Le celebrazioni in Umbria
Perugia si prepara a celebrare Raffaello con tre grandi mostre
Raffaello Sanzio e Perugino, Trinità e Santi, 1505-08 e 1521, affresco, 389 x 175 cm, cappella di San Severo, Perugia
Samantha De Martin
19/02/2020
Perugia - Nell’anno dedicato a Raffaello anche Perugia celebra il pittore "divino" con un interessante percorso diffuso in città, che si inserisce nel più ricco programma di celebrazioni “Raffaello in Umbria”.
A Palazzo Baldeschi l'eredità di Raffaello
Il primo appuntamento in programma è la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, che aprirà l’8 aprile a Palazzo Baldeschi al Corso (dove resterà fino al 1° novembre), organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci".
L’Umbria conserva ad oggi solo due opere dell’artista, ma la sezione multimediale illustrata dal curatore Francesco Federico Mancini, che si affianca al percorso documentale della mostra - con lavori di Perugino, Pintoricchio e Signorelli, maestri di Raffaello - permetterà, grazie a straordinarie immagini immersive, di ricostruire l’universo pittorico di Raffaello animando con immagini e voce narrante alcune sale del palazzo. Effetti e visioni di capolavori frutto dell’attività umbra del pittore, nel periodo compreso tra il 1500 e il 1504-1505, andranno a comporre un suggestivo racconto al quale si aggiungeranno - grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche, guidata da Giovanna Giubbini e dell’Archivio di Stato di Perugia - i materiali archivistici che parlano di Raffaello e del suo rapporto con questa regione.
La seconda sezione della mostra, dal titolo “L’Accademia di Belle Arti di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” è organizzata dalla Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
“La mostra - ha sottolineato il presidente dell’Accademia, Mario Rampini - pone in luce come Perugia, insieme a Roma, grazie alla presenza di Tommaso Minardi che dell’Accademia fu direttore, sia stata un vero epicentro, un laboratorio del Purismo, il gusto che si diffonde nella produzione di dipinti sacri e nella grande decorazione anche profana. Per tutto l’Ottocento, l’Accademia di Perugia è un vivaio di talentuosi pittori che interpretano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile”.
L'Umbria e la fortuna del maestro di Urbino in mostra a Palazzo della Penna
A giugno il taglio del nastro al Museo civico di Palazzo della Penna riguarderà invece la mostra “Fortuna e mito di Raffaello in Umbria” promossa dal Comune di Perugia e a cura di Francesco Federico Mancini.
L’esposizione, che si potrà visitare fino a settembre, vuole ripercorrere la fortuna e il mito dell’Urbinate attraverso dipinti, incisioni, disegni, ceramiche dal Cinquecento al Novecento, proponendo un percorso che costituisce un parallelo, sul piano delle testimonianze visive, dei tanti documenti letterari e di storia della critica che pure saranno oggetto dell’esposizione.
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria la fortuna della Pala Baglioni
La fortuna della Pala Baglioni - l’opera più importante realizzata da Raffaello per Perugia - nelle copie perugine, costituirà infine il fulcro del percorso allestito dal 3 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 alla Galleria Nazionale dell’Umbria, a cura dal direttore Marco Pierini e di Veruska Picchiarelli. La pala fu ultimata nel 1507 per la cappella della famiglia Baglioni in San Francesco al Prato. La tavola centrale, con la Deposizione, fu trafugata per volontà di Scipione Borghese nel 1608. Ma l’ammirazione dei perugini per questo capolavoro è testimoniata dal notevole numero di copie che ne furono tratte, quattro delle quali sono conservate proprio presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. La mostra presenterà al pubblico quelle di maggiore qualità, dalla versione dipinta nel 1554 da Domenico Alfani - amico e sodale di Raffaello - e da suo figlio Orazio, alla replica eseguita per l’abbazia di San Pietro dal Sassoferrato.
“Abbiamo ritenuto importante - ha detto la Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Cristina Colaiacovo - suggellare anche simbolicamente la creazione di una rete di valorizzazione e di promozione degli eventi cittadini; un circuito che si inserisce nel progetto “Raffaello in Umbria” che tocca varie città e luoghi della nostra regione, così da offrire ai visitatori un programma variegato e di indubbio valore artistico e culturale. Questa è la testimonianza che anche l’Umbria, come sta accadendo in altre parti d’Italia e a livello internazionale, ha saputo attivarsi”. Alle tre mostre - che hanno ottenuto il logo del Comitato Nazionale Raffaello 1520-2020 - si affiancano laboratori, convegni, conferenze nel segno di Raffaello.
Tra aprile ed ottobre sono in programma quattro appuntamenti inseriti nel ciclo di conferenze - curato da Michele Dantini per iniziativa dell’Università per Stranieri di Perugia - dedicate a quegli artisti, scrittori di grande fama, da Dostoevskij a Nietzsche, che hanno riconosciuto nel pittore umbro un illustre mentore.
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• Raffaello 1520 - 1483
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A Palazzo Baldeschi l'eredità di Raffaello
Il primo appuntamento in programma è la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, che aprirà l’8 aprile a Palazzo Baldeschi al Corso (dove resterà fino al 1° novembre), organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci".
L’Umbria conserva ad oggi solo due opere dell’artista, ma la sezione multimediale illustrata dal curatore Francesco Federico Mancini, che si affianca al percorso documentale della mostra - con lavori di Perugino, Pintoricchio e Signorelli, maestri di Raffaello - permetterà, grazie a straordinarie immagini immersive, di ricostruire l’universo pittorico di Raffaello animando con immagini e voce narrante alcune sale del palazzo. Effetti e visioni di capolavori frutto dell’attività umbra del pittore, nel periodo compreso tra il 1500 e il 1504-1505, andranno a comporre un suggestivo racconto al quale si aggiungeranno - grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche, guidata da Giovanna Giubbini e dell’Archivio di Stato di Perugia - i materiali archivistici che parlano di Raffaello e del suo rapporto con questa regione.
La seconda sezione della mostra, dal titolo “L’Accademia di Belle Arti di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” è organizzata dalla Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
“La mostra - ha sottolineato il presidente dell’Accademia, Mario Rampini - pone in luce come Perugia, insieme a Roma, grazie alla presenza di Tommaso Minardi che dell’Accademia fu direttore, sia stata un vero epicentro, un laboratorio del Purismo, il gusto che si diffonde nella produzione di dipinti sacri e nella grande decorazione anche profana. Per tutto l’Ottocento, l’Accademia di Perugia è un vivaio di talentuosi pittori che interpretano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile”.
L'Umbria e la fortuna del maestro di Urbino in mostra a Palazzo della Penna
A giugno il taglio del nastro al Museo civico di Palazzo della Penna riguarderà invece la mostra “Fortuna e mito di Raffaello in Umbria” promossa dal Comune di Perugia e a cura di Francesco Federico Mancini.
L’esposizione, che si potrà visitare fino a settembre, vuole ripercorrere la fortuna e il mito dell’Urbinate attraverso dipinti, incisioni, disegni, ceramiche dal Cinquecento al Novecento, proponendo un percorso che costituisce un parallelo, sul piano delle testimonianze visive, dei tanti documenti letterari e di storia della critica che pure saranno oggetto dell’esposizione.
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria la fortuna della Pala Baglioni
La fortuna della Pala Baglioni - l’opera più importante realizzata da Raffaello per Perugia - nelle copie perugine, costituirà infine il fulcro del percorso allestito dal 3 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 alla Galleria Nazionale dell’Umbria, a cura dal direttore Marco Pierini e di Veruska Picchiarelli. La pala fu ultimata nel 1507 per la cappella della famiglia Baglioni in San Francesco al Prato. La tavola centrale, con la Deposizione, fu trafugata per volontà di Scipione Borghese nel 1608. Ma l’ammirazione dei perugini per questo capolavoro è testimoniata dal notevole numero di copie che ne furono tratte, quattro delle quali sono conservate proprio presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. La mostra presenterà al pubblico quelle di maggiore qualità, dalla versione dipinta nel 1554 da Domenico Alfani - amico e sodale di Raffaello - e da suo figlio Orazio, alla replica eseguita per l’abbazia di San Pietro dal Sassoferrato.
“Abbiamo ritenuto importante - ha detto la Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Cristina Colaiacovo - suggellare anche simbolicamente la creazione di una rete di valorizzazione e di promozione degli eventi cittadini; un circuito che si inserisce nel progetto “Raffaello in Umbria” che tocca varie città e luoghi della nostra regione, così da offrire ai visitatori un programma variegato e di indubbio valore artistico e culturale. Questa è la testimonianza che anche l’Umbria, come sta accadendo in altre parti d’Italia e a livello internazionale, ha saputo attivarsi”. Alle tre mostre - che hanno ottenuto il logo del Comitato Nazionale Raffaello 1520-2020 - si affiancano laboratori, convegni, conferenze nel segno di Raffaello.
Tra aprile ed ottobre sono in programma quattro appuntamenti inseriti nel ciclo di conferenze - curato da Michele Dantini per iniziativa dell’Università per Stranieri di Perugia - dedicate a quegli artisti, scrittori di grande fama, da Dostoevskij a Nietzsche, che hanno riconosciuto nel pittore umbro un illustre mentore.
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