Aperture straordinarie nei weekend di marzo e aprile
Primavera con l’archeologia: sei siti da scoprire a Roma
Il tempio di Ercole vincitore al Foro Boario I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Francesca Grego
01/03/2024
Roma - Con la sua mole e le sue forme insolite, la Piramide Cestia domina lo storico quartiere del Testaccio, catturando lo sguardo di turisti e residenti. Ma che ci fa una piramide a Roma? E che cosa si nasconde al suo interno? È solo una delle curiosità che avremo modo di soddisfare nella Primavera dell’Archeologia, il programma di aperture straordinarie voluto dalla Soprintendenza Speciale di Roma per i mesi di marzo e aprile. Quest’anno sono sei i siti archeologici coinvolti nell’iniziativa, tutti di notevole interesse. Ogni weekend, speciali visite guidate permetteranno di ammirarli eccezionalmente dall’interno e conoscerne i segreti.
Piramide Cestia I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
La prima ad aprire le porte sarà la Basilica sotterranea di Porta Maggiore, un luogo ancora intriso di mistero e unico nel suo genere. Primo esempio di basilica giunto fino a noi, conserva ancora il suo aspetto originario, con tanto di pitture, stucchi e mosaici. Scoperta per caso nel 1917, è un capolavoro di tecnica costruttiva reso ancora più interessante dal suo carattere ipogeo. Ma la sua fama è legata soprattutto alle oscure leggende che la circondano: secondo alcuni studiosi, infatti, fu sede dei culti orfici neopitagorici diffusi a Roma fin dall'alba dell'Impero.
Basilica sotterranea di Porta Maggiore, dettaglio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Poco lontano, il Tempio di Minerva Medica svetta tra i binari e i palazzi dell’Esquilino. Non tutti sanno, tuttavia, che questa imponente struttura non ha nulla di religioso: era in realtà una grande sala destinata a feste e banchetti, all’interno di una lussuosa villa extraurbana. Solo dal XVII secolo fu fantasiosamente identificata con un santuario dedicato a una delle divinità della triade capitolina.
Tempio di Minerva Medica I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Il respiro del sacro, invece, si avverte ancora entrando nel Mitreo Barberini, luogo segreto per eccellenza fin dall’antichità, perché accessibile solo agli iniziati ai misteri del dio Mitra. Antichissimi riti di origine orientale sono dipinti sulle pareti: un’autentica rarità nel panorama dell’archeologia romana, dove nessun mitreo ha conservato i suoi affreschi.
Mitreo Barberini, dettaglio degli affreschi della parete di fondo I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Domus dai ricchi mosaici si svelano nell’Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme, in epoca romana sede di un vasto complesso di ville e giardini (i famosi Horti Variani), mentre al Foro Boario aprono al pubblico il Tempio di Portunus, tra i meglio conservati dell’Urbe, e il Tempio di Ercole vincitore, il più antico edificio in marmo presente nella Città Eterna.
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Ma veniamo alla domanda iniziale: che ci fa una piramide a Roma? Come si potrà osservare personalmente partecipando a una delle quattro visite in programma tra marzo e aprile, il sorprendente monumento del Testaccio è una tomba, al pari delle piramidi egizie. Penetrando nella camera sepolcrale, apprenderemo la storia del suo “inquilino” Gaio Cestio Epulone, politico adepto dell’Egitto-mania che dilagò nella Capitale quando i Romani conquistarono la terra dei faraoni. Incredibile ma vero, la costruzione della Piramide Cestia fu completata in meno di un anno: nel suo testamento, Gaio aveva infatti disposto che gli eredi ultimassero il sepolcro entro 330 giorni, pena la perdita della ricca eredità! Oggi il monumento si prepara a importanti lavori di riqualificazione nell’ambito del PNRR, insieme a tutta l’area archeologica del Testaccio.
Informazioni e dettagli sul programma delle visite sono disponibili sui siti www.soprintendenzaspecialeroma.it e www.coopculture.it.
Piramide Cestia I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
La prima ad aprire le porte sarà la Basilica sotterranea di Porta Maggiore, un luogo ancora intriso di mistero e unico nel suo genere. Primo esempio di basilica giunto fino a noi, conserva ancora il suo aspetto originario, con tanto di pitture, stucchi e mosaici. Scoperta per caso nel 1917, è un capolavoro di tecnica costruttiva reso ancora più interessante dal suo carattere ipogeo. Ma la sua fama è legata soprattutto alle oscure leggende che la circondano: secondo alcuni studiosi, infatti, fu sede dei culti orfici neopitagorici diffusi a Roma fin dall'alba dell'Impero.
Basilica sotterranea di Porta Maggiore, dettaglio I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Poco lontano, il Tempio di Minerva Medica svetta tra i binari e i palazzi dell’Esquilino. Non tutti sanno, tuttavia, che questa imponente struttura non ha nulla di religioso: era in realtà una grande sala destinata a feste e banchetti, all’interno di una lussuosa villa extraurbana. Solo dal XVII secolo fu fantasiosamente identificata con un santuario dedicato a una delle divinità della triade capitolina.
Tempio di Minerva Medica I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Il respiro del sacro, invece, si avverte ancora entrando nel Mitreo Barberini, luogo segreto per eccellenza fin dall’antichità, perché accessibile solo agli iniziati ai misteri del dio Mitra. Antichissimi riti di origine orientale sono dipinti sulle pareti: un’autentica rarità nel panorama dell’archeologia romana, dove nessun mitreo ha conservato i suoi affreschi.
Mitreo Barberini, dettaglio degli affreschi della parete di fondo I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Domus dai ricchi mosaici si svelano nell’Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme, in epoca romana sede di un vasto complesso di ville e giardini (i famosi Horti Variani), mentre al Foro Boario aprono al pubblico il Tempio di Portunus, tra i meglio conservati dell’Urbe, e il Tempio di Ercole vincitore, il più antico edificio in marmo presente nella Città Eterna.
Area Archeologica di Santa Croce in Gerusalemme I Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Ma veniamo alla domanda iniziale: che ci fa una piramide a Roma? Come si potrà osservare personalmente partecipando a una delle quattro visite in programma tra marzo e aprile, il sorprendente monumento del Testaccio è una tomba, al pari delle piramidi egizie. Penetrando nella camera sepolcrale, apprenderemo la storia del suo “inquilino” Gaio Cestio Epulone, politico adepto dell’Egitto-mania che dilagò nella Capitale quando i Romani conquistarono la terra dei faraoni. Incredibile ma vero, la costruzione della Piramide Cestia fu completata in meno di un anno: nel suo testamento, Gaio aveva infatti disposto che gli eredi ultimassero il sepolcro entro 330 giorni, pena la perdita della ricca eredità! Oggi il monumento si prepara a importanti lavori di riqualificazione nell’ambito del PNRR, insieme a tutta l’area archeologica del Testaccio.
Informazioni e dettagli sul programma delle visite sono disponibili sui siti www.soprintendenzaspecialeroma.it e www.coopculture.it.
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