Il museo di Madrid mostra il suo Davide con la testa di Golia
Il Caravaggio del Prado ritrova l'antica luce grazie a un restauro
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Davide con la testa di Golia (dopo il restauro), 1600 circa, Olio su tela, 91.3 x 10.4 cm, Madrid, Museo Nacional del Prado / Davide con la testa di Golia (dopo il restauro) Caravaggio Olio su tela, 110,4 x 91,3 cm Circa 1600 Madrid, Museo Nazionale del Prado
Samantha De Martin
19/12/2023
Mondo - Oscurati da strati di sporco e vernice ossidata depositati nel tempo sui corpi del Filisteo e di un David poco più che bambino, i protagonisti della tela riemergono adesso più nitidi grazie a una pulitura che ha rivelato elementi mai visti.
Una rappresentazione di Davide e Golia, decisamente insolita rispetto alle tante altre trattazioni di questo episodio biblico, si fa largo nell’unica tela caravaggesca del Museo del Prado di Madrid, che adesso brilla di una nuova luce grazie a un restauro che consente di apprezzare meglio i chiaroscuri originali di Michelangelo Merisi. I personaggi dell'opera - una rilettura del mito in chiave astratta, in un'atmosfera quasi gioviale, bucolica - riemergono adesso più nitidi grazie a una pulitura che ha ripristinato i chiaroscuri originali rivelando particolari nascosti.
Con il sostegno della Fundación Iberdrola España, sponsor del Programma di Restauro del Museo del Prado, l’opera si potrà adesso ammirare nel nuovo allestimento delle Sale 7 e 7A, dopo l'intervento a cura di Almudena Sánchez, finalizzato a recuperare la gamma cromatica del capolavoro e gli originali contrasti.
Riflettografia con il particolare della testa di Golia, da Davide e Golia di Caravaggio | Courtesy Museo del Prado
Precedenti pulizie selettive si erano invece concentrate sulle parti più luminose di entrambe le figure, tralasciando invece lo sfondo della composizione e le zone in ombra. Risultato di questo intervento era stata la trasformazione graduale del chiaroscuro originale di Caravaggio in un violento contrasto di luce e buio, con la figura di David delineata su un piatto sfondo nero e la composizione ridotta a un unico piano. Il tono giallastro della vecchia vernice alterava i colori originali, snaturando totalmente la concezione dell’artista.
A sua volta, la perdita di trasparenza della vernice aveva sfumato i volumi eliminando gli elementi sullo sfondo e nelle zone d'ombra. In queste condizioni era possibile apprezzare solo parzialmente la scena raffigurata da Caravaggio. Analisi tecniche condotte attraverso la riflettografia infrarossa e la radiografia hanno rivelato inoltre importanti dettagli relativi al processo creativo dell’artista. Grazie all'ottimo stato del dipinto è possibile apprezzare le velature e i mezzi toni, strati sottili e fragili che forniscono ampie informazioni sulla straordinaria tecnica di Caravaggio.
Notevoli sono stati i cambiamenti nella composizione, come ad esempio nel sorprendente volto di Golia, con la sua espressione drammatica, gli occhi fissi e la bocca semiaperta in un gesto di orrore. Uno degli elementi di maggior impatto è il corpo del gigante, in particolare le natiche sul lato destro del dipinto e poi la gamba che si erge dietro David verso la parte superiore della tela, in un'immagine che mostra il corpo di Golia riverso a terra, colpito dalla fionda del giovane.
Il restauro ha anche ripristinato lo spazio che circonda la testa e il tronco del gigante così come il braccio che passa dietro la gamba di David ed esce con il pugno chiuso rivolto in avanti.
Particolare del piede di Davide e Golia di Caravaggio | Courtesy Museo del Prado
Un altro elemento del tutto inaspettato, ricomparso dopo la pulizia è la pallida luce che circonda la testa di David, una luce tagliata in diagonale da un’ombra scura che definisce la dimensione dello spazio di sfondo. Il processo di pulizia è riuscito anche a ripristinare i piani successivi della composizione e l’aria che circola attorno alla figura di David, prima impercettibile. Adesso il pubblico può meglio apprezzare la complessità del capolavoro e lo spazio ristretto nel quale l'artista ha collocato i due figure, uno spazio rettangolare che suggerisce l’idea di una profonda scatola.
L'analisi mediante radiografia ha anche individuato l'esistenza di due danni forse causati accidentalmente nel corso di restauri molto vecchi che hanno interessato la verniciatura originale, ripristinata attraverso la rimozione delle ridipinture. Quello più significativo si trova sulla manica della maglietta di David, l’altro sul ginocchio e nella spalla di Golia. Le perdite di pigmento in queste due aree sono state colmate attraverso una reintegrazione cromatica. Secondo la restauratrice Almudena Sánchez “Questo restauro rivela un nuovo Caravaggio, restituendoci un'immagine del dipinto precedentemente sconosciuta, l'immagine vera di questo grande capolavoro che dopo tanto tempo nell'ombra ha ritrovato la luce".
Particolare della testa di David prima del restauro | Courtesy Museo del Prado
Il David con la testa di Golia del Prado ha goduto di una fortuna critica altalenante, mentre persistono ancora notevoli dubbi riguardo alla sua provenienza. La storia documentaria del dipinto inizia realmente solo nel 1794, quando figura chiaramente nell'inventario del palazzo del Buen Retiro con il numero di riferimento “1118” visibile nell'angolo inferiore destro della tela: “Davide trionfa sul Filisteo, due e a un quarto di vara alta e una vara larga, Michelangelo Carabacho”. Nel 1951 Roberto Longhi annotava che vi erano “diverse buone copie seicentesche in varie collezioni a Madrid... di cui una nella collezione Medina-Daza”. La presenza di queste suggerisce che la tela del Prado dovesse essere stata dipinta in Spagna in una fase iniziale. Tuttavia non corrisponde alle descrizioni fornite negli inventari del XVII secolo. Nemmeno l'attribuzione della tela del Prado a Caravaggio è sempre stata unanime: accolta con riluttanza, l’accettazione della paternità del dipinto è stata ottenuta solo dopo il restauro del 1946-47, mentre Roberto Longhi lo riabilitò nel 1951.
Adesso tutta la poetica sostanza del quadro viene restituita al pubblico, con quel suo perfetto equilibrio “tra delicato idillio e dramma atroce”.
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Davide con la testa di Golia (dopo il restauro), 1600 circa, Olio su tela, 91.3 x 10.4 cm, Madrid, Museo Nacional del Prado / Davide con la testa di Golia (dopo il restauro) Caravaggio Olio su tela, 110,4 x 91,3 cm Circa 1600 Madrid, Museo Nazionale del Prado
Le pennellate ancora ferme e la fattura controllata, la tavolozza a base ocra, la rappresentazione del David con la tecnica del profilo perduto – che ricorda, ad esempio l'angelo che accompagna San Matteo nella cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi, a Roma, o Isacco nel dipinto degli Uffizi – suggeriscono che l'opera sia stata dipinta non più tardi della fine del secolo.
Una rappresentazione di Davide e Golia, decisamente insolita rispetto alle tante altre trattazioni di questo episodio biblico, si fa largo nell’unica tela caravaggesca del Museo del Prado di Madrid, che adesso brilla di una nuova luce grazie a un restauro che consente di apprezzare meglio i chiaroscuri originali di Michelangelo Merisi. I personaggi dell'opera - una rilettura del mito in chiave astratta, in un'atmosfera quasi gioviale, bucolica - riemergono adesso più nitidi grazie a una pulitura che ha ripristinato i chiaroscuri originali rivelando particolari nascosti.
Con il sostegno della Fundación Iberdrola España, sponsor del Programma di Restauro del Museo del Prado, l’opera si potrà adesso ammirare nel nuovo allestimento delle Sale 7 e 7A, dopo l'intervento a cura di Almudena Sánchez, finalizzato a recuperare la gamma cromatica del capolavoro e gli originali contrasti.
Riflettografia con il particolare della testa di Golia, da Davide e Golia di Caravaggio | Courtesy Museo del Prado
Precedenti pulizie selettive si erano invece concentrate sulle parti più luminose di entrambe le figure, tralasciando invece lo sfondo della composizione e le zone in ombra. Risultato di questo intervento era stata la trasformazione graduale del chiaroscuro originale di Caravaggio in un violento contrasto di luce e buio, con la figura di David delineata su un piatto sfondo nero e la composizione ridotta a un unico piano. Il tono giallastro della vecchia vernice alterava i colori originali, snaturando totalmente la concezione dell’artista.
A sua volta, la perdita di trasparenza della vernice aveva sfumato i volumi eliminando gli elementi sullo sfondo e nelle zone d'ombra. In queste condizioni era possibile apprezzare solo parzialmente la scena raffigurata da Caravaggio. Analisi tecniche condotte attraverso la riflettografia infrarossa e la radiografia hanno rivelato inoltre importanti dettagli relativi al processo creativo dell’artista. Grazie all'ottimo stato del dipinto è possibile apprezzare le velature e i mezzi toni, strati sottili e fragili che forniscono ampie informazioni sulla straordinaria tecnica di Caravaggio.
Notevoli sono stati i cambiamenti nella composizione, come ad esempio nel sorprendente volto di Golia, con la sua espressione drammatica, gli occhi fissi e la bocca semiaperta in un gesto di orrore. Uno degli elementi di maggior impatto è il corpo del gigante, in particolare le natiche sul lato destro del dipinto e poi la gamba che si erge dietro David verso la parte superiore della tela, in un'immagine che mostra il corpo di Golia riverso a terra, colpito dalla fionda del giovane.
Il restauro ha anche ripristinato lo spazio che circonda la testa e il tronco del gigante così come il braccio che passa dietro la gamba di David ed esce con il pugno chiuso rivolto in avanti.
Particolare del piede di Davide e Golia di Caravaggio | Courtesy Museo del Prado
Un altro elemento del tutto inaspettato, ricomparso dopo la pulizia è la pallida luce che circonda la testa di David, una luce tagliata in diagonale da un’ombra scura che definisce la dimensione dello spazio di sfondo. Il processo di pulizia è riuscito anche a ripristinare i piani successivi della composizione e l’aria che circola attorno alla figura di David, prima impercettibile. Adesso il pubblico può meglio apprezzare la complessità del capolavoro e lo spazio ristretto nel quale l'artista ha collocato i due figure, uno spazio rettangolare che suggerisce l’idea di una profonda scatola.
L'analisi mediante radiografia ha anche individuato l'esistenza di due danni forse causati accidentalmente nel corso di restauri molto vecchi che hanno interessato la verniciatura originale, ripristinata attraverso la rimozione delle ridipinture. Quello più significativo si trova sulla manica della maglietta di David, l’altro sul ginocchio e nella spalla di Golia. Le perdite di pigmento in queste due aree sono state colmate attraverso una reintegrazione cromatica. Secondo la restauratrice Almudena Sánchez “Questo restauro rivela un nuovo Caravaggio, restituendoci un'immagine del dipinto precedentemente sconosciuta, l'immagine vera di questo grande capolavoro che dopo tanto tempo nell'ombra ha ritrovato la luce".
Particolare della testa di David prima del restauro | Courtesy Museo del Prado
Il David con la testa di Golia del Prado ha goduto di una fortuna critica altalenante, mentre persistono ancora notevoli dubbi riguardo alla sua provenienza. La storia documentaria del dipinto inizia realmente solo nel 1794, quando figura chiaramente nell'inventario del palazzo del Buen Retiro con il numero di riferimento “1118” visibile nell'angolo inferiore destro della tela: “Davide trionfa sul Filisteo, due e a un quarto di vara alta e una vara larga, Michelangelo Carabacho”. Nel 1951 Roberto Longhi annotava che vi erano “diverse buone copie seicentesche in varie collezioni a Madrid... di cui una nella collezione Medina-Daza”. La presenza di queste suggerisce che la tela del Prado dovesse essere stata dipinta in Spagna in una fase iniziale. Tuttavia non corrisponde alle descrizioni fornite negli inventari del XVII secolo. Nemmeno l'attribuzione della tela del Prado a Caravaggio è sempre stata unanime: accolta con riluttanza, l’accettazione della paternità del dipinto è stata ottenuta solo dopo il restauro del 1946-47, mentre Roberto Longhi lo riabilitò nel 1951.
Adesso tutta la poetica sostanza del quadro viene restituita al pubblico, con quel suo perfetto equilibrio “tra delicato idillio e dramma atroce”.
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Davide con la testa di Golia (dopo il restauro), 1600 circa, Olio su tela, 91.3 x 10.4 cm, Madrid, Museo Nacional del Prado / Davide con la testa di Golia (dopo il restauro) Caravaggio Olio su tela, 110,4 x 91,3 cm Circa 1600 Madrid, Museo Nazionale del Prado
Le pennellate ancora ferme e la fattura controllata, la tavolozza a base ocra, la rappresentazione del David con la tecnica del profilo perduto – che ricorda, ad esempio l'angelo che accompagna San Matteo nella cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi, a Roma, o Isacco nel dipinto degli Uffizi – suggeriscono che l'opera sia stata dipinta non più tardi della fine del secolo.
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