Caracalla: l’omaggio di Pistoletto per l’inaugurazione del Mitreo

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26/10/2012

Roma - Il mitreo più grande della città e forse di tutto l’impero, quello delle Terme di Caracalla, sta per essere restituito al pubblico, al termine di una lunga campagna di restauro che ha comportato la chiusura del monumento per dieci anni.
Per l’occasione la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha deciso di promuovere l’incontro tra storia e arte contemporanea mettendo in relazione tra loro  l’evento della riapertura del mitreo con quello dell’inaugurazione dell'opera “Il Terzo Paradiso”, realizzata da un grande maestro italiano dei nostri tempi, Michelangelo Pistoletto.

I visitatori potranno così avere modo di fare una duplice scoperta. La prima nei sotterranei di Caracalla, dove avranno modo di accedere alla grande aula un tempo dedicata al culto orientale del dio Mitra: un ambiente largo dieci e lungo oltre venticinque metri dal pavimento a mosaico fatto di micro tessere bianche e nere. Qui si tenevano riti sofisticati e cruenti, testimoniati dalla presenza della fossa sanguinis, per il sacrificio dei tori. Con il restauro l’aula è stata completamente ripulita, insieme all’affresco del dio Mitra, cancellato probabilmente a causa della damnatio cristiana. Sono stati reintegrati inoltre tutti gli elementi mancanti, comprese le parti di copertura crollate, per riportare lo spazio alle condizioni originali di oscurità, che contribuiscono anche a mantenere costante il microclima, evitando la formazione di microrganismi sugli intonaci. Una leggera illuminazione è affidata a lampade a luce fredda nascoste all’interno delle cornici dei pilastri.

Con un salto di molti secoli, eccoci poi all’altra opera da scoprire: “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto. L’allestimento, curato da Achille Bonito Oliva in collaborazione con RAM radioartemobile è ospitato in una delle aiuole del giardino delle Terme di Caracalla. Qui Pistoletto aggiunge una nuova pagina alla sua più recente ricerca, iniziata nel 2003, un work in progress che ha già avuto varie altre tappe in città italiane e straniere e che serve come auspicio, come scrive l’artista stesso, per  “il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”. Simbolo del progetto è quello dell’infinito, che a Caracalla è stato realizzato con reperti delle stesse terme, selezionati  tra marmi e mosaici.

Nicoletta Speltra