Intervista a Theodora Vischer, chief curator presso la Fondation Beyeler
Close-Up: 150 anni di ritratti al femminile in arrivo a Basilea
Berthe Morisot, Jeune femme au divan, 1885, Olio su tela, 61 x 50.2 cm, Tate, Londra I Foto: © Tate
Francesca Grego
16/07/2021
Mondo - Berthe Morisot, Mary Cassatt, Frida Kahlo, Marlene Dumas, Cindy Sherman: per la prima volta le signore del moderno e del contemporaneo si incontrano alla Fondation Beyeler di Basilea, in una mostra che promette scintille. Dal 21 settembre 2021 Close-Up presenterà ritratti e autoritratti di nove grandi artiste attive dagli anni Settanta dell’Ottocento ai nostri giorni per indagare il loro sguardo su se stesse e sul mondo. Un progetto tutto al femminile, dunque, che riporta alla ribalta l’altra metà del firmamento dell’arte evidenziando continuità e trasformazioni nell’arco di 150 anni, in viaggio tra Parigi e New York, tra la Germania, il Sudafrica e il Messico.
Come è cambiato l’approccio delle donne all’arte dall’Impressionismo al XXI secolo? Come mai dopo un lunghissimo silenzio un numero sempre crescente di artiste si è affacciato sulla scena? Su che basi dialogano attraverso il tempo? Lo abbiamo chiesto a Theodora Vischer, chief curator presso la fondazione svizzera che conserva una delle più belle collezioni di arte moderna e contemporanea d'Europa.
“La mostra mette insieme narrazioni diverse”, spiega la curatrice di Close-Up: “Da un lato è interessante guardare agli anni intorno al 1870, l’alba di quello che chiamiamo Arte Moderna, perché è proprio all’inizio di questo periodo che in Europa e in America le donne fanno le prime significative incursioni nel mondo dell’arte come professioniste. D’altro canto questo è anche un momento in cui il genere del ritratto attraversa un profondo cambiamento, in contemporanea con la rivalutazione del concetto di individuo. È stato molto intrigante dare spazio a queste riflessioni soffermandoci su nove artiste di valore indiscusso e presentandole per la prima volta una accanto all’altra”.
Frida Kahlo, Autoritratto in abito di velluto, 1926. Olio su tela, 79,7 x 60 cm. Collezione privata I © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México DF / 2021, ProLitteris, Zurigo I Foto © akg-images / Erich Lessing
Le protagoniste di Close-Up appartengono a epoche diverse e hanno vissuto e lavorato in svariati paesi del mondo. Che cosa unisce le loro opere, al di là del fatto di essere state realizzate da donne?
“Il fatto che le artiste della mostra siano donne è significativo fino a un certo punto. Quello che è importante è che ognuna di loro ha un’opera forte ed eccezionale da mostrare. Per inciso, sarebbe stato concepibile includere anche artisti uomini, ma focalizzare l’attenzione sulle donne era più eccitante.
Osservando le opere della mostra, molte connessioni balzano all’occhio in maniera immediata. Se guardiamo alle biografie delle artiste, inoltre, notiamo che tutte hanno vissuto o vivono in contesti metropolitani - Parigi, Berlino, New York, Amsterdam, Città del Messico. Tutte hanno cercato la propria strada, nell’arte come nella vita. Fino a non molto tempo fa, questo era reso particolarmente difficile, per esempio, dalla mancanza di modelli, perché le donne che fanno arte con successo non esistevano nella percezione del pubblico. Nonostante questo, le artiste che andiamo a presentare sono riuscite a conquistare fama, stima e ammirazione”.
Che cosa può dirci un ritratto a proposito della persona che lo ha creato?
“Può dirci moltissimo o nulla. Se guardi le tue fotografie o ti scatti un selfie, capisci immediatamente quello che voglio dire. Close-Up riunisce artiste che hanno dipinto principalmente ritratti e quadri figurativi. Qui un ritratto può rivelare come un’artista è vista dagli altri, come vorrebbe essere vista o come vede se stessa. Nel corso di 150 anni lo sguardo è cambiato di pari passo con la società”.
Marlene Dumas, Denti, 2018. Olio su tela, 40 x 30 cm. Collezione privata, Madrid I © Marlene Dumas. Courtesy l'artista e David Zwirner I Foto Kerry McFate
Per molto tempo le donne sono rimaste ai margini del mercato e della storia dell’arte. Tra le artiste in mostra, ce n’è una che meriterebbe di essere conosciuta meglio dal pubblico?
“Credo che questo sia vero per tutte le artiste. Volendo fare un esempio penso ad Alice Neel, che recentemente a New York ha avuto la prima retrospettiva in un museo dopo la sua morte”.
Quali sono i capolavori da tenere d’occhio nell’itinerario di Close-Up?
“La mostra si compone di nove mini-esposizioni per un totale di circa 100 opere. Ci sono moltissimi capolavori e dipinti straordinari. Potrei citare l’autoritratto di Frida Kahlo del 1926, in cui l’artista diciannovenne si dipinge con un abito di velluto rosso, seducente e bellissima. Realizza questo quadro per il fidanzato lontano, perché lui non la dimentichi. Oppure Teeth di Marlene Dumas del 2018: il suo viso tagliato da una stretta inquadratura sembra scagliarsi contro lo spettatore, è irritante e allo stesso tempo immensamente affascinante”.
CLOSE-UP Berthe Morisot, Mary Cassatt, Paula Modersohn-Becker, Lotte Laserstein, Frida Kahlo, Alice Neel, Marlene Dumas, Cindy Sherman, Elizabeth Peyton sarà visitabile a Basilea presso la Fondation Beyeler dal 21 settembre 2021 al 2 gennaio 2022.
Leggi anche:
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• FOTO: La stagione dell'arte in Svizzera
Come è cambiato l’approccio delle donne all’arte dall’Impressionismo al XXI secolo? Come mai dopo un lunghissimo silenzio un numero sempre crescente di artiste si è affacciato sulla scena? Su che basi dialogano attraverso il tempo? Lo abbiamo chiesto a Theodora Vischer, chief curator presso la fondazione svizzera che conserva una delle più belle collezioni di arte moderna e contemporanea d'Europa.
“La mostra mette insieme narrazioni diverse”, spiega la curatrice di Close-Up: “Da un lato è interessante guardare agli anni intorno al 1870, l’alba di quello che chiamiamo Arte Moderna, perché è proprio all’inizio di questo periodo che in Europa e in America le donne fanno le prime significative incursioni nel mondo dell’arte come professioniste. D’altro canto questo è anche un momento in cui il genere del ritratto attraversa un profondo cambiamento, in contemporanea con la rivalutazione del concetto di individuo. È stato molto intrigante dare spazio a queste riflessioni soffermandoci su nove artiste di valore indiscusso e presentandole per la prima volta una accanto all’altra”.
Frida Kahlo, Autoritratto in abito di velluto, 1926. Olio su tela, 79,7 x 60 cm. Collezione privata I © Banco de México Diego Rivera & Frida Kahlo Museums Trust, México DF / 2021, ProLitteris, Zurigo I Foto © akg-images / Erich Lessing
Le protagoniste di Close-Up appartengono a epoche diverse e hanno vissuto e lavorato in svariati paesi del mondo. Che cosa unisce le loro opere, al di là del fatto di essere state realizzate da donne?
“Il fatto che le artiste della mostra siano donne è significativo fino a un certo punto. Quello che è importante è che ognuna di loro ha un’opera forte ed eccezionale da mostrare. Per inciso, sarebbe stato concepibile includere anche artisti uomini, ma focalizzare l’attenzione sulle donne era più eccitante.
Osservando le opere della mostra, molte connessioni balzano all’occhio in maniera immediata. Se guardiamo alle biografie delle artiste, inoltre, notiamo che tutte hanno vissuto o vivono in contesti metropolitani - Parigi, Berlino, New York, Amsterdam, Città del Messico. Tutte hanno cercato la propria strada, nell’arte come nella vita. Fino a non molto tempo fa, questo era reso particolarmente difficile, per esempio, dalla mancanza di modelli, perché le donne che fanno arte con successo non esistevano nella percezione del pubblico. Nonostante questo, le artiste che andiamo a presentare sono riuscite a conquistare fama, stima e ammirazione”.
Che cosa può dirci un ritratto a proposito della persona che lo ha creato?
“Può dirci moltissimo o nulla. Se guardi le tue fotografie o ti scatti un selfie, capisci immediatamente quello che voglio dire. Close-Up riunisce artiste che hanno dipinto principalmente ritratti e quadri figurativi. Qui un ritratto può rivelare come un’artista è vista dagli altri, come vorrebbe essere vista o come vede se stessa. Nel corso di 150 anni lo sguardo è cambiato di pari passo con la società”.
Marlene Dumas, Denti, 2018. Olio su tela, 40 x 30 cm. Collezione privata, Madrid I © Marlene Dumas. Courtesy l'artista e David Zwirner I Foto Kerry McFate
Per molto tempo le donne sono rimaste ai margini del mercato e della storia dell’arte. Tra le artiste in mostra, ce n’è una che meriterebbe di essere conosciuta meglio dal pubblico?
“Credo che questo sia vero per tutte le artiste. Volendo fare un esempio penso ad Alice Neel, che recentemente a New York ha avuto la prima retrospettiva in un museo dopo la sua morte”.
Quali sono i capolavori da tenere d’occhio nell’itinerario di Close-Up?
“La mostra si compone di nove mini-esposizioni per un totale di circa 100 opere. Ci sono moltissimi capolavori e dipinti straordinari. Potrei citare l’autoritratto di Frida Kahlo del 1926, in cui l’artista diciannovenne si dipinge con un abito di velluto rosso, seducente e bellissima. Realizza questo quadro per il fidanzato lontano, perché lui non la dimentichi. Oppure Teeth di Marlene Dumas del 2018: il suo viso tagliato da una stretta inquadratura sembra scagliarsi contro lo spettatore, è irritante e allo stesso tempo immensamente affascinante”.
CLOSE-UP Berthe Morisot, Mary Cassatt, Paula Modersohn-Becker, Lotte Laserstein, Frida Kahlo, Alice Neel, Marlene Dumas, Cindy Sherman, Elizabeth Peyton sarà visitabile a Basilea presso la Fondation Beyeler dal 21 settembre 2021 al 2 gennaio 2022.
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