Patrick Moya. Il Laboratorio delle Metamorfosi
Dal 11 Marzo 2016 al 15 Maggio 2016
Mantova
Luogo: Cantine di Vincenzo Gonzaga
Indirizzo: piazza Santa Barbara
Curatori: Sergio Pajola, Florence Canarelli
Enti promotori:
- Complesso Museale di Palazzo Ducale
- con il patrocinio del Comune di Volta Mantovana
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 348 2209887/ 335 6403627
E-Mail info: mozartecontemporanea@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.patrickmoyamantova.com
Moz-Art (Arte Contemporanea), in collaborazione con il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, inaugura venerdì 11 marzo 2016 alle ore 18.00 presso le Cantine di Vincenzo Gonzaga la rassegna "Patrick Moya. Il Laboratorio delle Metamorfosi". Curata da Sergio Pajola e Florence Canarelli, l'iniziativa si avvale anche del concorso della Galleria Centro Steccata di Parma, la Società per il Palazzo Ducale di Mantova e del patrocinio del Comune di Volta Mantovana. La mostra resterà aperta fino al 25 aprile.
In contemporanea l’artista posizionerà nei giardini di Palazzo Gonzaga a Volta Mantovana una rassegna di sculture lignee, e durante la Mostra Nazionale dei Vini Passiti e da Meditazione realizzerà delle performance su materiali innovativi, botti di vino, pannelli, tele nei giorni dal 23 al 25 aprile prossimi.
L’evento ha lo scopo di consentire la più ampia conoscenza possibile del significato del lavoro di Patrick Moya attraverso una sintetica, ma significativa, rassegna di opere e installazioni alcune inedite realizzate per l’evento. Questo percorso permette una profonda riflessione sul significato della relazione dell'artista con i differenti materiali “della pittura”, dal bidimensionale al tridimensionale, in tutte le estensioni possibili.
Si prevede l'esposizione di opere su tela, sculture, filmati multimediali, maschere e non solo.Nei giorni successivi alla preparazione della mostra Patrick Moya realizzerà una performance affresco nelle piazze antistanti il Palazzo Ducale di Mantova. Performer, scultore e artista digitale, Patrick Moya mista, miscela e rimixa come un DJ, tutti i media esistenti, vecchi e nuovi, ma rivisita anche il suo proprio lavoro con lo scopo di diventare "creatura che vive nelle sue opere".
Alla maniera di un alchimista Moya vuole trasformare, non il piombo in oro, ma "il creatore in creatura". Questo è l’obiettivo finale del suo lavoro e lo spiega grazie ad una interpretazione molto personale delle teorie di McLuhan. Nel suo laboratorio che non è altro che il suo percorso artistico, dopo aver cercato di immortalizzare il suo nome declinandolo nelle sue proprie opere, ha inventato un autoritratto che gli permette di "vivere nell'arte" . Tutt'oggi, ha trovato il suo elisir di vita eterna grazie al suo Avatar, tramite il quale spera di sopravvivere nel suo mondo virtuale. Inoltre il suo Moya Land potrebbe simboleggiare la sua "Magnus Opus" (grande Opera).
Nato nel 1955 a Troyes da genitori d'origine spagnola, Patrick Moya ha frequentato l'istituto d'Arte della Villa Arson a Nizza (Costa Azzurra); nel 1999 crea la “Pecora Dolly” icona dei delle serate techno «Dolly Party»; nel 2007 Moya erige delle sculture monumentali in acciaio in Asia e affresca una cappella che porta il suo nome, situata nel piccolo villaggio di Clans, nell’entro-terra di Nizza. Moya non ha limiti, vuole essere dappertutto e provare tutto; già dal 1985, utilizza per le sue opere un computer Thomson MO5 per scrivere il suo nome, e rapidamente, realizza delle immagini e dei film in 3D, nei quali reinventa il suo universo. A partire da Febbraio 2007 s'installa nella Second Life (SL): su un'isola virtuale che possiede in questo web in 3D. Il creatore é finalmente diventato una creatura che vive nella sua opera come un avatar chiamandosi, Moya Janus, e accoglie i suoi visitatori immergendoli nel suo universo. Concepita come un'opera d'arte globale, quest'isola é il risultato d'una iniziativa invasiva divenuta immersiva. Tutt'oggi riconosciuto anche come artista numerico, partecipa al «Rinascimento virtuale»: titolo della prima esposizione d'artisti di Second Life che avvenne nel 2009 nel museo antropologico della città rinascimentale di Firenze, nel quale una sala intera fu consacrata alla tematica «Civiltà Moya». Nel 2011 nasceva sui muri del museo d'Arte La Malmaison di Cannes: un affresco installato di 90 metri di lunghezza e 4 metri di altezza che racconta la sua avventura artistica.
Ha esposto nelle Gallerie in Corea (Busan), in USA (Cape Code), in Italia (Parma, Caserta. Con «live paintings» in Arte Fiera in Italia (Padova, Genova, Forli, Rimini, Parma), in Germania (Cologna), in Portogallo (Cerveira), Holland (Utrecht).
Ormai da anni è l’autore delle opere presenti al Circo di Montecarlo.
All'inaugurazione del 11 marzo 2016 ore 18 sarà presente l'artista
In contemporanea l’artista posizionerà nei giardini di Palazzo Gonzaga a Volta Mantovana una rassegna di sculture lignee, e durante la Mostra Nazionale dei Vini Passiti e da Meditazione realizzerà delle performance su materiali innovativi, botti di vino, pannelli, tele nei giorni dal 23 al 25 aprile prossimi.
L’evento ha lo scopo di consentire la più ampia conoscenza possibile del significato del lavoro di Patrick Moya attraverso una sintetica, ma significativa, rassegna di opere e installazioni alcune inedite realizzate per l’evento. Questo percorso permette una profonda riflessione sul significato della relazione dell'artista con i differenti materiali “della pittura”, dal bidimensionale al tridimensionale, in tutte le estensioni possibili.
Si prevede l'esposizione di opere su tela, sculture, filmati multimediali, maschere e non solo.Nei giorni successivi alla preparazione della mostra Patrick Moya realizzerà una performance affresco nelle piazze antistanti il Palazzo Ducale di Mantova. Performer, scultore e artista digitale, Patrick Moya mista, miscela e rimixa come un DJ, tutti i media esistenti, vecchi e nuovi, ma rivisita anche il suo proprio lavoro con lo scopo di diventare "creatura che vive nelle sue opere".
Alla maniera di un alchimista Moya vuole trasformare, non il piombo in oro, ma "il creatore in creatura". Questo è l’obiettivo finale del suo lavoro e lo spiega grazie ad una interpretazione molto personale delle teorie di McLuhan. Nel suo laboratorio che non è altro che il suo percorso artistico, dopo aver cercato di immortalizzare il suo nome declinandolo nelle sue proprie opere, ha inventato un autoritratto che gli permette di "vivere nell'arte" . Tutt'oggi, ha trovato il suo elisir di vita eterna grazie al suo Avatar, tramite il quale spera di sopravvivere nel suo mondo virtuale. Inoltre il suo Moya Land potrebbe simboleggiare la sua "Magnus Opus" (grande Opera).
Nato nel 1955 a Troyes da genitori d'origine spagnola, Patrick Moya ha frequentato l'istituto d'Arte della Villa Arson a Nizza (Costa Azzurra); nel 1999 crea la “Pecora Dolly” icona dei delle serate techno «Dolly Party»; nel 2007 Moya erige delle sculture monumentali in acciaio in Asia e affresca una cappella che porta il suo nome, situata nel piccolo villaggio di Clans, nell’entro-terra di Nizza. Moya non ha limiti, vuole essere dappertutto e provare tutto; già dal 1985, utilizza per le sue opere un computer Thomson MO5 per scrivere il suo nome, e rapidamente, realizza delle immagini e dei film in 3D, nei quali reinventa il suo universo. A partire da Febbraio 2007 s'installa nella Second Life (SL): su un'isola virtuale che possiede in questo web in 3D. Il creatore é finalmente diventato una creatura che vive nella sua opera come un avatar chiamandosi, Moya Janus, e accoglie i suoi visitatori immergendoli nel suo universo. Concepita come un'opera d'arte globale, quest'isola é il risultato d'una iniziativa invasiva divenuta immersiva. Tutt'oggi riconosciuto anche come artista numerico, partecipa al «Rinascimento virtuale»: titolo della prima esposizione d'artisti di Second Life che avvenne nel 2009 nel museo antropologico della città rinascimentale di Firenze, nel quale una sala intera fu consacrata alla tematica «Civiltà Moya». Nel 2011 nasceva sui muri del museo d'Arte La Malmaison di Cannes: un affresco installato di 90 metri di lunghezza e 4 metri di altezza che racconta la sua avventura artistica.
Ha esposto nelle Gallerie in Corea (Busan), in USA (Cape Code), in Italia (Parma, Caserta. Con «live paintings» in Arte Fiera in Italia (Padova, Genova, Forli, Rimini, Parma), in Germania (Cologna), in Portogallo (Cerveira), Holland (Utrecht).
Ormai da anni è l’autore delle opere presenti al Circo di Montecarlo.
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