Dal 21 novembre la fondazione veneziana avrà una nuova sezione
Alla Querini Stampalia, il tesoro "ritrovato" della Cassa di risparmio di Venezia
Gonfalone raffigurante il Leone alato di San Marco, manifattura veneziana, fine XVIII - inizio XIX secolo seta con ricami in oro e tempera, 320 x 180 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Samantha De Martin
10/10/2018
Venezia - Due dipinti di Canaletto, il bozzetto del Giudizio Universale di Giambattista Tiepolo e quello del Paradiso di Tintoretto, alcune sculture di Arturo Martini e i capolavori della scuola veneta.
È solo una parte dei tesori della collezione Cassa di Risparmio di Venezia, oggi Intesa Sanpaolo, affidati per vent’anni, con possibilità di rinnovo, alla Fondazione Querini Stampalia, grazie all’accordo tra la banca e la fondazione veneziana voluta nel 1868 dal conte Giovanni, e che, a partire dal 21 novembre, si arricchisce ufficialmente di una nuova sezione.
“Per questa nuova collezione, che va ad integrare perfettamente quanto posseduto dalla Querini Stampalia, si può parlare di un tesoro ritrovato” commenta il presidente della Fondazione, Marino Cortese, artefice dell’accordo con Giovanni Bazoli, presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, che ha consentito l’importante operazione culturale.
Quadri, mobili, orologi, libri preziosi, in passato non sempre fruibili al pubblico, saranno accolti al terzo piano del palazzo cinquecentesco, nelle panoramiche sale prima destinate agli uffici e dove Michele De Lucchi, su incarico di Intesa Sanpaolo, sta ultimando la creazione di un apposito, raffinato spazio espositivo. L'intervento dell'architetto ferrarese aggiungerà un nuovo segno architettonico in Fondazione, dopo i progetti di Carlo Scarpa, Valeriano Pastor, Mario Botta, succedutisi negli anni.
Il visitatore potrà pertanto percorrere le sale in un excursus storico-temporale, scegliendo se iniziare dalle sculture novecentesche di Arturo Martini per arrivare alle opere cinquecentesche del Tintoretto, o viceversa. Accanto alle pitture di ambito veneziano dal XVI al XX secolo, ai tappeti, alle consolle del XVII e del XVIII secolo, a un vessillo di San Marco di fine Settecento e a una bandiera della Repubblica del 1848, ad incantare i visitatori sarà, al primo piano, una nuova sala che accoglierà la preziosa raccolta di volumi collezionati dalla Carive, conosciuta come nucleo della “Biblioteca veneziana”. Un corpus di oltre 3mila materiali che raccontano la storia economica e artistica della città di Venezia, tra manoscritti, bolle e leggi, a disposizione degli utenti della già ricca Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia. Su richiesta, gli ospiti potranno accedere anche alla collezione numismatica, costituita da un’importante raccolta di monete prodotte dalla Zecca veneziana dal XIII secolo fino al 1866, anno in cui cessò la sua attività.
Leggi anche:
• Con Intesa Sanpaolo la Querini Stampalia si arricchisce di un grande patrimonio artistico
È solo una parte dei tesori della collezione Cassa di Risparmio di Venezia, oggi Intesa Sanpaolo, affidati per vent’anni, con possibilità di rinnovo, alla Fondazione Querini Stampalia, grazie all’accordo tra la banca e la fondazione veneziana voluta nel 1868 dal conte Giovanni, e che, a partire dal 21 novembre, si arricchisce ufficialmente di una nuova sezione.
“Per questa nuova collezione, che va ad integrare perfettamente quanto posseduto dalla Querini Stampalia, si può parlare di un tesoro ritrovato” commenta il presidente della Fondazione, Marino Cortese, artefice dell’accordo con Giovanni Bazoli, presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, che ha consentito l’importante operazione culturale.
Quadri, mobili, orologi, libri preziosi, in passato non sempre fruibili al pubblico, saranno accolti al terzo piano del palazzo cinquecentesco, nelle panoramiche sale prima destinate agli uffici e dove Michele De Lucchi, su incarico di Intesa Sanpaolo, sta ultimando la creazione di un apposito, raffinato spazio espositivo. L'intervento dell'architetto ferrarese aggiungerà un nuovo segno architettonico in Fondazione, dopo i progetti di Carlo Scarpa, Valeriano Pastor, Mario Botta, succedutisi negli anni.
Il visitatore potrà pertanto percorrere le sale in un excursus storico-temporale, scegliendo se iniziare dalle sculture novecentesche di Arturo Martini per arrivare alle opere cinquecentesche del Tintoretto, o viceversa. Accanto alle pitture di ambito veneziano dal XVI al XX secolo, ai tappeti, alle consolle del XVII e del XVIII secolo, a un vessillo di San Marco di fine Settecento e a una bandiera della Repubblica del 1848, ad incantare i visitatori sarà, al primo piano, una nuova sala che accoglierà la preziosa raccolta di volumi collezionati dalla Carive, conosciuta come nucleo della “Biblioteca veneziana”. Un corpus di oltre 3mila materiali che raccontano la storia economica e artistica della città di Venezia, tra manoscritti, bolle e leggi, a disposizione degli utenti della già ricca Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia. Su richiesta, gli ospiti potranno accedere anche alla collezione numismatica, costituita da un’importante raccolta di monete prodotte dalla Zecca veneziana dal XIII secolo fino al 1866, anno in cui cessò la sua attività.
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