Speciale "Animali Notturni"

Il perfezionista interrotto

Il regista di "Animali Notturni" Tom Ford sul set del film. Credit: Merrick Morton/Focus Features
 

Ludovica Sanfelice e Paolo Mastazza

12/11/2016

Mondo - “Questo film sono io. Sono Susan, una donna che abita un mondo di grandi privilegi, un mondo in cui il materialismo si suppone debba renderti felice. Susan combatte con il mondo in cui io vivo: il mondo degli assurdamente ricchi, la falsità e il vuoto che percepisco nella nostra cultura”. Il film è “Animali Notturni”, in uscita in sala in Italia dal 17 novembre.

Susan è Amy Adams, la protagonista di questa storia tracciata su un doppio filo narrativo, quello di una realtà quotidiana perfetta e impeccabile ma tormentata. E l’altra violenta e notturna, raccontata dall’altro protagonista, che vive nelle pagine di un romanzo, che è l’altro piano della storia, quello della violenza immaginaria del romanzo e di Tony, incarnato da Jake Gyllenhaal.
Tony è la mia nemesi – spiega Tom Ford - Sono cresciuto in Texas ed è un posto dove ci aspetta che gli uomini siano come lui, duri, forti e portino la pistola. Mentre io da piccolo ero quello tranquillo, sensibile che non ti aspetti abbia successo”
 
Nella sua acclamata opera prima, “A Single Man”, Tom Ford portava sul grande schermo, in qualità di sceneggiatore (il film era l’adattamento del romanzo “Un uomo solo” di Christopher Isherwood) e regista, la sofferenza di un professore inglese travolto dall’improvvisa perdita del compagno. Il suo nuovo film, “Animali notturni” parla di una donna privilegiata che scopre la propria verità, leggendo le pagine di un libro in cui un uomo deve resistere al sequestro e all’uccisione di moglie e figlia.

L’irruzione del caos nell’armonia è insomma il campo d’indagine con il quale Ford, abituato a controllare tutto in maniera maniacale, torna e ritorna a misurarsi costruendo ambienti chic, sontuosamente curati, in cui l’estetica e la ricerca ossessiva della bellezza riflettono la sua primordiale natura di imperatore dello stile e grande collezionista d’arte.
 
Thomas Carlyle Ford, nato a Austin in Texas, avviò il suo percorso verso la fama trasferendosi a New York per studiare cinema alla New York University.
 
“Da piccolo volevo diventare una star del grande schermo. Non un attore. Una star. Ma non ero in verità molto dotato”, si schernisce ricordando i propri esordi newyorkesi Ford.
 
Nella febbrile fucina della Grande Mela, il timido ma ambizioso studente trovò ragionevole lanciarsi nella folla dello Studio 54 per cercare ispirazioni e conoscere Andy Warhol. Folli scintille trasferite in fretta nei suoi schizzi prima di laurearsi, a sorpresa, in architettura.

Fu l'incontro con Marc Jacobs a segnare lo spartiacque che lo indirizzò verso l’affermazione internazionale, avvenuta poco più tardi in qualità di designer che reinventò Gucci negli anni Novanta. Con l’avvento del CEO François Pinault, l’avventura Gucci si concluse però bruscamente e Ford si trovò a giocare il ruolo di battitore libero.
 
Non fu facile. Umanamente, prima che professionalmente reinventarsi. Alcol, depressione, i suoi fantasmi.
Ma neanche un anno dopo era il fondatore di un brand con il proprio nome che oggi ha 120 punti vendita nel mondo e fattura 1 miliardo di dollari.

Un’impresa colossale degna del talento e dell’implacabile forza di volontà che Ford sfoggia sempre insieme a un fisico atletico, a uno smoking cucito addosso e a uno spirito innovatore. E se professionalmente i cambiamenti sono all'ordine del giorno, sul fronte privato prevale la stabilità di una relazione ormai trentennale con il compagno inglese Richard Buckley, con cui Ford ha costruito una famiglia.

E poi di nuovo una sorpresa, questa volta diretta ai critici cinematografici più inflessibili, in visibilio per il suo cinema autoriale.
 
“Il cinema è stata la mia prima ossessione” spiega Tom Ford. “La moda è temporanea per sua natura. Il cinema è un’arte e dura per sempre”

E l’industria dell’intrattenimento si è presto arresa alle lussuose seduzioni dell’ ex-enfant prodige della moda. Con “A Single Man” Tom Ford viene nominato agli Oscar. Con “Animali Notturni” riceve un Leone d’Argento - Gran Premio della Giuria della Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
 
Una consacrazione nel firmamento della settima arte per lui, ragazzino sensibile dal tocco magico, cresciuto tra i rozzi uomini veri del profondo sud americano su cui nessuno avrebbe scommesso un cent e oggi divenuto un'icona dello star system mondiale e un artista acclamato da quel mondo perfetto che lui narra con uno sguardo sempre più disincantato. 

Speciale Animali Notturni di ARTE.it

Tom Ford e l'arte di riflettere la nostra oscena nudità in "Animali Notturni"
La recensione non convenzionale di ARTE.it firmata da Daniele Bova
Sin dalle sequenze iniziali, il film si configura come una potente riflessione sull'arte e sulla vita.
In “Animali Notturni” Tom Ford riesce a non lasciarsi imbrigliare dal suo sguardo patinato, perfettamente funzionale alla rappresentazione dell'esangue mondo dell'alta borghesia della moda

Il perfezionista interrotto
Un ritratto di Tom Ford di Ludovica Sanfelice e Paolo Mastazza

“Questo film sono io. Sono Susan, una donna che abita un mondo di grandi privilegi, un mondo in cui il materialismo si suppone debba renderti felice. Susan combatte con il mondo in cui io vivo: il mondo degli assurdamente ricchi, la falsità e il vuoto che percepisco nella nostra cultura”.

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