Le Orestiadi di Gibellina
Dal 26 Giugno 2021 al 25 Luglio 2021
Gibellina | Trapani
Luogo: Fondazione Orestiadi
Indirizzo: località Baglio di Stefano 1, contrada Salinella
Orari: martedì / domenica 9.00 / 13.00 – 15.00 / 18.00 ultimo ingresso ore 17.00; chiuso il lunedì
Sito ufficiale: http://www.fondazioneorestiadi.it
Nel giorno dell’anniversario della sua nascita, il 26 giugno, la Fondazione Orestiadi rende omaggio come oramai da tradizione, al suo fondatore, il senatore Ludovico Corrao, con una mostra dedicata alla rassegna internazionale delle Orestiadi, che s’inaugura sabato 26 giugno alle ore 18.00- e rimane aperta fino al 25 luglio- e la presentazione di una nuova installazione permanente dello scultore Alberto Timossi
Dopo il terremoto del 1968, sindaco-intellettuale, Corrao rese concreta l'utopia della città degli artisti, che diventò così il simbolo della ricostruzione del Belìce. Burri, Consagra, Accardi, Isgrò, Pomodoro, Paladino, Nunzio, Schifano, Quaroni, Venezia, Mendini, Purini, Levi, Damiani, Sciascia, Dolci, Buttitta e ancora Joseph Beuys, Robert Wilson, Philip Glass, Thierry Salmon, Boetti, Scialoja, Turcato, Necrosius, Kusturica, Cage, Pennisi, Kokkos, Giovanna Marini, Zavattini, Zavoli, sono soltanto alcuni dei quelli che accolsero l’invito dal senatore, e le cui opere hanno reso la rifondata Gibellina uno dei luoghi più interessanti per la sperimentazione nelle arti contemporanee.
Quest’anno ricorre anche un altro evento da celebrare: i quarant’anni delle Orestiadi, la rassegna internazionale di teatro, musica, poesia, arti visive, che ha segnato idealmente l’inizio di una profonda germinazione culturale della città: l’incontro tra artisti, architetti, musicisti e poeti, arrivati da tutto il mondo, con i contadini, gli artigiani, gli operai, le donne e i giovani di Gibellina, che si concretizzava nel coinvolgimento della comunità in scena, e delle maestranze locali per la realizzazione delle scenografie e dei costumi in un dialogo continuo tra arti performative e arti visive.
Una caratteristica perennemente questa, presente nell’impianto performativo della stessa città con le sue architetture e le sue opere en plein air, molte delle quali nate come scenografie teatrali, come per esempio l’iconica Montagna di sale di Mimmo Paladino, e la Città di Tebe di Pietro Consagra.
Con un percorso di immagini, documenti, costumi, libretti di scena, frammenti di scenografie, la Fondazione racconta i momenti chiave della storia delle Orestiadi dal 1982 ad oggi, in un percorso mai interrotto e sempre rinnovato, che ne fa uno dei festival più longevi in Italia con più di 400 spettacoli prodotti e ospitati.
“La capacità dice il Presidente della Fondazione Orestiadi, Caologero Pumilia, di resistere e nello stesso tempo ogni anno rinnovarsi per un’offerta culturale sempre di grande livello ed insieme nuova fa delle Orestiadi una delle Fondazioni più longeve e insieme più prestigiose della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno. Le sue iniziative in particolare nel settore delle arti visive e del teatro richiamano l’interesse di un pubblico che sa di non poter perdere programmi e progetti di grande valore”.
Le Orestiadi di Gibellina, dirette dal 2018 da Alfio Scuderi, hanno presentato negli anni artisti, registi, compositori, scenografi, costumisti, attori, chiamati qui per creare e realizzare opere che fossero in forte connessione con la storia e la rinascita di un popolo che, a partire dalla notte del 14 gennaio del 1968, fu testimone e vittima del terremoto che distrusse i paesi del Belìce.
“Questa mostra segna idealmente l’inizio della prossima edizione delle Orestiadi che quest’anno saranno una festa, per ripercorrere la sua storia e il suo rapporto unico ed inscindibile con il territorio attraverso performance inedite ed eventi che coinvolgono anche molti degli artisti che hanno contribuito caratterizzarne l’identità artistica”. Afferma Alfio Scuderi.
In mostra sono visibili i bozzetti realizzati da Mimmo Paladino per La sposa di Messina con la regia di Elio De Capitani, i costumi per La passione di Cleopatra, la maquette della scenografia di Villa Eumenidi di Arnaldo Pomodoro,i frammenti delle scenografie di Bob Wilson e dell’Edipo Re, di Pietro Consagra, e tante altre opere che testimoniano un inestimabile patrimonio materiale e immateriale, fatto di performance, spettacoli ed eventi che rendono le Orestiadi un catalizzatore permanente di cultura.
La mostra è accompagnata dalle musiche realizzate da Giovanna Marini per Le Troiane di Thierry Salmon.
Nella stessa giornata del 26 giugno, sarà presentata al pubblico la nuova istallazione “Contraccolpi”, realizzata da Alberto Timossi per il Giardino del Baglio Di Stefano. Un’opera site specific con cui la Fondazione continua la pratica degli atelier, che negli anni ha portato nella città alcuni dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea europea.
Dopo il terremoto del 1968, sindaco-intellettuale, Corrao rese concreta l'utopia della città degli artisti, che diventò così il simbolo della ricostruzione del Belìce. Burri, Consagra, Accardi, Isgrò, Pomodoro, Paladino, Nunzio, Schifano, Quaroni, Venezia, Mendini, Purini, Levi, Damiani, Sciascia, Dolci, Buttitta e ancora Joseph Beuys, Robert Wilson, Philip Glass, Thierry Salmon, Boetti, Scialoja, Turcato, Necrosius, Kusturica, Cage, Pennisi, Kokkos, Giovanna Marini, Zavattini, Zavoli, sono soltanto alcuni dei quelli che accolsero l’invito dal senatore, e le cui opere hanno reso la rifondata Gibellina uno dei luoghi più interessanti per la sperimentazione nelle arti contemporanee.
Quest’anno ricorre anche un altro evento da celebrare: i quarant’anni delle Orestiadi, la rassegna internazionale di teatro, musica, poesia, arti visive, che ha segnato idealmente l’inizio di una profonda germinazione culturale della città: l’incontro tra artisti, architetti, musicisti e poeti, arrivati da tutto il mondo, con i contadini, gli artigiani, gli operai, le donne e i giovani di Gibellina, che si concretizzava nel coinvolgimento della comunità in scena, e delle maestranze locali per la realizzazione delle scenografie e dei costumi in un dialogo continuo tra arti performative e arti visive.
Una caratteristica perennemente questa, presente nell’impianto performativo della stessa città con le sue architetture e le sue opere en plein air, molte delle quali nate come scenografie teatrali, come per esempio l’iconica Montagna di sale di Mimmo Paladino, e la Città di Tebe di Pietro Consagra.
Con un percorso di immagini, documenti, costumi, libretti di scena, frammenti di scenografie, la Fondazione racconta i momenti chiave della storia delle Orestiadi dal 1982 ad oggi, in un percorso mai interrotto e sempre rinnovato, che ne fa uno dei festival più longevi in Italia con più di 400 spettacoli prodotti e ospitati.
“La capacità dice il Presidente della Fondazione Orestiadi, Caologero Pumilia, di resistere e nello stesso tempo ogni anno rinnovarsi per un’offerta culturale sempre di grande livello ed insieme nuova fa delle Orestiadi una delle Fondazioni più longeve e insieme più prestigiose della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno. Le sue iniziative in particolare nel settore delle arti visive e del teatro richiamano l’interesse di un pubblico che sa di non poter perdere programmi e progetti di grande valore”.
Le Orestiadi di Gibellina, dirette dal 2018 da Alfio Scuderi, hanno presentato negli anni artisti, registi, compositori, scenografi, costumisti, attori, chiamati qui per creare e realizzare opere che fossero in forte connessione con la storia e la rinascita di un popolo che, a partire dalla notte del 14 gennaio del 1968, fu testimone e vittima del terremoto che distrusse i paesi del Belìce.
“Questa mostra segna idealmente l’inizio della prossima edizione delle Orestiadi che quest’anno saranno una festa, per ripercorrere la sua storia e il suo rapporto unico ed inscindibile con il territorio attraverso performance inedite ed eventi che coinvolgono anche molti degli artisti che hanno contribuito caratterizzarne l’identità artistica”. Afferma Alfio Scuderi.
In mostra sono visibili i bozzetti realizzati da Mimmo Paladino per La sposa di Messina con la regia di Elio De Capitani, i costumi per La passione di Cleopatra, la maquette della scenografia di Villa Eumenidi di Arnaldo Pomodoro,i frammenti delle scenografie di Bob Wilson e dell’Edipo Re, di Pietro Consagra, e tante altre opere che testimoniano un inestimabile patrimonio materiale e immateriale, fatto di performance, spettacoli ed eventi che rendono le Orestiadi un catalizzatore permanente di cultura.
La mostra è accompagnata dalle musiche realizzate da Giovanna Marini per Le Troiane di Thierry Salmon.
Nella stessa giornata del 26 giugno, sarà presentata al pubblico la nuova istallazione “Contraccolpi”, realizzata da Alberto Timossi per il Giardino del Baglio Di Stefano. Un’opera site specific con cui la Fondazione continua la pratica degli atelier, che negli anni ha portato nella città alcuni dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea europea.
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