In mostra a Roma dall'8 giugno al 7 novembre

Nel segno della meraviglia: Damien Hirst alla Galleria Borghese

Damien Hirst, Female Archer [Arciera], 2013. Collezione privata I Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese – Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021
 

Francesca Grego

08/06/2021

Roma - Chissà se quando Damien Hirst ricreò dal nulla il leggendario tesoro di Cif Amotan II immaginava già di portarlo a casa del Cardinale Scipione Borghese, il collezionista per eccellenza, mecenate, erudito e accumulatore seriale di meraviglie. Certo è che la mostra Archaeology Now, da oggi nelle sale della Galleria Borghese, si prepara a dare spettacolo in un dialogo grandioso e visionario. Antico e contemporaneo, realtà e fantasia, autenticità e finzione si incontrano nell'allestimento curato da Anna Coliva, direttrice del museo romano, e Mario Codognato, non nuovo a giustapposizioni inattese in luoghi carichi di storia – risale al 2020 il suo progetto su Anish Kapoor ad Houghton Hall
Con il supporto di Fondazione Prada, il multiforme repertorio di sculture e mirabilia presentato da Hirst nel 2017 a Palazzo Grassi e Punta della Dogana approda nel tempio romano dell'arte rinascimentale e barocca. Più di 80 opere della serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable si mescolano ai capolavori di casa in un intrigante gioco di rimandi. La colossale scultura Hydra e Kali conquista gli spazi esterni del Giardino segreto dell'Uccelliera, mentre all'interno i dipinti della nuova serie Colour Space si svelano per la prima volta al pubblico italiano. 

Damien Hirst. Archaeology Now I Damien Hirst, Neptune [Nettuno], 2011. Bronzo blu. Collezione privata I Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese–Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021

Oltre l'ovvia distanza che li separa, Damien Hirst e il Cardinal Borghese sono uniti da un'ossessione, quella del collezionismo. La storia della serie di Hirst è nota. Tra il I e il II secolo il vascello di Cif Amotan II, liberto originario di Antiochia, si inabissa al largo delle coste dell'Africa orientale, portando con sé un immenso tesoro. Immaginando di riportare a galla il relitto dell'Unbelievable, Hirst snocciola un'inesauribile teoria di sculture e oggetti preziosi che presentano ancora i segni della lunga permanenza in fondo al mare. Testimoni del gusto enciclopedico del proprietario originario, strizzano l'occhio con ironia alla fascinazione contemporanea per il viaggio, al mito dell'archeologia come avventura, alla serialità maniacale dei collezionisti di ieri e di oggi, all'attuale cultura pop e alla moda antica delle wunderkarmmer. Diversamente da quanto accadeva nella mostra veneziana, a Roma il tesoro di Hirst non brilla in solitudine, ma con spirito altrettanto giocoso raccoglie le sfide di una raccolta autentica e blasonata, di un collezionista affascinato come lui dal mistero dell'antico. 


Damien Hirst. Archaeology Now I Gian Lorenzo Bernini, Ratto di Proserpina, 1621-1622. Marmo bianco e Damien Hirst, Grecian Nude [Nudo dall’Antica Grecia], 2013. Bronzo. Collezione privata I Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese–Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021

Arte, bellezza, religione, vita e morte si specchiano nei capolavori della Galleria Borghese così come nelle opere ospiti: non sempre è facile distinguerle al primo sguardo, confuse come sono in un caleidoscopio di colori e materiali preziosi. Marmi, bronzo, corallo, malachite, cristallo di rocca compongono il tesoro dell'Unbelievable, in dialogo con le decorazioni di un luogo unico, tra stucchi, mosaici e pietre policrome, e con una collezione superba che spazia dalla statuaria classica alla pittura rinascimentale e seicentesca, fino alle più importanti sculture di Bernini e Canova: un omaggio al desiderio multiforme del padrone di casa, la votato al superamento delle barriere tra le arti, ma anche dei confini tra realtà e finzione. 


Damien Hirst. Archaeology Now I Damien Hirst, Reclining Woman [Donna distesa] 2012. Marmo rosa. Collezione privata I Courtesy Galleria Borghese

“È un onore vedere le mie sculture e i miei dipinti nella Galleria Borghese tra gli straordinari capolavori di Bernini, Caravaggio, Tiziano, nello spazio in cui le loro opere erano state volute da Scipione Borghese”, ha anticipato Hirst. “L’origine dei treasures works riguarda l’ossessione del collezionare arte, ed è un tentativo di tracciare una linea visiva ininterrotta dal passato attraverso gli ultimi duemila anni fino ai giorni nostri. Se tracciassimo quella linea, senza dubbio troveremmo Borghese. È difficile ma importante ricordare che Scipione Borghese era interessato all’arte del suo tempo quanto a quella antica, quindi avere una mostra contemporanea accanto a queste opere, per me ha totalmente senso e non vedo l’ora di vedere le mie nella Galleria Borghese”. 

Damien Hirst. Archaeology Now sarà visitabile presso il museo romano dall'8 giugno al 7 novembre 2021. 


Damien Hirst. Archaeology Now I Damien Hirst, Idra e Kālī, 2015, bronzo. Collezione privata I Ph. by A. Novelli © Galleria Borghese–Ministero della Cultura © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021