A Palazzo Cicogna dal 22 novembre al 31 gennaio

Oro: sette secoli di magia in mostra a Milano

Paolo Londero, La gallina dalle uova d'oro, Papier machè
 

Francesca Grego

19/11/2019

Milano - “Noi altri dipintori habbiamo da parlar con le mani”, diceva quasi cinque secoli fa Annibale Carracci. E alla manualità dell'artista è legata la tradizione della foglia d'oro in pittura, diffusissima nel Medioevo e mai del tutto abbandonata. Per esplorare questa pratica preziosa, connessa al contempo con la materia e con il divino, nasce la mostra Oro, 1320 – 2020. Dai maestri del Trecento al Contemporaneo, in scena a Palazzo Cicogna dal 22 novembre al 31 gennaio.

Sfruttando le conoscenze maturate in decenni di attività nel settore, il curatore e gallerista milanese Matteo Salamon accompagna il pubblico alla scoperta dell'evoluzione nell'uso e nel significato del re dei metalli, dalla tradizione giottesca al Gotico internazionale, fino alle ricerche dei grandi artisti italiani degli ultimi cinquant'anni. Come Lucio Fontana, rappresentato in mostra da un Concetto spaziale in oro del 1960, che si ritrova al fianco di maestri medievali come Giovanni e Taddeo Gaddi e il Maestro dell'Incoronazione di Oxford, o dei ricercati pittori quattrocenteschi Mariotto di Nardo, Ventura di Moro, Giovanni Antonio da Pesaro.

Il percorso di Palazzo Cicogna narra la storia della foglia d'oro nelle arti figurative evidenziandone continuità, fratture e trasformazioni. Tra le prime rientrano certamente le tecniche antiche, illustrate da Cennino Cennini nel Quattrocento e ancora alla base del lavoro di autori contemporanei come Paolo Londero, artista eclettico che non a caso si è formato come restauratore.
Ciò che davvero cambia, oltre allo stile, è il significato legato all'oro: un tempo attributo di una sfera trascendente e lontana, abitata esclusivamente dalla divinità, oggi il metallo prezioso non è più relegato nel regno dell'arte sacra perché, come scrive l'artista Maurizio Bottoni, “tutto ciò che è creato è divino”, anche la Zolla d'erba che il grande disegnatore porta in mostra a Milano.
Dell'universo semantico originario resta il potere simbolico, oggi protagonista di rimandi, contrappunti e ironie. Come nella Gallina dalle uova d'oro di Londero, o nella sua Verza, solo apparentemente prosaica, dove il gioco tra i diversi materiali (oro e lacche colorate) tradisce uno humour denso di richiami filosofici. E se i bagliori dorati attorno alle rose del cimitero di Volpedo sono un omaggio al realismo di Giuseppe Pellizza, la tavola di sapore surrealista Oggi riposo di Bottoni scherza con il tema della Vanitas accostando con gusto antico e moderno.



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