Fino al 29 settembre a Palazzo Ducale

El Greco e le icone. A Venezia un’avventura tra Oriente e Occidente

L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia. Foto Irene Fanizza I Courtesy MUVE
 

Francesca Grego

02/05/2025

Venezia - Mentre Tiziano, Veronese e Tintoretto animavano la grande stagione del Rinascimento a Venezia, nell’isola di Creta, gemma tra i domini della Serenissima al centro del Mediterraneo, andava in scena una storia dell’arte parallela, sospesa tra Oriente e Occidente. La racconta la mostra L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia, appena inaugurata a Palazzo Ducale e visitabile fino al prossimo 29 settembre. 

Come spesso accade, anche in questo caso sono stati i grandi eventi storici a disegnare le rotte dell’arte: dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, infatti, Creta diventa il centro propulsore dell’antica tradizione pittorica bizantina, meta di artisti provenienti da tutto il Mediterraneo orientale. Sull’isola oltre cento botteghe di madoneri si dedicano alla produzione delle icone, dando vita a una pittura ibrida e sincretica, che innesta sull’impianto aulico bizantino - già tra i fondamenti della cultura visiva veneziana - le novità del linguaggio figurativo occidentale, prima tardo gotico, poi rinascimentale, che porta nel mondo delle icone un dinamismo e un’attenzione all’uomo e alla natura mai visti prima. Per la prima volta una mostra indaga a fondo sul fenomeno, che nel Quattrocento e nel Cinquecento fu rilevantissimo e sopravvisse con ulteriori evoluzioni fino alle soglie del XIX secolo. 

A Palazzo Ducale un itinerario in sette tappe invita i visitatori a ripercorrerne gli sviluppi, a tu per tu con i principali protagonisti di questa storia: dai pionieri Angelos, Akotantos e Andreas Ritzos, affascinati dal gotico occidentale, a Ioannis Parmeniatis, nei dipinti del quale di avverte l’eco delle ricerche di Giovanni Bellini, per arrivare allo stile libero di Georgios Klontzas e Michael Damaskinos, che soggiornò a lungo a Venezia nutrendosi delle innovazioni dei maestri lagunari. 

Al centro del racconto della mostra c’è il più celebre e stravagante interprete della scuola cretese: Dominikos Theotokopoulos detto El Greco, artista in viaggio dallo stile unico, che a maestri moderni come Manet e Picasso sarebbe apparso come una profezia. Nato a Creta nel 1541, El Greco inizia la sua carriera di artista come pittore di icone, per poi giungere a Venezia, meta imprescindibile per gli artisti dell’epoca: l’incontro con Tiziano, Bassano, Tintoretto segna una svolta, prima della partenza per Roma e infine per la Spagna, dove l’artista troverà la sua consacrazione. Prestiti prestigiosi ripercorrono l’evoluzione del linguaggio di El Greco nelle sale di Palazzo Ducale, dalla Fuga in Egitto del Prado al San Pietro della National Gallery - Alexandros Soutsos di Atene. 

Nel 1669 Creta cade sotto il dominio degli Ottomani e la tradizione delle icone riprende il suo viaggio: i suoi artefici si trasferiscono nelle isole ioniche, in primis Zante e Corfù, oppure a Venezia, dove intorno alla Chiesa di San Giorgio dei Greci si coagula una comunità numerosa e culturalmente vivace. 

Accanto a importanti dipinti riuniti da collezioni italiane e internazionali, i visitatori dell’esposizione veneziana troveranno video installazioni interattive create per approfondire i contenuti del progetto: indagini su singole icone, documenti rari, ricostruzioni dettagliate e navigabili di luoghi come la Chiesa di San Giorgio dei Greci o applicazioni per creare sul momento la propria icona e sentirsi per qualche minuto protagonisti di un’avventura di cinquecento anni fa.