Dal 17 settembre al 4 febbraio a Palazzo Tarasconi
Keith Haring si racconta a Parma
Keith Haring. Radiant Vision, Installation views mostra, Villa Reale di Monza | Foto: © LaltroSCATTO - Patrizia Scolletta
Samantha De Martin
28/07/2023
Parma - Oltre cento lavori del più celebre artista pop degli anni Ottanta si accingono a varcare le sale di Palazzo Tarasconi a Parma. Dopo il tour americano, il successo alla Villa Reale di Monza e l’ultima tappa in Israele, Keith Haring torna in Italia con la mostra Radiant Vision, attesa dal 17 settembre al 4 febbraio.
Litografie, serigrafie, disegni su carta, manifesti provenienti da una collezione privata ripercorrono l'intero arco della breve e prolifica carriera del pittore e writer statunitense, passando in rassegna i diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, dai disegni in metropolitana alle esposizioni in alcune delle più famose gallerie di New York, ma anche il Pop Shop, il suo personale negozio per realizzare il suo obiettivo di un'arte per tutti.
Il percorso espositivo sarà un omaggio all’artista che ha riscritto le regole dell'arte contemporanea, spaziando dai dipinti ai poster, dalle sculture alla street art, esplorando il potenziale del suo "marchio" attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina. Sostenitore dei diritti civili, del benessere dei bambini e della consapevolezza dell'AIDS, il pittore morto a soli 32 anni ha trascorso l’intera carriera realizzando opere d'arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause.
Keith Haring. Radiant Vision, Installation views mostra, Villa Reale di Monza | Foto: © LaltroSCATTO - Patrizia Scolletta
Gli iconici "Radiant Baby", diventati simboli emblematici dell'epoca, dimostrano come Haring si sia servito con efficacia delle immagini per combattere a favore del cambiamento utilizzando l'arte come piattaforma per il suo attivismo. Attraversando le nove sezioni del percorso il visitatore seguirà l’evoluzione dei simboli, ai quali Haring si appassionò molto presto, in pittogrammi runici che diedero vita al suo lessico visivo.
Bambini, cani che abbaiano, uomini segnati, volti sorridenti, figure danzanti, televisori incandescenti accompagnano i visitatori verso gli esordi dell’artista nella città di New York, dove si trasferisce nel 1978 per studiare alla School of Visual Arts. Qui con opere come Untitled (Apartheid), dove una grande figura nera lotta per liberarsi dal cappio dell'oppressore bianco, Haring sostiene il movimento anti-apartheid. La Kalish Suite, un gruppo di undici incisioni, rappresenta invece lo sforzo congiunto di Haring e di Sean Kalish, un bambino delle elementari che frequentava il Pop Shop mostrando un precoce talento per i disegni dinamici e lineari simili a quelli dell’artista.
Keith Haring. Radiant Vision, Installation views mostra, Villa Reale di Monza | Foto: © LaltroSCATTO - Patrizia Scolletta
La mostra a Parma sarà anche l’occasione per ammirare Medusa Head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga oltre due metri e alta quasi un metro e mezzo. L'opera è frutto della collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen che, dopo aver conosciuto Haring a una cena, invitò l'artista a sperimentare la sua macchina da stampa appena installata. L'opera rivisita in chiave moderna il racconto greco di Medusa. Per Haring, che nel 1986 fu testimone degli effetti mortali dell'AIDS, il mostro mitico era un simbolo appropriato della terrificante malattia che avrebbe ucciso in non molto tempo se stesso e i suoi giovani amici.
La mostra Keith Haring. Radiant Vision, a cura di Katharine J Wright, si potrà visitare da mercoledì a domenica dalle 10 alle 19.30.
Leggi anche:
• Keith Haring in cento opere da scoprire a Monza
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Il percorso espositivo sarà un omaggio all’artista che ha riscritto le regole dell'arte contemporanea, spaziando dai dipinti ai poster, dalle sculture alla street art, esplorando il potenziale del suo "marchio" attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina. Sostenitore dei diritti civili, del benessere dei bambini e della consapevolezza dell'AIDS, il pittore morto a soli 32 anni ha trascorso l’intera carriera realizzando opere d'arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause.
Keith Haring. Radiant Vision, Installation views mostra, Villa Reale di Monza | Foto: © LaltroSCATTO - Patrizia Scolletta
Gli iconici "Radiant Baby", diventati simboli emblematici dell'epoca, dimostrano come Haring si sia servito con efficacia delle immagini per combattere a favore del cambiamento utilizzando l'arte come piattaforma per il suo attivismo. Attraversando le nove sezioni del percorso il visitatore seguirà l’evoluzione dei simboli, ai quali Haring si appassionò molto presto, in pittogrammi runici che diedero vita al suo lessico visivo.
Bambini, cani che abbaiano, uomini segnati, volti sorridenti, figure danzanti, televisori incandescenti accompagnano i visitatori verso gli esordi dell’artista nella città di New York, dove si trasferisce nel 1978 per studiare alla School of Visual Arts. Qui con opere come Untitled (Apartheid), dove una grande figura nera lotta per liberarsi dal cappio dell'oppressore bianco, Haring sostiene il movimento anti-apartheid. La Kalish Suite, un gruppo di undici incisioni, rappresenta invece lo sforzo congiunto di Haring e di Sean Kalish, un bambino delle elementari che frequentava il Pop Shop mostrando un precoce talento per i disegni dinamici e lineari simili a quelli dell’artista.
Keith Haring. Radiant Vision, Installation views mostra, Villa Reale di Monza | Foto: © LaltroSCATTO - Patrizia Scolletta
La mostra a Parma sarà anche l’occasione per ammirare Medusa Head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga oltre due metri e alta quasi un metro e mezzo. L'opera è frutto della collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen che, dopo aver conosciuto Haring a una cena, invitò l'artista a sperimentare la sua macchina da stampa appena installata. L'opera rivisita in chiave moderna il racconto greco di Medusa. Per Haring, che nel 1986 fu testimone degli effetti mortali dell'AIDS, il mostro mitico era un simbolo appropriato della terrificante malattia che avrebbe ucciso in non molto tempo se stesso e i suoi giovani amici.
La mostra Keith Haring. Radiant Vision, a cura di Katharine J Wright, si potrà visitare da mercoledì a domenica dalle 10 alle 19.30.
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