450 ANNI NEL NOME DI MICHELANGELO
E DELL’ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO DI FIRENZE

 
Esposto adesso presso l’Antiquarium, era stato donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco

Samantha De Martin
formato sconosciuto

La scena (erotica) è una di quelle che metterebbe a dura prova la scure censoria dell’algoritmo.
Protagonista è una coppia di amanti ritratta su un mosaico, rientrato in Italia, precisamente a Pompei, nel luogo per il quale era stato destinato.
Il pannello a mosaico, su lastra di travertino, che potrebbe aver decorato la pavimentazione di una camera da letto di una domus o villa, è stato restituito al Parco archeologico di Pompei dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, rimpatriato dalla Germania a mezzo di spedizione diplomatica, predisposta dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.
Era stato un Capitano della Wehrmacht, addetto alla catena dei rifornimenti militari in Italia durante la Seconda guerra mondiale, a donare il reperto a un cittadino tedesco. Avendolo ricevuto dal padre in punto di morte, uno degli eredi ha provveduto a restituirlo al Nucleo TPC di Roma. La consegna al Parco archeologico di Pompei, a cui il Ministero della Cultura ha assegnato il prezioso reperto, è avvenuta in presenza del Comandante dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, Generale di Divisione Francesco Gargaro.

“Per prima cosa è stato svolto un accertamento nella banca dati dei beni sottratti (banca che contiene oltre un milione e quattrocentomila opere d’arte da ricercare) - ha spiegato il Generale di Divisione Francesco Gargaro - che però ha avuto esito negativo. Quindi il mosaico non risultava come oggetto di furto. In una seconda fase è stato contattato il Parco archeologico di Pompei dove gli addetti ai lavori hanno stabilito l’autenticità di quest’opera e quindi la provenienza dall’area vesuviana. Consegnato al Consolato generale italiano a Stoccarda, il mosaico, meno di un anno fa, è stato trasferito nel caveau dei carabinieri e torna adesso nel luogo di origine. La riconsegna odierna conferma ancora una volta il grande impegno che il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale profonde nella riacquisizione del patrimonio culturale nazionale impropriamente presente all’estero. Questo lavoro viene quotidianamente svolto grazie ad una fitta rete di relazioni internazionali, consolidate negli anni, che ci consentono di poter operare con precisione e rapidità”.



Il mosaico con la coppia di amanti restituito al Parco archeologico di Pompei dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale | Courtesy Parco archeologico di Pompei

Grazie alla collaborazione dell’Ufficio Tutela Beni Archeologici del Parco Archeologico di Pompei, il reperto è tornato al territorio vesuviano, seppure in modo ipotetico, considerata l’assenza di dati certi sull’originario contesto di rinvenimento. In attesa di ulteriori analisi e studi, il pannello sarà esposto temporaneamente all’Antiquarium di Pompei al fine di consentirne, oltre che la conservazione e la tutela, anche la pubblica fruizione.

“Tra la metà del I secolo a. C. e il I sec d C - spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - è usuale avere queste piccole tessere che da lontano assomigliano a una pittura. In questi anni c’è un’ampia produzione di mosaici inseriti in cassa in pietra dello spessore di 5 cm e potenzialmente trasportabili. Il contesto è quello di un ambiente domestico. Siamo di fronte a una scena legata probabilmente all’amore coniugale. Ogni reperto che rientra è una ferita che si chiude. A lungo questo manufatto è stato tagliato fuori dal suo contesto di origine, dalla sua storia. Questa ferita non si chiude oggi. Adesso dovremmo svolgere le analisi per cercare di recuperare il più possibile la storia in esso contenuta.
Lo esporremo prima di tutto nel nostro Antiquarium per restituire l’opera alla pubblica fruizione, alla comunità scientifica, ma anche a tutti i visitatori che vengono qui a Pompei. Questo significa trasformare il fango dell’egoismo e della brama di possesso in un fiore di loto, attraverso lo studio, la conoscenza, la condivisione con il pubblico”.
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