Il sapere della forma. Arcaicità e contemporaneità
Dal 23 Luglio 2014 al 30 Settembre 2014
Penne | Pescara
Luogo: Museo Archeologico Leopardi
Indirizzo: piazza del Duomo 7
Orari: da martedì a sabato 10-13; la prima e terza domenica del mese 10-13 / 15.30-18.30
Curatori: Antonio Zimarino, Laura Cutilli
Enti promotori:
- Fondazione Penne Musei e Archivi
- Comune di Penne
- Fondazione Pescarabruzzo
Telefono per informazioni: +39 085 8210745 / 328 9379969
E-Mail info: cristina@modiv.it
Sito ufficiale: http://www.musap.gov.it
Sarà visitabile fino al 30 settembre 2014 la mostra di scultura contemporanea “Il sapere della forma. Arcaicità e contemporaneità”, curata da Antonio Zimarino e Laura Cutilli e inaugurata sabato 19 luglio a Penne all’interno dell’ottava edizione di “Jazz and Wine”. Sedici scultori hanno partecipato a questo progetto allestito nel Museo Archeologico Leopardi e realizzato dalla Fondazione Penne Musei e Archivi in collaborazione con il Comune di Penne grazie al contributo della Fondazione Pescarabruzzo. Per l’occasione, l’ingresso del museo sarà gratuito per tutta la durata della mostra, con orari 10-13 dal martedì al sabato e 10-13, 15.30-18.30 la prima e terza domenica del mese. Il catalogo della mostra sarà presentato durante il finissage di martedì 30 settembre, alle ore 18.
Gli artisti coinvolti nella mostra sono Marco Appicciafuoco, Fausto Cheng, Angelo Colangelo, Mario Costantini, Luigi Di Fabrizio, Francesco D’Incecco, Salvatore Fornarola, Licia Galizia, Duccio Gammelli, Antonio Giancaterino, Pasquale Martini, Sergio Nannicola, Antonio Quaranta, Gino Sabatini Odoardi, Giancarlo Sciannella e Franco Summa.
«Gli scultori che hanno accettato il nostro invito – spiegano i curatori della mostra, Antonio Zimarino e Laura Cutilli – hanno riflettuto in chiave contemporanea sulle forme di una cultura arcaica ereditata dal passato, elaborata attraverso funzioni sociali quotidiane. Le sculture contemporanee si trovano così ad abitare perfettamente le sale del museo in simbiosi con i reperti archeologici di uso quotidiano, in ferro, bronzo, terracotta e così via. L’arte è una forma di comunicazione che chiede di essere letta, di aprire un dialogo, di fare strada allo sconcerto: non ci chiede di esprimere giudizi ma di pensare al senso di una ricerca. L’arte contemporanea non è celebrazione, bensì interrogazione».
«Con l’inaugurazione di questa mostra di scultura, l’edizione 2014 di “Jazz and wine” si è arricchita di un nuovo, interessante elemento – ha dichiarato il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso la sera dell’inaugurazione de “Il sapere della forma”, sabato 19 luglio – che va ad aggiungersi al tradizionale binomio musica-enologia su cui si è sempre basato questo intrigante evento dell’estate pennese».
Gli artisti coinvolti nella mostra sono Marco Appicciafuoco, Fausto Cheng, Angelo Colangelo, Mario Costantini, Luigi Di Fabrizio, Francesco D’Incecco, Salvatore Fornarola, Licia Galizia, Duccio Gammelli, Antonio Giancaterino, Pasquale Martini, Sergio Nannicola, Antonio Quaranta, Gino Sabatini Odoardi, Giancarlo Sciannella e Franco Summa.
«Gli scultori che hanno accettato il nostro invito – spiegano i curatori della mostra, Antonio Zimarino e Laura Cutilli – hanno riflettuto in chiave contemporanea sulle forme di una cultura arcaica ereditata dal passato, elaborata attraverso funzioni sociali quotidiane. Le sculture contemporanee si trovano così ad abitare perfettamente le sale del museo in simbiosi con i reperti archeologici di uso quotidiano, in ferro, bronzo, terracotta e così via. L’arte è una forma di comunicazione che chiede di essere letta, di aprire un dialogo, di fare strada allo sconcerto: non ci chiede di esprimere giudizi ma di pensare al senso di una ricerca. L’arte contemporanea non è celebrazione, bensì interrogazione».
«Con l’inaugurazione di questa mostra di scultura, l’edizione 2014 di “Jazz and wine” si è arricchita di un nuovo, interessante elemento – ha dichiarato il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso la sera dell’inaugurazione de “Il sapere della forma”, sabato 19 luglio – che va ad aggiungersi al tradizionale binomio musica-enologia su cui si è sempre basato questo intrigante evento dell’estate pennese».
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