Alla Pinacoteca di Brera l'arte invade il tavolo da gioco
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I tarocchi Bembo, Pinacoteca di Brera, Milano
20/02/2013
Milano - Nel 1999 una fortunata esposizione mostrò al pubblico per la prima volta 48 preziose carte da gioco realizzate tra il 1442 e il 1444 per il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, dalla bottega cremonese di Bonifacio Bembo. Le carte erano state acquistate quasi trent'anni prima dallo Stato per la Pinacoteca di Brera, anche attraverso l’interessamento dell’Associazione Amici di Brera e dei Musei milanesi.
Ora, a distanza di anni, sarà possibile di nuovo ammirare questi piccoli grandi capolavori grazie alla mostra intitolata "I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane", curata da Sandrina Bandera e Marco Tanzi. Un'opportunità rara, data la fragilità dei materiali che compongono le opere (cartoncino pressato, rivestito di un sottile strato di gesso, con foglia d’oro o d’argento e coloritura a tempera), per approfondire la conoscenza della produzione artistica dell'affascinante periodo che vide il passaggio dalla cultura del gotico cortese a quella del Rinascimento, periodo che, tra Emilia e Lombardia, ebbe tra i protagonisti proprio i fratelli Bembo, Bonifacio, Ambrogio e Benedetto, attivi per circa quattro decenni alla corte milanese e nelle principali corti padane.
Insieme ai tarocchi conservati a Brera, per far luce sul lavoro della bottega dei Bembo, in esposizione ci saranno anche i tarocchi conservati all'Accademia Carrara di Bergamo, insieme a codici disegnati e miniati, tavolette da soffitto e dipinti su tavola, come la rara Ascensione di Cristo, di collezione privata, che in quest'occasione sarà presentata per la prima volta al pubblico.
Nicoletta Speltra
Ora, a distanza di anni, sarà possibile di nuovo ammirare questi piccoli grandi capolavori grazie alla mostra intitolata "I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane", curata da Sandrina Bandera e Marco Tanzi. Un'opportunità rara, data la fragilità dei materiali che compongono le opere (cartoncino pressato, rivestito di un sottile strato di gesso, con foglia d’oro o d’argento e coloritura a tempera), per approfondire la conoscenza della produzione artistica dell'affascinante periodo che vide il passaggio dalla cultura del gotico cortese a quella del Rinascimento, periodo che, tra Emilia e Lombardia, ebbe tra i protagonisti proprio i fratelli Bembo, Bonifacio, Ambrogio e Benedetto, attivi per circa quattro decenni alla corte milanese e nelle principali corti padane.
Insieme ai tarocchi conservati a Brera, per far luce sul lavoro della bottega dei Bembo, in esposizione ci saranno anche i tarocchi conservati all'Accademia Carrara di Bergamo, insieme a codici disegnati e miniati, tavolette da soffitto e dipinti su tavola, come la rara Ascensione di Cristo, di collezione privata, che in quest'occasione sarà presentata per la prima volta al pubblico.
Nicoletta Speltra
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