fra il reale e l'immaginario la ricerca della Pickering; diviene una metamorfosi la figura umana che si plasma con lo spazio nel lavoro della Moore; figura umana che è in movimento e dialoga con se stessa e con lo spazio nel lavori di Cunningham; un dichiarato atto di non-conformismo sono invece le immagini di coppia della Levene; diventano un manifesto contro il glamour patinato e la falsa femminilità le immagini della Castagner.
Il luogo e la sua storia, la sua identità culturale e antropologica sono l'oggetto d'indagine esplorato da Palmer nei suoi delicati video; e ancora le origini e le radici culturali sono alla base del ragionamento su cui posa il lavoro della Mendes, in immagini costruite tra fiction e realtà; un modulo di osservazione e decodificazione del mondo è la fotografia per Tiemann, basato sull'esperienza e sull'attesa; mentre uno strumento per indurre la comunicazione fra culture diverse, sovente partecipando con i personaggi dei suoi video, sono le opere di Offeh; le immagini si fanno poema visivo nello slide show di McConnell, una lunga storia personale vissuta dall'interno; così come personalissimi e intimi sono i rapporti, o meglio i sentimenti, manifestati nelle fotografie della Teichmann.
Allucinanti, inquietanti sono le invenzioni che assumono sembianze umane create da Treacy; un mondo immaginario che muove pure la ricerca della Brunner dove sono gli oggetti a trasformarsi e cambiare forma; così come il rapporto fra gli oggetti e la loro rappresentazione fotografica sta alla base della ricerca della Beasley; simile riflessione sull'utilizzo della fotografia, ma come strumento creativo e induttivo di nuove percezioni, porta la Hardy a costruire ambienti ricchi di dettagli e particolari, dove l'uomo è assente; assenza che diventa vulnerabilità nei personaggi e nelle immagini della Elgar, dove i dettagli sono in realtà simboli che ci permettono di entrare nell'opera.
In Our World. New Photography in Britain
20 aprile – 13 luglio 2008
Galleria Civica di Modena
Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari da martedì a domenica 10.30 – 13.00 | 16.00 – 19.30
chiuso il lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni Galleria Civica, Corso Canalgrande 103, 41100 Modena
Tel. +39 059 2032911/2032940 – Fax +39 059 2032932
www.comune.modena.it/galleria
Catalogo Skira, Milano
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Aosta | Un maestro del contemporaneo tra le montagne della Valle d’Aosta
Questa è pittura: Emilio Vedova al Forte di Bard
-
Roma | A Roma dal 26 novembre al 30 marzo
Tiziano, Lotto, Crivelli, Guercino. Ai Musei capitolini arrivano i capolavori della Pinacoteca di Ancona
-
Mondo | Dal 5 dicembre 2024 al 9 marzo 2025
La National Gallery celebra il genio di Parmigianino
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Ferrara | In mostra a Ferrara dal 22 marzo 2025
Mucha e Boldini, una strana coppia in arrivo a Palazzo dei Diamanti
-
Roma | Dal 10 dicembre a Palazzo della Minerva
Tra Cimabue e Perugino. Il Senato rende omaggio a San Francesco