Fino al 1° novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma
La memoria lungo i binari. 90 anni di storia delle stazioni in una mostra fotografica
Anna Di Prospero, Stazione di Messina, 2022 | Courtesy Archivio Luce Cinecittà e Fondazione FS Italiane
Samantha De Martin
19/09/2022
Roma - C’è l’orto di guerra, di fronte alla stazione di Firenze Santa Maria Novella, la prima ad accogliere in Italia un orologio digitale. E c’è il fermento dei viaggiatori in partenza per le festività natalizie, immortalato alla stazione di Milano, e poi l’arrivo degli Alpini a Teramo, le 400 camicie nere del fascio di Marsiglia in sfilata davanti alla stazione Termini, il regista Alfred Hitchcock in carrozza, proprio all’ingresso della stazione romana.
Frammenti di storia d’Italia corrono sui binari di un tempo che la memoria ha sigillato, da nord a sud, per riconsegnarceli attraverso scatti cristallizzati ricchi di suggestione. Simili a scambi ferroviari che deviano vite e storie, le otto sezioni della mostra fotografica La memoria delle stazioni, in corso fino al 1° novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, restituiscono il ritratto del Paese accompagnandoci attraverso otto stazioni di grandi città italiane, in un viaggio lungo 90 anni. Protagonisti di queste stazioni - Trieste, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Messina - simili al “più fantasmagorico concentrato di esseri umani immaginabili”, i volti. Da quelli noti di Marcello Mastroianni, pettinato da una parrucchiera della troupe durante le riprese de I fidanzati, Orson Welles e Sean Connery, a quelli anonimi di una viaggiatrice seduta sul marciapiedi della stazione con le sue bambine o di un piccolo viaggiatore nell’atrio della biglietteria di Venezia Santa Lucia.
Vincenzo Di Cara, Stazione di Messina, Treno in partenza con viaggiatori che si salutano, 1968, Fondazione FS Italiane
Il pasto di due passeggeri, consumato su una panchina della stazione Termini lascia il posto ai treni, come il nuovo convoglio elettrico fermo su un binario in occasione della sua inaugurazione, alla saletta riservata del Padiglione Reale, a Firenze, alla lunga e alta galleria di testa dei binari della stazione Centrale di Milano, e ancora al ponte ferroviario mobile con la nave traghetto Cariddi attraccata, alla stazione di Messina centrale.
Questi visi, gesti, immagini che animano la mostra - la prima curata interamente dalla nuova presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia - intrecciandosi in molteplici punti di vista, provengono dall’immenso patrimonio di documenti e immagini dell’Archivio Luce - uno dei più ricchi e in continua espansione, memoria audiovisiva del ‘900 d’Italia e del Mediterraneo - potenziato dagli scatti dalla Fondazione FS - parte del gruppo Ferrovie dello Stato - che regalano, secondo percorsi di selezione originali, visioni nuove di quel punto di vista privilegiato che sono le sue stazioni ferroviarie.
Nave traghetto FS Cariddi alla Stazione di Messina. Nuova invasatura con ponte ferroviario mobile e nave traghetto attraccata, 1937, Fondazione FS Italiane
A porre a confronto la memoria privata con quella pubblica, facendo rivivere il ricordo della "propria" stazione, sono i racconti di alcuni dei maggiori scrittori del nostro tempo. Se Mauro Covacich lega la stazione di Trieste a un aneddoto, Gaia Manzini ripercorre una giornata alla stazione centrale di Milano. Enrico Brizzi scruta Bologna con il suo orologio tragicamente fermo, Sandro Veronesi Santa Maria Novella.
“Non ho mai visto la Stazione Termini di giorno, sicché resto sbalordita dalla vastità - scrive Melania Mazzucco a proposito della stazione romana -. Quelle righe di ferro - parallele, ma talvolta capaci di incrociarsi, disegnando retinature enigmatiche, comunicano lo stesso messaggio. Spazio, lontananza, libertà”.
Se Valeria Parrella descrive Napoli centrale come luogo dell’impermanenza, Tiziano Scarpa guarda a Venezia, mentre la stazione di Messina, con le sue linee razionaliste, ci si presenta attraverso la voce di Nadia Terranova, che tesse un episodio che vede per protagonista un Salvatore Quasimodo bambino.
Presentata da Archivio Luce in collaborazione con Fondazione FS Italiane, La Memoria delle Stazioni è un racconto intenso e affascinante, attraverso 92 immagini di archivio, documenti storici e un filmato.
Anna Di Prospero, Stazione di Bologna Centrale, 2022
“La scelta delle stazioni - spiega Chiara Sbarigia - è stata del tutto arbitraria. In parte è stata legata agli scrittori che avevo in mente di coinvolgere. Si tratta di un racconto estremamente attuale. Dalle stazioni transitano persone di ogni provenienza geografica e di ogni estrazione culturale e sociale: il ricco manager, il turista straniero, lo studente fuori sede, il pendolare, i clochard che chiedono l’elemosina e si riparano dalle intemperie sotto le pensiline. Inoltre questa mostra riassume bene le linee guida che hanno improntato il mio progetto culturale per Cinecittà, a partire dal ruolo centrale che riveste l’Archivio Luce, un patrimonio inestimabile di immagini e filmati che deve essere divulgato, valorizzato, arricchito e soprattutto messo in dialogo con altri Archivi e altre espressioni artistiche, fedele al principio secondo il quale una ricchezza inattiva è una verità inerte”.
Preziose le venti immagini inedite realizzate da Anna Di Prospero, a restituire un necessario punto di vista al femminile del mondo esplorato dalla mostra, in un continuo dialogo tra antico e moderno. La figura della stessa fotografa di spalle, in abito rosso, sembra interagire con gli edifici come una presenza onirica e perturbante.
Sophia Loren e Carlo Ponti in partenza per Lugo di Romagna dalla stazione Termini di Roma, 22/09/1961, Archivio Luce Cinecittà
“Grazie a questo progetto - spiega Di Prospero, che sarà anche la prima donna a essere acquisita dell’Archivio Luce - ho capito quanto sia più propensa a raccontare luoghi con architetture razionaliste. Da questo punto di vista ho trovato la stazione di Messina meravigliosa. Il suo piano è rimasto uguale a quello di 50 anni fa. Sono rimasta in attesa della luce perfetta. Da alcune fotografie non ufficiali trovate in rete ero venuta a conoscenza del fatto che, all’ora del tramonto un fascio di luce tagliasse il portico perpendicolarmente”.
Dopo questo primo allestimento a Roma, La Memoria delle Stazioni viaggerà per il mondo, con una prima tappa a Parigi a metà gennaio presso la Galleria “Paris Cinema Club”. Il bel volume-catalogo è edito da Marsilio Arte/Archivio Luce Cinecittà.
Nuova Stazione di Milano Centrale, fasi della costruzione e riassetto ferroviario della città. Veduta dell’edificio verso la fine dei lavori | Courtesy Fondazione FS Italiane
Frammenti di storia d’Italia corrono sui binari di un tempo che la memoria ha sigillato, da nord a sud, per riconsegnarceli attraverso scatti cristallizzati ricchi di suggestione. Simili a scambi ferroviari che deviano vite e storie, le otto sezioni della mostra fotografica La memoria delle stazioni, in corso fino al 1° novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, restituiscono il ritratto del Paese accompagnandoci attraverso otto stazioni di grandi città italiane, in un viaggio lungo 90 anni. Protagonisti di queste stazioni - Trieste, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Messina - simili al “più fantasmagorico concentrato di esseri umani immaginabili”, i volti. Da quelli noti di Marcello Mastroianni, pettinato da una parrucchiera della troupe durante le riprese de I fidanzati, Orson Welles e Sean Connery, a quelli anonimi di una viaggiatrice seduta sul marciapiedi della stazione con le sue bambine o di un piccolo viaggiatore nell’atrio della biglietteria di Venezia Santa Lucia.
Vincenzo Di Cara, Stazione di Messina, Treno in partenza con viaggiatori che si salutano, 1968, Fondazione FS Italiane
Il pasto di due passeggeri, consumato su una panchina della stazione Termini lascia il posto ai treni, come il nuovo convoglio elettrico fermo su un binario in occasione della sua inaugurazione, alla saletta riservata del Padiglione Reale, a Firenze, alla lunga e alta galleria di testa dei binari della stazione Centrale di Milano, e ancora al ponte ferroviario mobile con la nave traghetto Cariddi attraccata, alla stazione di Messina centrale.
Questi visi, gesti, immagini che animano la mostra - la prima curata interamente dalla nuova presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia - intrecciandosi in molteplici punti di vista, provengono dall’immenso patrimonio di documenti e immagini dell’Archivio Luce - uno dei più ricchi e in continua espansione, memoria audiovisiva del ‘900 d’Italia e del Mediterraneo - potenziato dagli scatti dalla Fondazione FS - parte del gruppo Ferrovie dello Stato - che regalano, secondo percorsi di selezione originali, visioni nuove di quel punto di vista privilegiato che sono le sue stazioni ferroviarie.
Nave traghetto FS Cariddi alla Stazione di Messina. Nuova invasatura con ponte ferroviario mobile e nave traghetto attraccata, 1937, Fondazione FS Italiane
A porre a confronto la memoria privata con quella pubblica, facendo rivivere il ricordo della "propria" stazione, sono i racconti di alcuni dei maggiori scrittori del nostro tempo. Se Mauro Covacich lega la stazione di Trieste a un aneddoto, Gaia Manzini ripercorre una giornata alla stazione centrale di Milano. Enrico Brizzi scruta Bologna con il suo orologio tragicamente fermo, Sandro Veronesi Santa Maria Novella.
“Non ho mai visto la Stazione Termini di giorno, sicché resto sbalordita dalla vastità - scrive Melania Mazzucco a proposito della stazione romana -. Quelle righe di ferro - parallele, ma talvolta capaci di incrociarsi, disegnando retinature enigmatiche, comunicano lo stesso messaggio. Spazio, lontananza, libertà”.
Se Valeria Parrella descrive Napoli centrale come luogo dell’impermanenza, Tiziano Scarpa guarda a Venezia, mentre la stazione di Messina, con le sue linee razionaliste, ci si presenta attraverso la voce di Nadia Terranova, che tesse un episodio che vede per protagonista un Salvatore Quasimodo bambino.
Presentata da Archivio Luce in collaborazione con Fondazione FS Italiane, La Memoria delle Stazioni è un racconto intenso e affascinante, attraverso 92 immagini di archivio, documenti storici e un filmato.
Anna Di Prospero, Stazione di Bologna Centrale, 2022
“La scelta delle stazioni - spiega Chiara Sbarigia - è stata del tutto arbitraria. In parte è stata legata agli scrittori che avevo in mente di coinvolgere. Si tratta di un racconto estremamente attuale. Dalle stazioni transitano persone di ogni provenienza geografica e di ogni estrazione culturale e sociale: il ricco manager, il turista straniero, lo studente fuori sede, il pendolare, i clochard che chiedono l’elemosina e si riparano dalle intemperie sotto le pensiline. Inoltre questa mostra riassume bene le linee guida che hanno improntato il mio progetto culturale per Cinecittà, a partire dal ruolo centrale che riveste l’Archivio Luce, un patrimonio inestimabile di immagini e filmati che deve essere divulgato, valorizzato, arricchito e soprattutto messo in dialogo con altri Archivi e altre espressioni artistiche, fedele al principio secondo il quale una ricchezza inattiva è una verità inerte”.
Preziose le venti immagini inedite realizzate da Anna Di Prospero, a restituire un necessario punto di vista al femminile del mondo esplorato dalla mostra, in un continuo dialogo tra antico e moderno. La figura della stessa fotografa di spalle, in abito rosso, sembra interagire con gli edifici come una presenza onirica e perturbante.
Sophia Loren e Carlo Ponti in partenza per Lugo di Romagna dalla stazione Termini di Roma, 22/09/1961, Archivio Luce Cinecittà
“Grazie a questo progetto - spiega Di Prospero, che sarà anche la prima donna a essere acquisita dell’Archivio Luce - ho capito quanto sia più propensa a raccontare luoghi con architetture razionaliste. Da questo punto di vista ho trovato la stazione di Messina meravigliosa. Il suo piano è rimasto uguale a quello di 50 anni fa. Sono rimasta in attesa della luce perfetta. Da alcune fotografie non ufficiali trovate in rete ero venuta a conoscenza del fatto che, all’ora del tramonto un fascio di luce tagliasse il portico perpendicolarmente”.
Dopo questo primo allestimento a Roma, La Memoria delle Stazioni viaggerà per il mondo, con una prima tappa a Parigi a metà gennaio presso la Galleria “Paris Cinema Club”. Il bel volume-catalogo è edito da Marsilio Arte/Archivio Luce Cinecittà.
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