A Milano fino al 7 Gennaio

La Cina che cambia. Foto in mostra

Yang Yong, Senza titolo, 2004, Stampa fotografica ultra giclée su alluminio
 

Eleonora Zamparutti

01/12/2016

Milano - Cambiamento è la parola ricorrente nella Cina degli ultimi 100 anni. Dopo l’avvento della Repubblica Popolare Cinese che ha spazzato via il grande impero e la radicale rivoluzione culturale patrocinata da Mao Tse-tung negli anni Sessanta, oggi una nuova ondata di trasformazione epocale sta travolgendo il paese del Dragone nell’era della globalizzazione.
 
L’esposizione “Chinascape: from Rural to Urban” ospitata a Milano presso lo Spazio Borgogno fino al 7 Gennaio, ideata e organizzata dal CAEG – China Arts and Entertainment Group - in collaborazione con l’IGAV, l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive di Torino, mette in mostra il vissuto di 16 artisti che si misurano con l’inarrestabile evoluzione di un mondo che ha imboccato il cambiamento sociale, economico, culturale e paesaggistico come strada verso il futuro. Niente di più appropriato del mezzo fotografico per immortalare l’istantanea di un presente in fieri, soggetto al cambiamento repentino, inesorabile e ubiquo che attraversa le arterie del grande paese.
 FOTO 
“E’ una mostra che racconta il nuovo millennio cinese e riflette i mutamenti in corso negli ultimi 20 anni nel gigante dell’Estremo Oriente” afferma Alessandro Demma, curatore dell’IGAV, la fondazione che da anni sostiene lo scambio culturale tra Italia e Cina.
 
“Chinascape” offre al visitatore una carrellata di oltre 40 fotografie realizzate da artisti di generazioni e sensibilità diverse, in grado di offrire una vetrina di visibilità sul linguaggio fotografico attuale, dal più tradizionale al più innovativo. “In questa fase di passaggio dalla società rurale a quella urbanizzata, si pone urgente il tema di tutelare e conservare la memoria del presente e del recente passato della Cina” afferma Wang Zhijun, addetto dell'ufficio culturale dell'Ambasciata cinese in Italia. “In questo senso dall’Italia abbiamo molto da imparare”.
 
“La mostra di Milano è un’estrapolazione di una serie di opere già esposte in Cina nel 2012 durante un’esposizione che ha avuto un enorme successo” afferma Li Rui, vice-direttore del secondo Dipartimento internazionaledel CAEG, l’ente di stato cinese preposto allo sviluppo delle arti e dello spettacolo. “Ogni artista esprime il proprio modo di vivere il presente. Ad esempio l’immagine di Liu Ren è una rappresentazione del concetto di amore. Ben diverso il lavoro di Yang Yongliang che riflette la problematica del rapido sviluppo urbano”.
 
Gli ultimi scampoli delle tradizioni rurali destinate a scomparire per sempre, i simboli del passato che sopravvivono nell’incessante avanzare del nuovo, i repentini processi di urbanizzazione testimoniati dalla costruzione di enormi grattacieli, l’esplosione di megalopoli apocalittiche: paura, bellezza, nostalgia, futuro sono alcune delle parole chiave che emergono dalle immagini di  artisti già affermati come Liu Bolin, e altri come Jia Youguang, Yao Lu, Wang Chuan.
 
“Siamo molto soddisfatti di questa mostra fotografica” afferma Rosalba Garuzzo, presidente dell’IGAV. “Da anni collaboriamo con il CAEG per favorire l’interscambio tra gli artisti italiani e quelli cinesi. Il recentemente accordo quadriennale che l’IGAV ha stretto con il CAEG va proprio in questa direzione. Il prossimo appuntamento riguarderà lo scambio culturale a livello di atelier d’artista”.  

Vedi anche:
• Chinascape: from Rural to Urban
• FOTO: Caleidoscopio cinese: fotogrammi di un cambiamento epocale
• Guida d'arte di Milano


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