Dal 25 marzo al 13 luglio
Velazquez, el pintor de los pintores al Gran Palais

L'infanta Margherita in azzurro, Diego Velazquez
Ludovica Sanfelice
25/03/2015
Inaugura al Gran Palais di Parigi la prima retrospettiva francese dedicata a Diego Velazquez (1599-1660), maestro dell’età dell’oro spagnola di cui non si parlava in termini tanto approfonditi da 25 anni, quando una rassegna monografica altrettanto importante aveva fatto tappa al Metropolitan di New York e al Prado di Madrid.
Velazquez, pietra miliare della storia dell’arte europea, "pittore dei pittori" secondo il giudizio di Manet, viene qui celebrato attraverso l’esposizione di cento dipinti, prestiti prestigiosi faticosamente radunati che consentiranno di stabilire un dialogo tra l’opera del genio di Siviglia, che dominerà il percorso della mostra con 57 opere, e le tele dei numerosi artisti che Velazquez incontrò ed ammirò (soprattutto in Italia), rimanendone influenzato.
Nelle ambizioni della rassegna che raduna una parte davvero consistente del corpus di opere di Velazquez (che sono un centinaio in totale) c’è infatti quella di ripercorrere ogni fase della carriera dell’artista dagli esordi fino alla morte e oltre, attraverso il lavoro dei velazqueños, ovvero i suoi eredi, tra i quali spicca Juan Bautista del Mazo.
Particolare accento sarà posto sull’evoluzione dello stile e la variazione dei soggetti nel cruciale passaggio dal naturalismo al caravaggismo. Immutabile, invece, la capacità di rappresentare con la medesima abilità paesaggi, ritratti e scene storiche.
Tra i capolavori presenti, che saranno esibiti a fianco di nuove attribuzioni, alcune delle quali inedite, faranno bella mostra Fucina di Vulcano, Tunica di San Giuseppe, Venere e Cupido e il ritratto di Papa Innocenzo X, oltre all'Infanta Margherita in azzurro che richiama il pubblico sul manifesto.
Velazquez, pietra miliare della storia dell’arte europea, "pittore dei pittori" secondo il giudizio di Manet, viene qui celebrato attraverso l’esposizione di cento dipinti, prestiti prestigiosi faticosamente radunati che consentiranno di stabilire un dialogo tra l’opera del genio di Siviglia, che dominerà il percorso della mostra con 57 opere, e le tele dei numerosi artisti che Velazquez incontrò ed ammirò (soprattutto in Italia), rimanendone influenzato.
Nelle ambizioni della rassegna che raduna una parte davvero consistente del corpus di opere di Velazquez (che sono un centinaio in totale) c’è infatti quella di ripercorrere ogni fase della carriera dell’artista dagli esordi fino alla morte e oltre, attraverso il lavoro dei velazqueños, ovvero i suoi eredi, tra i quali spicca Juan Bautista del Mazo.
Particolare accento sarà posto sull’evoluzione dello stile e la variazione dei soggetti nel cruciale passaggio dal naturalismo al caravaggismo. Immutabile, invece, la capacità di rappresentare con la medesima abilità paesaggi, ritratti e scene storiche.
Tra i capolavori presenti, che saranno esibiti a fianco di nuove attribuzioni, alcune delle quali inedite, faranno bella mostra Fucina di Vulcano, Tunica di San Giuseppe, Venere e Cupido e il ritratto di Papa Innocenzo X, oltre all'Infanta Margherita in azzurro che richiama il pubblico sul manifesto.
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