A Roma, in metro come al museo
Nell'archeo-stazione di San Giovanni, antiche monete, ceramiche e noccioli di 2mila anni fa
Frammenti ceramici dell’età moderna e contemporanea (XVI/XIX secolo) esposti presso la fermata San Giovanni della linea C della metropolitana di Roma
Samantha De Martin
14/05/2018
Roma - Un grazioso piede in marmo e lo zoccolo di un cavallo - frammenti di statue del IV-V secolo d.C. - fanno capolino da una vetrina sotto l’indicazione “ai treni”. A questi si affiancano un bassorilievo con panneggio, sempre del IV secolo, alcuni frammenti di capitello da interri di epoca tardoantica, e ancora un forcone in ferro del I secolo d.C., vasi da giardinaggio, reperti marmorei di età romana, riutilizzati tra il XVI e il XIX secolo.
Non siamo in un museo a oltre venti metri di profondità, ma nella nuova stazione della metro C, fermata San Giovanni - nel cuore di Roma - che collega la periferia est al centro, ed unisce le linee A e C, correndo dall’attuale capolinea di Piazza Lodi fino a San Giovanni. Inaugurata lo scorso 12 maggio dopo dodici anni di lavori, tra ritardi e polemiche, è la prima stazione “musealizzata” con allestimenti museali tematici e reperti archeologici a vista.
In realtà, salendo sulle scale mobili e scivolando giù verso la banchina dei treni, passeggeri e visitatori compiono un emozionante viaggio nel tempo.
Gli scavi - come raccontano anche alcuni filmati che spiegano come sia avvenuto il recupero dei preziosi resti, descrivendo l’area nei secoli - hanno infatti consentito di esplorare una stratigrafia di oltre 20 metri di profondità. Il risultato è uno straordinario tour underground tra scale mobili e corridoi che ripercorrono le diverse epoche storiche che hanno segnato la vita dell’Urbe.
Per consentire al pubblico di comprendere meglio il susseguirsi della storia, alle pareti sono stati collocati alcuni pannelli che descrivono la profondità alla quale ci si trova e il corrispondente periodo storico. Questo percorso dall’alto verso il basso, che lascia a bocca aperta, comincia con l’età contemporanea per concludersi con la preistoria.
Due registri narrativi commentano e accompagnano lo sviluppo cronologico dello stratigrafo. Il primo tiene conto degli eventi che storicamente hanno segnato cambiamenti infrastrutturali di Roma o che ne hanno caratterizzato passaggi significativi dal punto di vista storico-sociale. Il secondo è invece incentrato sulle trasformazioni dell’area, con particolare attenzione al tema dell’acqua che, nel tempo, ne ha disegnato il paesaggio.
Ed ecco che il visitatore scopre che a 14-15 metri di profondità sono state rinvenute tracce di media età imperiale (III secolo d.C), mentre i resti di età repubblicana sono stati conservati a 19 metri dalla superficie.
Tra le chicche di questo sorprendente museo sottorraneo a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni, ci sono anche alcuni frammenti ceramici di età moderna e contemporanea, i resti di un cesto in vimini, risalenti al II-I secolo a.C, perfettamente conservati, e alcuni reperti organici - semi, noccioli di pesca, pinoli e pigne, ma anche gusci di molluschi - provenienti da contesti della prima e media età imperiale.
In questo viaggio nel tempo in attesa del proprio treno, i passeggeri potranno ammirare anche canali in tufo, in uso dal II secolo al I secolo d.C., elementi in tufo pertinenti ad uno sbarramento idraulico di età augustea, sistemi di drenaggio per la bonifica del terreno, realizzati con anfore, un tappo di anfora in sughero, un amo in bronzo del I secolo d.C, una serie di monete, bolli laterizi e persino una gemma, appartenuta chissà a chi, con incisa l’iscrizione +ABIA PACIC del II/III secolo d.C.
Intanto tutt'intorno la vita scorre e il tabellone degli orari ci riporta al 2018. Certamente, in questo inusuale museo che è anche un tuffo nel tempo e nella storia di una città che non smette di sorprendere, per la prima volta, attendere il proprio treno non sarà poi così sgradevole.
Leggi anche:
• Roma: nei cantieri della metro, i castra e la domus del comandante
• Una piccola Pompei nel cuore di Roma. Riemergono lo scheletro di un cane e il solaio in legno di un edificio del III secolo d.C.
Non siamo in un museo a oltre venti metri di profondità, ma nella nuova stazione della metro C, fermata San Giovanni - nel cuore di Roma - che collega la periferia est al centro, ed unisce le linee A e C, correndo dall’attuale capolinea di Piazza Lodi fino a San Giovanni. Inaugurata lo scorso 12 maggio dopo dodici anni di lavori, tra ritardi e polemiche, è la prima stazione “musealizzata” con allestimenti museali tematici e reperti archeologici a vista.
In realtà, salendo sulle scale mobili e scivolando giù verso la banchina dei treni, passeggeri e visitatori compiono un emozionante viaggio nel tempo.
Gli scavi - come raccontano anche alcuni filmati che spiegano come sia avvenuto il recupero dei preziosi resti, descrivendo l’area nei secoli - hanno infatti consentito di esplorare una stratigrafia di oltre 20 metri di profondità. Il risultato è uno straordinario tour underground tra scale mobili e corridoi che ripercorrono le diverse epoche storiche che hanno segnato la vita dell’Urbe.
Per consentire al pubblico di comprendere meglio il susseguirsi della storia, alle pareti sono stati collocati alcuni pannelli che descrivono la profondità alla quale ci si trova e il corrispondente periodo storico. Questo percorso dall’alto verso il basso, che lascia a bocca aperta, comincia con l’età contemporanea per concludersi con la preistoria.
Due registri narrativi commentano e accompagnano lo sviluppo cronologico dello stratigrafo. Il primo tiene conto degli eventi che storicamente hanno segnato cambiamenti infrastrutturali di Roma o che ne hanno caratterizzato passaggi significativi dal punto di vista storico-sociale. Il secondo è invece incentrato sulle trasformazioni dell’area, con particolare attenzione al tema dell’acqua che, nel tempo, ne ha disegnato il paesaggio.
Ed ecco che il visitatore scopre che a 14-15 metri di profondità sono state rinvenute tracce di media età imperiale (III secolo d.C), mentre i resti di età repubblicana sono stati conservati a 19 metri dalla superficie.
Tra le chicche di questo sorprendente museo sottorraneo a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni, ci sono anche alcuni frammenti ceramici di età moderna e contemporanea, i resti di un cesto in vimini, risalenti al II-I secolo a.C, perfettamente conservati, e alcuni reperti organici - semi, noccioli di pesca, pinoli e pigne, ma anche gusci di molluschi - provenienti da contesti della prima e media età imperiale.
In questo viaggio nel tempo in attesa del proprio treno, i passeggeri potranno ammirare anche canali in tufo, in uso dal II secolo al I secolo d.C., elementi in tufo pertinenti ad uno sbarramento idraulico di età augustea, sistemi di drenaggio per la bonifica del terreno, realizzati con anfore, un tappo di anfora in sughero, un amo in bronzo del I secolo d.C, una serie di monete, bolli laterizi e persino una gemma, appartenuta chissà a chi, con incisa l’iscrizione +ABIA PACIC del II/III secolo d.C.
Intanto tutt'intorno la vita scorre e il tabellone degli orari ci riporta al 2018. Certamente, in questo inusuale museo che è anche un tuffo nel tempo e nella storia di una città che non smette di sorprendere, per la prima volta, attendere il proprio treno non sarà poi così sgradevole.
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