Roma e la stagione dell’arte fiamminga: dopo Vermeer arriva Bruegel, con capolavori inediti
										
										 
										
										
																		
																	MiBAC | 
																									Pieter Brueghel il Giovane, Danza nuziale all’aperto, 1610 ca.,  Collezione privata
															
							26/11/2012
							Roma -  Sarà un Natale all’insegna dell’arte fiamminga quello della Capitale, quest’anno. Mentre alle Scuderie del Quirinale sarà ancora in corso la mostra Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese, che proseguirà fino al 20 gennaio 2013, al Chiostro del Bramante il 18 dicembre approda la dinastia dei Bruegel, per rimanere fino al 2 giugno 2013.
Bruegel. Meraviglie dell’arte fiamminga porta per la prima volta in assoluto a Roma questa celebre e longeva famiglia di pittori, che tra il Cinque e Seicento, nel corso di più di 150 anni, ha impresso, con il proprio lavoro, un segno importante nella storia dell’arte europea.
 
La genealogia dei Brueghel è lunga e articolata, ma ha al centro le tre personalità maggiori, quelle di Pieter Bruegel il Vecchio e dei suoi figli, Jan Bruegel il Giovane e Pieter Bruegel il Giovane. La famiglia, durante il suo tempo, è ricca e potente nel mercato dell’arte in Olanda al punto che il cognome Bruegel (o Brueghel, con la "h", come preferivano alcuni dei suoi componenti) diviene una sorta di marchio di fabbrica, o di brand come diremmo oggi, come ha spiegato uno dei due curatori dell’amostra, Sergio Gaddi, insieme a Doron J. Lurie, Conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art.
  
L’esposizione di Roma si colloca nell’ambito di un grande progetto internazionale che, dopo le tappe di Como e Tel Aviv, sta per arrivare al Chiostro del Bramante in una versione ampliata con l’aggiunta di una ventina di nuove opere, che portano a cento il totale di quelle in esposizione (circa 80 dipinti e 20 disegni) alcune delle quali mai esposte prima d’ora al pubblico e tutte provenienti da importanti istituzioni pubbliche (tra cui il Tel Aviv Museum of Art, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Bonnefantenmuseum di Maastricht ,la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo Capodimonte di Napoli) e private internazionali.
  
Nicoletta Speltra
						
						
					Bruegel. Meraviglie dell’arte fiamminga porta per la prima volta in assoluto a Roma questa celebre e longeva famiglia di pittori, che tra il Cinque e Seicento, nel corso di più di 150 anni, ha impresso, con il proprio lavoro, un segno importante nella storia dell’arte europea.
La genealogia dei Brueghel è lunga e articolata, ma ha al centro le tre personalità maggiori, quelle di Pieter Bruegel il Vecchio e dei suoi figli, Jan Bruegel il Giovane e Pieter Bruegel il Giovane. La famiglia, durante il suo tempo, è ricca e potente nel mercato dell’arte in Olanda al punto che il cognome Bruegel (o Brueghel, con la "h", come preferivano alcuni dei suoi componenti) diviene una sorta di marchio di fabbrica, o di brand come diremmo oggi, come ha spiegato uno dei due curatori dell’amostra, Sergio Gaddi, insieme a Doron J. Lurie, Conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art.
L’esposizione di Roma si colloca nell’ambito di un grande progetto internazionale che, dopo le tappe di Como e Tel Aviv, sta per arrivare al Chiostro del Bramante in una versione ampliata con l’aggiunta di una ventina di nuove opere, che portano a cento il totale di quelle in esposizione (circa 80 dipinti e 20 disegni) alcune delle quali mai esposte prima d’ora al pubblico e tutte provenienti da importanti istituzioni pubbliche (tra cui il Tel Aviv Museum of Art, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Bonnefantenmuseum di Maastricht ,la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo Capodimonte di Napoli) e private internazionali.
Nicoletta Speltra
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