ITINERARIO ETRUSCO A VENEZIA
courtesy of Palazzo Grassi |
Etruschi
22/11/2000
La mostra di Palazzo Grassi offre al visitatore non solo reperti ma anche ricostruzioni di ambienti. Ed è proprio all'inizio del percorso che si incontra la ricostruzione più suggestiva di tutta l'esposizione. La corte del settecentesco palazzo veneziano è stata infatti trasformata in un simposio etrusco. E così, grazie a sapienti giochi di luci, si ha l'impressione di venire catapultati indietro di 26 secoli. Al tempo degli Etruschi.
L'accesso alle sale espositive avviene, come di consueto, lungo la doppia scalinata del palazzo. La scala della storia, dove, per ogni gradino che si sale, c'è un grande reperto da vedere appeso alla parete. Una sorta di galleria che srotola davanti agli occhi del visitatore alcune delle massime espressioni artistiche del popolo etrusco. Da lì in poi, tutto lo spazio espositivo è stato organizzato, sovrapponendo ad un rigido ordine cronologico, una griglia tematica.
Nella prima parte della mostra sono esposti i reperti che testimoniano la fase di formazione della civiltà etrusca. Corredi funerari che evidenziano l'iniziale egualitarismo sociale che impregnava il popolo. Alcuni reperti bronzei che testimoniano il dirompente inizio dell'industria del metallo. Un'intera sala è poi dedicata ad un'urna cineraria a capanna, proveniente dal museo di Villa Giulia di Roma, che riprende e descrive accuratamente la struttura delle abitazioni dell'Etruria. Sul tetto è addirittura visibile l'apertura per lasciare uscire il fumo dal camino.
Nelle sale successive è evidenziata la fase del massimo sviluppo e della potenza etrusca. Le sale del primo piano nobiliare, che si affacciano sul Canal Grande, compongono il mosaico di commercio, pirateria, traffici e navigazione sul quale si basava un'economia che coinvolse e toccò quasi tutte le coste del mediterraneo: bronzetti sardi, scarabei egizi, vasi greci e la grande biga proveniente da Ischia di Castro.
Nella sala successiva è invece illustrato l'aspetto guerriero della società etrusca. Sono esposte molte armature, elmetti, spade. La sezione è impreziosita dalla ricostruzione della Tomba del carro di bronzo, per la prima volta presentata al pubblico com'era, secondo gli studi più avanzati, all'epoca della deposizione del defunto.
Grande rilevanza viene poi data alla vita quotidiana al tempo degli Etruschi: il ruolo della donna nella società, il culto degli antenati, l'auspicio e l'aruspicina. Di rilievo, in questa ultima parte della prima sezione, un interessante modellino portatile di fegato di pecora proveniente dal museo civico di Piacenza.Si passa al secondo piano, dove comincia la grande sezione della mostra dedicata alla fase dell'ellenizzazione del popolo etrusco, il periodo, precedente alla loro decadenza, in cui la civiltà italica assorbì i tratti peculiari della cultura greca.
E' tutto un crescendo, composto da sale in cui i giochi cromatici di vasi e suppellettili raccontano la trasformazione della religione, della scrittura, del gusto artistico e dell'artigianato. Le sale che seguono sono dedicate agli aspetti simbolici del potere politico, alle decorazioni e all'architettura dei templi. Alla nuova società etrusca, quella del IV secolo a.c., è dedicata la grande sala del secondo piano, dove spiccano gli imponenti sarcofagi ed una collezione di terrecotte provenienti da Orvieto.
L'ultima parte della mostra è dedicata al periodo del declino degli Etruschi fino alla conquista romana del 396 a.c.. Interessanti gli affreschi della tomba di Vulci, gli specchi, e tutte le forme di espressione figurativa dalle sculture alle terrecotte che testimoniano il processo di assorbimento e di integrazione della civiltà etrusca in quella romana. L'ultima opera esposta è appunto la statua dell'Arringatore. L'emblema della fine di un'epoca, del passaggio compiuto tra una civiltà ed un'altra.
Ma la vera conclusione della mostra è affidata ad un filmato di 8 minuti che trasporta il visitatore nell'Etruria, in quelle valli e in quelle colline a cavallo tra Toscana, Umbria ed alto Lazio dove vissero gli Etruschi. Interessante la conclusione della pellicola, che racconta l'allestimento della mostra da dietro le quinte: grandi casse che arrivano sul Canal Grande, gli involucri che vengono sfasciati, i reperti che vengono posizionati nelle sale, la scelta delle luci. Un modo per fare vedere ai visitatori in che modo e con quale perizia, viene allestita una grande mostra.
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