Dal 12 ottobre al 3 febbraio
Il "sorpasso" dell'Italia in 160 scatti: 15 anni di sogni, rivoluzioni, progressi in mostra al Museo di Roma
Sophia Loren legge di Gagarin, 1961 - Foto Archivio storico Luce
Samantha De Martin
12/10/2018
Roma - Ci sono i bambini che giocano accanto alla venditrice di sigarette e gli operai all’uscita dalle officine Fiat di Torino, c’è il comizio tenuto da De Gasperi in Calabria e la Roma degli anni Cinquanta.
Corrono attraverso 160 scatti raccolti in dieci sezioni tematiche, i 15 anni di storia durante i quali l’Italia si avvia ad entrare per sempre nella modernità, sorpassando - sebbene talvolta con tratti di aggressività, volgarità e vanagloria - i propri connotati arcaici e andando avanti nonostante enormi difficoltà.
Quegli anni sono il fulcro della mostra Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, in corso fino al 3 febbraio al Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Dalla dura ricostruzione del paese sulle macerie della guerra al boom economico degli anni Sessanta, dalla vita politica alle rivoluzioni del costume, dalla costruzione delle autostrade e quella dell’immaginario di cinema e TV, è un periodo che assiste a un cambiamento del paesaggio, delle forme, del volto di un paese, come non era accaduto per secoli.
Le immagini dell’epoca - provenienti dall’Archivio storico dell’Istituto Luce a da quello Publifoto conservato presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma - offrono un ritratto collettivo del paese tra speranze, conquiste, progressi, ma anche di una società sferzata da ingiustizie e disuguaglianze.
A realizzare molte di queste foto, i “lavoratori dell’immagine” dei settimanali illustrati dell'epoca, fotografi di agenzia, artisti talvolta anonimi, ma anche nomi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Bruno Munari, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Italo Insolera, Italo Zannier, Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks.
Ad accompagnare il visitatore ci sono le speranze di un paese che freme per il ritorno di Trieste all'Italia e che soffre per le profonde differenze sociali ed economiche fra sud e nord, che cambia volto, anticipando quello congestionato delle città di oggi, e che guarda alla politica, ai nuovi rapporti uomo-donna, in un immaginario cinematografico in cui si affacciano di prepotenza La dolce vita e le star di Hollywood. Da nazione sconfitta e devastata a potenza industriale in grado di esportare in tutto il mondo tecnologie, spettacolo, bellezza, moda, cinema, innovazione e invenzione, l'immagine dell'Italia prende forma attraverso un racconto fotografico di grande tenerezza e nostalgia.
Il percorso si chiude idealmente con le Olimpiadi di Roma del 1960, con la mostra torinese Italia ’61 e l’Autostrada del Sole, ultimata nel 1964.
Dopo Roma la mostra raggiungerà Parma, dove sarà esposta al Palazzo del Governatore dall’8 marzo al 5 maggio 2019.
Leggi anche:
• Il sorpasso. Quando l'Italia si mise a correre, 1946-1961
Corrono attraverso 160 scatti raccolti in dieci sezioni tematiche, i 15 anni di storia durante i quali l’Italia si avvia ad entrare per sempre nella modernità, sorpassando - sebbene talvolta con tratti di aggressività, volgarità e vanagloria - i propri connotati arcaici e andando avanti nonostante enormi difficoltà.
Quegli anni sono il fulcro della mostra Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, in corso fino al 3 febbraio al Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Dalla dura ricostruzione del paese sulle macerie della guerra al boom economico degli anni Sessanta, dalla vita politica alle rivoluzioni del costume, dalla costruzione delle autostrade e quella dell’immaginario di cinema e TV, è un periodo che assiste a un cambiamento del paesaggio, delle forme, del volto di un paese, come non era accaduto per secoli.
Le immagini dell’epoca - provenienti dall’Archivio storico dell’Istituto Luce a da quello Publifoto conservato presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma - offrono un ritratto collettivo del paese tra speranze, conquiste, progressi, ma anche di una società sferzata da ingiustizie e disuguaglianze.
A realizzare molte di queste foto, i “lavoratori dell’immagine” dei settimanali illustrati dell'epoca, fotografi di agenzia, artisti talvolta anonimi, ma anche nomi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Bruno Munari, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Italo Insolera, Italo Zannier, Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks.
Ad accompagnare il visitatore ci sono le speranze di un paese che freme per il ritorno di Trieste all'Italia e che soffre per le profonde differenze sociali ed economiche fra sud e nord, che cambia volto, anticipando quello congestionato delle città di oggi, e che guarda alla politica, ai nuovi rapporti uomo-donna, in un immaginario cinematografico in cui si affacciano di prepotenza La dolce vita e le star di Hollywood. Da nazione sconfitta e devastata a potenza industriale in grado di esportare in tutto il mondo tecnologie, spettacolo, bellezza, moda, cinema, innovazione e invenzione, l'immagine dell'Italia prende forma attraverso un racconto fotografico di grande tenerezza e nostalgia.
Il percorso si chiude idealmente con le Olimpiadi di Roma del 1960, con la mostra torinese Italia ’61 e l’Autostrada del Sole, ultimata nel 1964.
Dopo Roma la mostra raggiungerà Parma, dove sarà esposta al Palazzo del Governatore dall’8 marzo al 5 maggio 2019.
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