Tra ottobre 2020 e marzo 2021 un ricco palinsesto dedicato all'eredità dell'Urbinate

La Lombardia omaggia Raffaello e i suoi "custodi"

Felice Schiavoni, Raffaello che ritrae la Fornarina, 1834, olio su tavola, 52.8 x 69.8 cm, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo

 

Samantha De Martin

16/09/2020

Due mostre, due cataloghi e un programma in divenire di respiro regionale, destinato a tessere, tra Milano e Brescia, un itinerario dedicato all’eredità di Raffaello e a coloro che, nelle città lombarde, sono stati i lungimiranti custodi del suo mito universale.
A conclusione dell’anno che celebra il cinquecentenario della morte dell’Urbinate - che per la verità non ebbe in vita specifiche relazioni con il territorio lombardo - inaugura tra Brescia e Milano, per poi allargarsi ad altri centri della Lombardia, un ricco calendario di appuntamenti in varie tappe, che, tra ottobre 2020 e marzo 2021, celebrano l’artista attraverso l’eredità di alcune autorevoli figure lombarde.
Le iniziative sono il frutto di un concerto di istituzioni - dalla Fondazione Brescia Musei al Castello Sforzesco, dall’Ateneo di Brescia all’Accademia Carrara di Bergamo, dalle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio all’Accademia di Belle Arti di Brera - destinato ad accogliere nuove adesioni.


Giovanni Carnovali, detto il Piccio, Redentore, 1829, matita su carta bianca, Brescia, Musei Civici, Gabinetto Disegni e Stampe

Tra gli eventi di punta si inseriscono due mostre fortemente incentrate sulla valorizzazione dei patrimoni bresciani e milanesi, che indagano la figura di Raffaello attraverso due protagonisti illuminati della stagione culturale ottocentesca lombarda: Paolo Tosio e Giuseppe Bossi.

A Brescia, il Museo di Santa Giulia ospiterà, dal 2 al 10 gennaio 2021, la mostra Raffaello. L'invenzione del divino pittore, a cura di Roberta D'Adda, una collezione di stampe d’après Raffaello, realizzate in Italia e in Europa dall’inizio del Cinquecento alla metà dell’Ottocento, insieme a una scelta di dipinti e oggetti d'arte.
Come anticipa la curatrice, la mostra abbraccia un periodo che, dal Cinquecento, si allunga fino a metà Ottocento, intrecciando il racconto della produzione incisoria con quello del collezionismo bresciano.

Un “tuffo” tra le incisioni. Ecco perché la mostra di Brescia piacerà a un pubblico ampio
“I visitatori - spiega D’Anna - lasceranno la mostra innamorati dell’incisione. Per avvicinare i linguaggi alla contemporaneità proporremo anche un experience show multimediale e immersivo realizzato per avvicinare il linguaggio dell’incisione alla sensibilità contemporanea. Il pubblico potrà così navigare tra incisioni animate da effetti 3D che permettono di vedere nel dettaglio la finezza dell’esecuzione tecnica. Inoltre, attorno alla mostra, ruoterà un palinsesto di eventi di animazione: da un racconto animato in tre puntate intorno al mito di Raffaello alla proiezione, presso il cinema Anteo, di Raffaello - Il giovane prodigio, fino a una serie di attività per adulti e ragazzi, che reneranno più comprensibile la mostra.
La visita si completa con un itinerario in città tra la Pinacoteca Tosio Martinengo, che custodisce due opere di Raffaello (il Redentore e l’Angelo) e l’Ateneo di Brescia - Accademia di Scienze Lettere e Arti, che presenta una serie di stampe raffaellesche di grande formato realizzate da Giovanni Ottaviani e Giovanni Volpato.

Dall’Italia ai Balcani
Lasciata Brescia, la mostra Raffaello. L'invenzione del divino pittore uscirà dall’Italia per un tour nei Balcani, toccando, in ordine, Zagabria, Tirana e Sarajevo.

Cosa c’è di nuovo in mostra?
Che rapporto ebbe Raffaello con l’incisione? Sono molti gli incisori che, secondo la tradizione stabilita da Vasari, furono coinvolti dall’Urbinate nell’attività della sua bottega con il compito di tramandare la memoria e garantire la diffusione delle sue invenzioni.
In mostra a Brescia vedremo stampe di Giorgio Ghisi, Carlo Maratta, Orazio Borgianni, Nicolas Dorigny.

Perché a Brescia una mostra dedicata all’eredità di Raffaello?
Nell’Ottocento Brescia, grazie all’operato di Paolo Tosio e del suo circolo di conoscitori e artisti, divenne un nodo importante nella rete di relazioni che determinarono un rinnovamento romantico del mito di Raffaello. L’acquisto, nel 1821, del Redentore trasformò Palazzo Tosio in un polo d’attrazione, come prova un disegno giovanile del Piccio, un’impegnativa copia pittorica della Scuola di Atene realizzata da Giuseppe Bezzuoli.

Al Castello Sforzesco Raffaello  e il suo "custode" Giuseppe Bossi
Il secondo appuntamento avrà invece luogo a Milano, nelle sale del Castello Sforzesco, dal 27 novembre al 7 marzo 2021, con la mostra Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco di Milano, a cura di Claudio Salsi con la collaborazione di Alessia Alberti, Giovanna Mori e Francesca Tasso.


Francesco Xanto Avelli, Piatto con L'allegoria della Fama perduta di Roma, 1531 circa, maiolica, Milano, Castello Sforzesco, Museo delle Arti Decorative e Stampe

A partire da un prezioso nucleo di 30 opere, la mostra consente di approfondire un particolare aspetto della fortuna di Raffaello a Milano tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. La fama dell’Urbinate passa infatti attraverso l’arte, il gusto collezionistico e gli scritti di Giuseppe Bossi, collezionista e disegnatore appassionato di Raffaello, che ci ha tramandato disegni, incisioni e maioliche rinascimentali tratte da invenzioni dell'Urbinate. Il percorso si snoda tra una selezione di disegni realizzati da Bossi e ispirati alle opere di Raffaello, nei quali ricorrono putti e amorini.


Giuseppe Bossi, Danza di putti, inizio XIX secolo, tempera e olio su carta, Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni

Un’occasione per scoprire il patrimonio del Castello Sforzesco

La mostra dedicata al dialogo tra Giuseppe Bossi e Raffaello offre al pubblico anche la possibilità di scoprire il patrimonio storico artistico del Castello Sforzesco attraverso le sue ricche collezioni, accanto alla celebre Pietà Rondanini di Michelangelo e alla Sala delle Asse di Leonardo.

Karadjov: “Un palinsesto lungo cinque mesi, aperto a ulteriori collaborazioni”
“Sei mesi fa - spiega Stefano Karadjov, co-curatore insieme a Claudio Salsi del progetto Raffaello. Custodi del mito in Lombardia e direttore di Fondazione Brescia Musei - in un momento in cui sembrava che le iniziative culturali fossero destinate a subire un fermo molto più lungo di quello che effettivamente si è verificato, abbiamo deciso di allargare questo progetto. Un progetto che, da un’iniziativa espositiva, ha teso a essere un racconto dell’ordito di questa regione dove il ricordo di Raffaello è particolarmente vivo. Abbiamo così creato un palinsesto aperto a nuove collaborazioni”.

All’Accademia Carrara di Bergamo Raffaello e Giulio Paolini per la prima volta a confronto
Il ricco programma di iniziative lombarde prosegue a Bergamo, dove, da ottobre a gennaio, all’Accedemia Carrara saranno esposti, per la prima volta insieme, il San Sebastiano di Raffaello e lo Studio per Estasi di San Sebastiano di Giulio Paolini.


Raffaello, San Sebastiano, 1501–1502 c., Accademia Carrara, Bergamo | Courtesy: Fondazione Accademia Carrara, Bergamo

Al Museo Diotti in mostra i cartoni tratti dalla Iustitia e della Comitas

Dal 24 ottobre, invece, il Museo Diotti di Casalmaggiore, a Cremona, accoglie una mostra dedicata ai cartoni preparatori tratti dalla Iustitia e della Comitas, le due allegorie attribuite alla mano Raffaello, che adornano la sala di Costantino ai Musei Vaticani.
I due grandi disegni, donati nel 1846 al comune di Casalmaggiore, sono stati realizzati dal pittore Luigi Quarenghi.

I Musei Civici di Pavia intorno alla Strage degli Innocenti
Da novembre a febbraio i Musei Civici di Pavia chiuderanno l'anno delle celebrazioni raffaellesche con una serie di iniziative dedicate alla lastra di rame raffigurante la Strage degli Innocenti di Marcantonio Raimondi, fresca di restauro.

A Busto Arsizio un "inedito" Giuseppe Bossi 
Il dialogo tra Giuseppe Bossi e Raffaello prosegue a Busto Arsizio, città natale del grande mecenate, grazie a una mostra che, dal 28 novembre al 7 marzo, raccoglierà dipinti e disegni di impronta raffaellesca, oltre a oggetti di Bossi mai esposti al pubblico.

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