Dal 1° agosto all’11 gennaio ai Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo San Francesco

Fuori dai confini della realtà. L'estate a Domodossola è con Klee, Picasso, Chagall

Marc Chagall, Suonatore di violino, 1960 ca, tecnica mista su carta, Collezione privata M. B. Milano
 

Samantha De Martin

10/07/2025

Verbano-Cusio-Ossola - Manipolare la materia, il vetro, la ceramica per sondare gli universi della mente.
Tradurre in tela l’irrazionale, liberando l’immagine dai significati quotidiani, intrisi di realtà, riportandola a uno stato di purezza. Radicati in un contesto storico turbolento, le opere di artisti straordinari come Pablo Picasso, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Paul Klee, Marc Chagall e Gastone Novelli celebrano il ribaltamento dei vincoli razionali, riallacciandosi alla tradizione europea, aprendo, al tempo stesso, un varco verso il nuovo, attraverso un linguaggio che sfida la logica e la ragione.
Dal 1° agosto all’11 gennaio la mostra dal titolo Fuori dai confini della realtà. Tra Klee, Chagall e Picasso porta i maestri del Novecento ai Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo San Francesco a Domodossola.
Ideata e curata da Antonio D’Amico con la collaborazione di Stefano Papetti e Federico Troletti e promossa dal Comune di Domodossola, in partnership con la Fondazione Angela Paola Ruminelli, prodotta dal Museo Bagatti Valsecchi di Milano, con il patrocinio della Regione Piemonte e con il sostegno di Findomo S.r.l, l’esposizione fruga nel periodo a cavallo tra le due guerre, fino agli Sessanta.
Fulcro di questo viaggio è un nucleo di dipinti e opere d’arte applicata inediti che puntano a infrangere le regole imposte dalla razionalità per riscoprire una dimensione spirituale e liberatoria rispetto a tutto ciò che è visibile e tangibile.

La mostra si inserisce all’interno della V edizione dell’esposizione Italo Svizzera che sarà allestita dal 13 al 22 settembre 2025 proprio a Domodossola.


Paul Klee, Baumgruppe, 1931, Acquerello su carta Ingres, Collezione privata | Courtesy Nuova Galleria Morone Milano

Come i protagonisti della mostra, molti artisti hanno trovato lungo il confine tra Italia e Svizzera un terreno fertile e un luogo di incontro ideale assieme agli altri colleghi. La lunga tradizione culturale e artistica dell’Italia e l’innovazione e lo sperimentalismo della Svizzera hanno alimentato tra loro rapporti fruttuosi, influenzando profondamente l’immaginario collettivo. Se Paul Klee, nato nei pressi di Berna da padre tedesco e madre svizzera, rappresenta un esempio emblematico della connessione tra Italia e Svizzera, con la sua arte che risente fortemente dell’influenza della sua formazione nel paese d’Oltralpe, Chagall, pur essendo di origine russa, lascia un segno indelebile in Svizzera, dove realizza un ciclo di cinque vetrate nella chiesa di Fraumünster a Zurigo, testimoniando il suo legame spirituale e artistico con il territorio.
Anche Picasso si lascia affascinare dal Rinascimento italiano. La storia per ciascuno di loro è una fucina di nuove idee, propizia alla nascita di movimenti come il Dadaismo e l’arte astratta.
Emblematico il titolo del percorso. “Fuori dai confini della realtà” testimonia come questi artisti, insieme ad altri, abbiano contribuito a trasferire l’immagine fuori dai limiti della realtà, riportandola a uno stato di purezza. Le opere di ceramica sperimentale di Fausto Melotti, e il Centauro, realizzate nel secondo dopoguerra, come anche le due versioni di Bambini in ceramica invetriata affiancano il Furetto e il Satiro di Picasso e ancora l’unica opera di Jean Cocteu, Tre occhi (1956). L’acquerello Baumgruppe realizzato nel 1931 da Paul Klee e del Suonatore di violino, e ancora la Composition au cirque del 1976- 77 di Marc Chagall, ammiccano alle opere pittoriche di Osvaldo Licini, come Angelo ribelle (1954), Amalassunta. Mano piede (1954) e il ciclo dei Notturni (1956).


Jean Cocteau, Tre occhi, 1956, vetro trasparente azzurro soffiato a mano, ED Gallery Piacenza

Gastone Novelli sarà presente con una serie di opere che testimoniano l’interesse per un alfabeto fantastico che diventa la cifra stilistica di una pittura profondamente mentale. Accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, la mostra si pone l’obiettivo di riflettere sulla nascita di queste nuove forme artistiche immerse nell’immaginifico, nella fantasia, nel sogno, che cavalcano il Novecento, con un particolare focus sulle influenze degli artisti che hanno vissuto e operato tra Italia e Svizzera. Il progetto offre anche una riflessione sul futuro e su come l’irrazionale e la liberazione dell’immagine possano continuare a influenzare la nostra visione del mondo e della cultura contemporanea.