Dal 10 marzo al 9 giugno alla Galleria nazionale dell’Umbria

Il Maestro di san Francesco e lo stil novo del Duecento umbro si svelano in una mostra a Perugia

Maestro di San Francesco, Dossale bifacciale, 1272, particolare
 

Samantha De Martin

12/01/2024

Perugia - Uno degli artisti più importanti (e misteriosi) del Duecento si racconta in una mostra attesa in primavera alla Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia.
L’iniziativa, intitolata Il Maestro di San Francesco e lo stil novo del Duecento umbro, curata da Andrea De Marchi, Emanuele Zappasodi e Veruska Picchiarelli, e attesa dal 10 marzo al 9 giugno, coincide con le celebrazioni per gli 800 anni dall’impressione delle stigmate a san Francesco.

Il percorso, dedicato al pittore attivo in Umbria tra il 1260 e il 1280, misteriosa figura che deve il nome alla tavola con l’effigie del santo dipinta sulla stessa asse su cui spirò, conservata a Santa Maria degli Angeli ed eccezionalmente esposta nella mostra perugina, vedrà riuniti per la prima volta 60 capolavori provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington.


Maestro di San Francesco, Croce dipinta, 1272, particolare

Primo pittore ingaggiato nella basilica di San Francesco, stilisticamente vicino ai modi di Giunta Pisano, probabile suo maestro, dal quale riprese la finezza compositiva, esasperata da accentuazione espressive definite addirittura "teatrali", il Maestro di San Francesco brillerà alla Galleria nazionale dell’Umbria che conserva il 60% delle sue opere su tavola. Il percorso si estende al ciclo con Storie del Cristo e storie di san Francesco messo a punto dal pittore nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi, anche in virtù dell’accordo di valorizzazione che lega il Sacro Convento al museo perugino.

La figura di questo pittore, del quale si conosce ancora poco, si inserisce in un secolo, il Duecento, di grandiosi cambiamenti sociali, economici, culturali. L’Umbria fu la regione che meglio seppe trasformare in energia positiva lo scossone provocato dalla nascita degli ordini mendicanti, in particolare francescano. L’Umbria e Assisi divennero il nuovo fulcro nel sistema delle arti europee, dove furono create alcune delle opere pittoriche più singolari dell’epoca. Proprio al Maestro di San Francesco i frati minori si rivolsero, dapprima per lavorare alle vetrate della chiesa superiore della Basilica, a fianco di maestri tedeschi e francesi, quindi per decorare l’intera chiesa inferiore.
Fra mille fregi diversi, il Maestro, nella navata ad aula unica, incastonò il primo ciclo delle storie di Francesco, raccontato in parallelo con quelle di Cristo, secondo le indicazioni di Bonaventura da Bagnoregio, allora generale dell’ordine.


Maestro di San Francesco, Croce dipinta, 1272, particolare

In occasione della mostra a Perugia sono stati acquisiti rilievi con laserscanner 3D sulle pitture murali della chiesa inferiore di Assisi, per restituire virtualmente, attraverso una ricostruzione digitale, l’assetto del ciclo dipinto verso il 1260, gravemente modificato a causa dell’apertura delle cappelle laterali.

Il percorso espositivo alla Galleria nazionale dell’Umbria avrà come fulcro la Croce datata 1272, proveniente dalla chiesa perugina di San Francesco al Prato, uno dei pezzi più importanti del museo. I curatori cercheranno di offrire una documentazione articolata e sistematica dell’intera produzione pittorica in Umbria negli anni di attività del Maestro di San Francesco, dalla metà del secolo all’avvio del cantiere pittorico della chiesa superiore della Basilica di Assisi con papa Niccolò IV. Emblematico punto di partenza sarà l’opera umbra di Giunta Pisano, mentre il pubblico avrà anche la possibilità di apprezzare i lavori del probabile Gilio di Pietro da Pisa, attivo a Siena e Orte verso la metà del secolo.

Accanto al Maestro di San Francesco saranno ricostruite le figure di comprimari come il Maestro delle Croci francescane e il Maestro della Santa Chiara, grazie all’eccezionale presenza della pala proveniente dalla Basilica della santa, e della croce dipinta del Museo Civico Rocca Flea di Gualdo Tadino. La produzione del Maestro del Trittico Marzolini testimonierà invece la straordinaria varietà di opere e artisti dell’Umbria del secondo Duecento, osservatorio privilegiato per comprendere i fitti scambi che in quegli anni caratterizzarono le rotte del Mediterraneo, tra la Terra Santa e l’Italia centrale. Quest’ultima fu la culla del francescanesimo e di quei rivolgimenti artistici epocali che non si potrebbero immaginare senza il clima sviluppatosi nella Basilica di San Francesco.