Mirta De Simoni Lasta. Luoghi dell'Eco

Mirta De Simoni Lasta. Luoghi dell'Eco, Biblioteca Civica Girolamo Tartarotti, Rovereto
Dal 21 Settembre 2013 al 13 Ottobre 2013
Rovereto | Trento
Luogo: Biblioteca Civica Girolamo Tartarotti
Indirizzo: c.so Bettini 41
Orari: da lunedì a sabato 9-22; domenica 9-13
Enti promotori:
- Comune di Rovereto
- Comunità della Vallagarina
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0464 452500
E-Mail info: bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it
Sito ufficiale: http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it
Dopo le esposizioni all’ Opificio delle Idee di Trambileno e nelle sale di palazzo Eccheli Baisi a Brentonico che hanno avuto grande interesse e partecipazione, saranno gli spazi della biblioteca ad ospitare un ciclo di opere recenti e non, di grandi dimensioni. Sono lavori realizzati con colore acrilico; figure simboliche, deserti, montagne, ziggurat , paesaggi che rispecchiano il pensiero dell’artista in continua trasmigrazione da uno spazio all’altro. Pittura contemporanea con uno sguardo sul mondo e sul tempo in un percorso di ricerca ormai più che trentennale.
Scrive Gabriele Lorenzoni
Il percorso creativo dell’artista nativa di Cles è fatto di questo: di andate, che la spingono lontano, nei territori di una ricerca mai sopita, e di ricordi, che sono sia memorie tangibili, di viaggi, affetti ed esperienze di vita, sia rimandi al mondo interiore, dove personale e universale si confondono. L’arte di Mirta De Simoni Lasta evolve secondo un grafico che non tende mai alla piattezza, ricco di impennate e di rielaborazioni: è presto per dire se l’approdo alla terza dimensione darà i frutti sperati
Giuseppe Calliari
La tela non è rappresentazione di forme ma superficie ricettiva di quanto sta prima della forma, arretra mentre si innalza nell’universo simbolico. Si fa luogo dove potrà accadere un’accensione, un potenziamento di senso, nella dimensione che le è propria. Non l’oggetto dunque, ma una presenza evocata, ritrovata: echi, come l’artista dice, tracce che emergono a patto di allontanare l’ovvietà del rappresentare.
Mariano Apa … Mirta De Simoni scandaglia con vigore le profondità della materia della pittura. Si abbandona ai flussi della pittura in quanto massa cromatica che sprigiona un campo magnetico che tutto prende e tutto rimuove, risistema, localizzando gli elementi della composizione come in un primordiale caos appena trascorso, appena decantato. Un’energia che tutto prende e trasfigura; luce e massa di colore aiutano a costruire le volumetrie vorticose di una pittura corporale. Pittura dal pensiero forte, evoca trascorsi di stagioni artistiche dove la materia era cotta al fuoco e fermata in cottura con l’acqua. C’è qualcosa di primordiale come l’affermazione di uno statuto ontologico della pittura, nell’impegnativo lavoro che costringe alla concentrazione, alla severità della forma, a sublimare l’incontenibile energia del gesto-segno.
Scrive Gabriele Lorenzoni
Il percorso creativo dell’artista nativa di Cles è fatto di questo: di andate, che la spingono lontano, nei territori di una ricerca mai sopita, e di ricordi, che sono sia memorie tangibili, di viaggi, affetti ed esperienze di vita, sia rimandi al mondo interiore, dove personale e universale si confondono. L’arte di Mirta De Simoni Lasta evolve secondo un grafico che non tende mai alla piattezza, ricco di impennate e di rielaborazioni: è presto per dire se l’approdo alla terza dimensione darà i frutti sperati
Giuseppe Calliari
La tela non è rappresentazione di forme ma superficie ricettiva di quanto sta prima della forma, arretra mentre si innalza nell’universo simbolico. Si fa luogo dove potrà accadere un’accensione, un potenziamento di senso, nella dimensione che le è propria. Non l’oggetto dunque, ma una presenza evocata, ritrovata: echi, come l’artista dice, tracce che emergono a patto di allontanare l’ovvietà del rappresentare.
Mariano Apa … Mirta De Simoni scandaglia con vigore le profondità della materia della pittura. Si abbandona ai flussi della pittura in quanto massa cromatica che sprigiona un campo magnetico che tutto prende e tutto rimuove, risistema, localizzando gli elementi della composizione come in un primordiale caos appena trascorso, appena decantato. Un’energia che tutto prende e trasfigura; luce e massa di colore aiutano a costruire le volumetrie vorticose di una pittura corporale. Pittura dal pensiero forte, evoca trascorsi di stagioni artistiche dove la materia era cotta al fuoco e fermata in cottura con l’acqua. C’è qualcosa di primordiale come l’affermazione di uno statuto ontologico della pittura, nell’impegnativo lavoro che costringe alla concentrazione, alla severità della forma, a sublimare l’incontenibile energia del gesto-segno.
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