In mostra a Roma dal 5 maggio
Per la prima volta in Italia, gli scatti vincitori del World Press Photo 2023
Anush Babajanyan Armena, nata nel 1983, Acque maltrattate. Vincitore globale Premio Progetti a Lungo Termine. "Alcune donne visitano una sorgente calda che è emersa dal letto secco del lago d’Aral, vicino al villaggio di Akespe, in Kazakistan, il 27 agosto 2019. Un tempo il quarto lago più grande del mondo, il lago d’Aral ha perso il 90 per cento della sua portata da quando l’acqua del fiume è stata deviata".<
Francesca Grego
04/05/2023
Roma - Un anno di guerra, ma anche di speranza, di rinascita, di impegno e cambiamenti da un capo all’altro del globo: lo ripercorreremo a Palazzo delle Esposizioni attraverso gli obiettivi dei migliori reporter attivi oggi nel mondo. Apre al pubblico da domani, venerdì 5 maggio, fino al prossimo 4 giugno, la mostra del World Press Photo 2023. In anteprima nazionale vedremo le 120 foto finaliste del prestigioso concorso di fotogiornalismo, scelte tra 60 mila immagini e reportage inviati da 3.752 fotografi provenienti da 127 paesi.
Evgeniy Maloletka (ucraino, nato nel 1987). Vincitore globale Premio Foto dell’anno. "Attacco aereo alla clinica di maternità di Mariupol"
In primo piano, i quattro scatti che si sono aggiudicati il premio mondiale nelle categorie “Singole”, “Storie”, “Progetti a lungo termine” e “Open Format”.
Il premio “Foto dell’anno” è andato al fotografo ucraino Evgeniy Maloletka per un’immagine scattata il 9 marzo 2022 durante l’assedio di Mariupol in Ucraina. La foto ritrae una donna incinta trasportata in barella fuori dal reparto maternità di un ospedale danneggiato nel corso di un attacco aereo russo. La donna gravemente ferita è deceduta mezz’ora dopo aver dato alla luce il corpo senza vita di suo figlio. Il presidente della giuria globale, il photo editor del New York Times e co-fondatore di Diversify Photo Brent Lewis, ha dichiarato: “Con il voto dato nel primo anniversario dall'inizio della guerra in Ucraina, la giuria ha premiato il potere di questa immagine e la storia che c’è dietro. La morte della donna incinta e di suo figlio riassume gran parte della guerra”.
Chad Ajamian, Australian Floods in Infrared. Vincitore regionale Premio Categoria Open Format - Sud est asiatico e Oceania
Ad aggiudicarsi il premio “Story of the Year" è stato Mads Nissen, fotografo danese, con la storia The Price of Peace in Afghanistan, realizzata per Politiken/Panos Pictures. Il lavoro, attraverso nove inquietanti ma bellissime foto, ricorda le difficoltà quotidiane del popolo afghano che vive ora sotto il regime dei talebani in assenza di aiuti internazionali.
M'hammed Kilito (marocchino, nato nel 1981), Prima che svanisca. Vincitore regionale Premio Categoria Progetti a Lungo Termine - Africa
Con Battered Waters, realizzato per VII Photo/National Geographic Society, la fotografa armena Anush Babajanyan, ha invece conquistato il premio “Long-Term Project”. Quattro paesi dell’Asia centrale Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan sono alle prese con la crisi climatica e con la mancanza di coordinamento nell’utilizzo delle risorse idriche condivise. Il progetto mette in luce l’impatto della siccità e della gestione dell'acqua dopo la caduta dell'Unione Sovietica e mostra il potente spirito di resilienza delle popolazioni costrette ad adattarsi alla nuova realtà.
Mohamed Mahdy, (egiziano, nato nel 1996), Qui, le porte non mi conoscono. Vincitore globale Premio Open Format
Il vincitore della categoria “Open Format Award”, dedicata a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate), è il fotografo egiziano Mohamed Madhy. Attraverso il suo lavoro, Here, The doors don’t know me, l’autore narra la storia di una comunità di pescatori che sta scomparendo nel quartiere di Al Max ad Alessandria d’Egitto. Il lavoro è il risultato di una collaborazione con gli stessi protagonisti del progetto, strutturato a più livelli, che si compone di un approccio fotografico, di materiale d’archivio dei residenti, di lettere, disegni scritti a mano, video e suoni.
Alessandro Cinque (Italiano, nato nel 1988), Alpaqueros. Vincitore regionale Premio Categoria Reportage - Sud America
Tra i vincitori regionali troviamo anche due fotografi italiani. Il primo, Simone Tramonte, ha vinto nella categoria “Long-Term Projects” per l’Europa con il lavoro Net-Zero Transition, che mostra le proposte più innovative per trasformare l’Europa nel primo continente a impatto zero.Il tema del cambiamento climatico viene affrontato dal fotografo tramite una prospettiva positiva, seguendo le tracce verso un concreto progresso ambientale, tecnologico, scientifico, sociale ed economico. Il secondo italiano, Alessandro Cinque, è stato invece premiato per il progetto Alpaqueros, frutto di diversi anni di lavoro sul territorio a contatto con comunità in bilico tra sopravvivenza, tradizioni e sostenibilità: è la storia di donne allevatrici peruviane che rischiano la vita portando gli alpaca sempre più in alto per combattere il cambiamento climatico e mantenere vivo il commercio che sostiene le loro famiglie.
Simone Tramonte (Italiano, nato nel 1976), Transizione a emissioni zero nette. Vincitore regionale Premio Categoria Progetti a Lungo Termine - Europa
Leggi anche:
• Lo spettacolo della Terra va in scena nelle foto del National Geographic
• La natura è in festa negli scatti del Wildlife Photographer of the Year
Evgeniy Maloletka (ucraino, nato nel 1987). Vincitore globale Premio Foto dell’anno. "Attacco aereo alla clinica di maternità di Mariupol"
In primo piano, i quattro scatti che si sono aggiudicati il premio mondiale nelle categorie “Singole”, “Storie”, “Progetti a lungo termine” e “Open Format”.
Il premio “Foto dell’anno” è andato al fotografo ucraino Evgeniy Maloletka per un’immagine scattata il 9 marzo 2022 durante l’assedio di Mariupol in Ucraina. La foto ritrae una donna incinta trasportata in barella fuori dal reparto maternità di un ospedale danneggiato nel corso di un attacco aereo russo. La donna gravemente ferita è deceduta mezz’ora dopo aver dato alla luce il corpo senza vita di suo figlio. Il presidente della giuria globale, il photo editor del New York Times e co-fondatore di Diversify Photo Brent Lewis, ha dichiarato: “Con il voto dato nel primo anniversario dall'inizio della guerra in Ucraina, la giuria ha premiato il potere di questa immagine e la storia che c’è dietro. La morte della donna incinta e di suo figlio riassume gran parte della guerra”.
Chad Ajamian, Australian Floods in Infrared. Vincitore regionale Premio Categoria Open Format - Sud est asiatico e Oceania
Ad aggiudicarsi il premio “Story of the Year" è stato Mads Nissen, fotografo danese, con la storia The Price of Peace in Afghanistan, realizzata per Politiken/Panos Pictures. Il lavoro, attraverso nove inquietanti ma bellissime foto, ricorda le difficoltà quotidiane del popolo afghano che vive ora sotto il regime dei talebani in assenza di aiuti internazionali.
M'hammed Kilito (marocchino, nato nel 1981), Prima che svanisca. Vincitore regionale Premio Categoria Progetti a Lungo Termine - Africa
Con Battered Waters, realizzato per VII Photo/National Geographic Society, la fotografa armena Anush Babajanyan, ha invece conquistato il premio “Long-Term Project”. Quattro paesi dell’Asia centrale Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan sono alle prese con la crisi climatica e con la mancanza di coordinamento nell’utilizzo delle risorse idriche condivise. Il progetto mette in luce l’impatto della siccità e della gestione dell'acqua dopo la caduta dell'Unione Sovietica e mostra il potente spirito di resilienza delle popolazioni costrette ad adattarsi alla nuova realtà.
Mohamed Mahdy, (egiziano, nato nel 1996), Qui, le porte non mi conoscono. Vincitore globale Premio Open Format
Il vincitore della categoria “Open Format Award”, dedicata a progetti che utilizzano diversi media (dal video, al documentario interattivo, alle foto disegnate), è il fotografo egiziano Mohamed Madhy. Attraverso il suo lavoro, Here, The doors don’t know me, l’autore narra la storia di una comunità di pescatori che sta scomparendo nel quartiere di Al Max ad Alessandria d’Egitto. Il lavoro è il risultato di una collaborazione con gli stessi protagonisti del progetto, strutturato a più livelli, che si compone di un approccio fotografico, di materiale d’archivio dei residenti, di lettere, disegni scritti a mano, video e suoni.
Alessandro Cinque (Italiano, nato nel 1988), Alpaqueros. Vincitore regionale Premio Categoria Reportage - Sud America
Tra i vincitori regionali troviamo anche due fotografi italiani. Il primo, Simone Tramonte, ha vinto nella categoria “Long-Term Projects” per l’Europa con il lavoro Net-Zero Transition, che mostra le proposte più innovative per trasformare l’Europa nel primo continente a impatto zero.Il tema del cambiamento climatico viene affrontato dal fotografo tramite una prospettiva positiva, seguendo le tracce verso un concreto progresso ambientale, tecnologico, scientifico, sociale ed economico. Il secondo italiano, Alessandro Cinque, è stato invece premiato per il progetto Alpaqueros, frutto di diversi anni di lavoro sul territorio a contatto con comunità in bilico tra sopravvivenza, tradizioni e sostenibilità: è la storia di donne allevatrici peruviane che rischiano la vita portando gli alpaca sempre più in alto per combattere il cambiamento climatico e mantenere vivo il commercio che sostiene le loro famiglie.
Simone Tramonte (Italiano, nato nel 1976), Transizione a emissioni zero nette. Vincitore regionale Premio Categoria Progetti a Lungo Termine - Europa
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