Le ultime sorprese dagli scavi della Regio IX
Uno slogan elettorale e l'ultimo sacrificio prima dell'eruzione: ecco gli ultimi ritrovamenti a Pompei
Fotopiano della parete sud del larario, A. Marchello, G. Pippo
Samantha De Martin
29/09/2023
Napoli - L’ultimo sacrificio su un altare domestico, prima dell’eruzione, e uno insolito slogan elettorale tra le mura di una casa.
Sono gli ultimi ritrovamenti emersi dagli ultimi scavi nell’area centrale dell’antica Pompei, presso la Regio IX finalizzati a migliorare le condizioni di conservazione delle case e delle botteghe lungo via di Nola.
Al pari di noi moderni, anche nel mondo antico gli abitanti di Pompei erano abituati a leggere le scritte elettorali con i nomi dei candidati alle magistrature della città sulle facciate esterne degli edifici. Eppure un ritrovamento avvenuto nell’ambiente che ospitava il larario, l’altare domestico della casa, ha restituito una serie di iscrizioni elettorali, l’equivalente antico dei manifesti elettorali contemporanei. La loro presenza all’interno dell’abitazione, come spiegano gli autori del contributo pubblicato sull’ E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista scientifica on-line del Parco archeologico di Pompei, ha destato non poco stupore.
Particolare della parete affrescata nell’ambiente
Le scritte, insolite all’interno di un ambiente domestico, potrebbero trovare una spiegazione nella prassi di organizzare cene ed eventi all’interno delle case dei candidati e dei loro amici, al fine di promuovere la campagna elettorale. Le iscrizioni invitano a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile, un personaggio dell’ultima fase di vita di Pompei, già noto alla storia grazie ad altre iscrizioni e che, insieme a Giulio Polibio, proprietario di una splendida casa su via dell’Abbondanza, negli anni Settanta del I sec. d.C. raggiunse la carica di duumvir, la più alta della città.
La casa che ha restituito l’interessante slogan elettorale, attualmente oggetto di scavo - forse di proprietà di un sostenitore di Aulo Rustio, probabilmente un suo liberto o un amico - accoglie anche un panificio con un grande forno, nei cui pressi alcuni mesi fa furono trovate tre vittime dell'eruzione, due donne e un bambino uccisi dal crollo del solaio durante la prima fase eruttiva. La presenza del panificio è un elemento da non sottovalutare anche nell’ottica della campagna elettorale nell’antica Pompei, dove quello che oggi si chiama “voto di scambio” era all’ordine del giorno.
“Edili e fornai - spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa di latino presso l’Università Federico II a Napoli e co-autrice dello studio appena pubblicato - collaboravano ai limiti della legittimità e, plausibilmente come Giulio Polibio, A. Rustio Vero potrebbe aver capito fin da subito, quando ancora brigava per diventare edile e nel pieno della sua campagna elettorale, che (soprattutto) di pane vive l’elettore”. Questo potrebbe giustificare la presenza delle iniziali del candidato, A.R.V., su una macina di pietra vulcanica, appoggiata nell’atrio della casa, dove nel momento dell’eruzione erano in corso lavori di ristrutturazione. Aulo Rustio Vero verosimilmente finanziava direttamente l’attività del panificio con scopi economici e politici.
Particolare del Genius patrisfamilias con cornucopia e patera che compie libagioni presso un altare circolare
Sull’altare in muratura del grande Larario dipinto, abbellito da due serpenti in stucco, sono stati inoltre rinvenuti i resti di un’ultima offerta votiva, probabilmente avvenuta poco prima dell’eruzione. Grazie alle analisi archeobotaniche e archeozoologiche possiamo risalire agli elementi che caratterizzavano questa offerta e riconoscere diverse azioni del rito effettuato. L’offerta consisteva principalmente in fichi e datteri bruciati davanti all'altare attraverso noccioli di oliva ai quali era stata aggiunta la pigna con i pinoli, immancabile nei riti che caratterizzano soprattutto i larari. A chiusura del rito gli officianti avevano posto un uovo intero direttamente sull’altare in muratura del larario, poi coperto con una tegola. Tracce di precedenti offerte includono i frutti della vite, pesce e carne di mammiferi.
“Lo studio di questo contesto molto interessante è un’operazione esemplare per due motivi – dichiara il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – uno, è stata una collaborazione interdisciplinare tra Parco e Università che ha visto coinvolti archeologi, archeobotanici, archeozoologi, archeo epigrafisti, restauratori e architetti. Due, grazie all’E-journal degli scavi di Pompei, oggi possiamo condividere le nuove scoperte già durante lo scavo, quasi in diretta, secondo format e standard scientifici. Per quanto mi risulta, siamo il primo sito archeologico al mondo che pratica questa forma di trasparenza scientifica: siamo convinti che in questo, Pompei sarà un modello a livello internazionale per una nuova forma di accessibilità dei dati grazie alle opportunità che ci offrono le tecnologie digitali. Il futuro dell’archeologia è qui”.
Iscrizione tablino stipite-ovest
Sono gli ultimi ritrovamenti emersi dagli ultimi scavi nell’area centrale dell’antica Pompei, presso la Regio IX finalizzati a migliorare le condizioni di conservazione delle case e delle botteghe lungo via di Nola.
Al pari di noi moderni, anche nel mondo antico gli abitanti di Pompei erano abituati a leggere le scritte elettorali con i nomi dei candidati alle magistrature della città sulle facciate esterne degli edifici. Eppure un ritrovamento avvenuto nell’ambiente che ospitava il larario, l’altare domestico della casa, ha restituito una serie di iscrizioni elettorali, l’equivalente antico dei manifesti elettorali contemporanei. La loro presenza all’interno dell’abitazione, come spiegano gli autori del contributo pubblicato sull’ E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista scientifica on-line del Parco archeologico di Pompei, ha destato non poco stupore.
Particolare della parete affrescata nell’ambiente
Le scritte, insolite all’interno di un ambiente domestico, potrebbero trovare una spiegazione nella prassi di organizzare cene ed eventi all’interno delle case dei candidati e dei loro amici, al fine di promuovere la campagna elettorale. Le iscrizioni invitano a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile, un personaggio dell’ultima fase di vita di Pompei, già noto alla storia grazie ad altre iscrizioni e che, insieme a Giulio Polibio, proprietario di una splendida casa su via dell’Abbondanza, negli anni Settanta del I sec. d.C. raggiunse la carica di duumvir, la più alta della città.
La casa che ha restituito l’interessante slogan elettorale, attualmente oggetto di scavo - forse di proprietà di un sostenitore di Aulo Rustio, probabilmente un suo liberto o un amico - accoglie anche un panificio con un grande forno, nei cui pressi alcuni mesi fa furono trovate tre vittime dell'eruzione, due donne e un bambino uccisi dal crollo del solaio durante la prima fase eruttiva. La presenza del panificio è un elemento da non sottovalutare anche nell’ottica della campagna elettorale nell’antica Pompei, dove quello che oggi si chiama “voto di scambio” era all’ordine del giorno.
“Edili e fornai - spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa di latino presso l’Università Federico II a Napoli e co-autrice dello studio appena pubblicato - collaboravano ai limiti della legittimità e, plausibilmente come Giulio Polibio, A. Rustio Vero potrebbe aver capito fin da subito, quando ancora brigava per diventare edile e nel pieno della sua campagna elettorale, che (soprattutto) di pane vive l’elettore”. Questo potrebbe giustificare la presenza delle iniziali del candidato, A.R.V., su una macina di pietra vulcanica, appoggiata nell’atrio della casa, dove nel momento dell’eruzione erano in corso lavori di ristrutturazione. Aulo Rustio Vero verosimilmente finanziava direttamente l’attività del panificio con scopi economici e politici.
Particolare del Genius patrisfamilias con cornucopia e patera che compie libagioni presso un altare circolare
Sull’altare in muratura del grande Larario dipinto, abbellito da due serpenti in stucco, sono stati inoltre rinvenuti i resti di un’ultima offerta votiva, probabilmente avvenuta poco prima dell’eruzione. Grazie alle analisi archeobotaniche e archeozoologiche possiamo risalire agli elementi che caratterizzavano questa offerta e riconoscere diverse azioni del rito effettuato. L’offerta consisteva principalmente in fichi e datteri bruciati davanti all'altare attraverso noccioli di oliva ai quali era stata aggiunta la pigna con i pinoli, immancabile nei riti che caratterizzano soprattutto i larari. A chiusura del rito gli officianti avevano posto un uovo intero direttamente sull’altare in muratura del larario, poi coperto con una tegola. Tracce di precedenti offerte includono i frutti della vite, pesce e carne di mammiferi.
“Lo studio di questo contesto molto interessante è un’operazione esemplare per due motivi – dichiara il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – uno, è stata una collaborazione interdisciplinare tra Parco e Università che ha visto coinvolti archeologi, archeobotanici, archeozoologi, archeo epigrafisti, restauratori e architetti. Due, grazie all’E-journal degli scavi di Pompei, oggi possiamo condividere le nuove scoperte già durante lo scavo, quasi in diretta, secondo format e standard scientifici. Per quanto mi risulta, siamo il primo sito archeologico al mondo che pratica questa forma di trasparenza scientifica: siamo convinti che in questo, Pompei sarà un modello a livello internazionale per una nuova forma di accessibilità dei dati grazie alle opportunità che ci offrono le tecnologie digitali. Il futuro dell’archeologia è qui”.
Iscrizione tablino stipite-ovest
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