Marta Czok. Mostra antologica
Dal 19 Luglio 2014 al 07 Settembre 2014
Calatabiano | Catania
Luogo: Castello di Calatabiano
Indirizzo: via Alcantara 142
Orari: tutti i giorni 9-22
Curatori: Laura Cavallaro
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3, gratuito bambini sotto i 6 anni
Telefono per informazioni: +39 095 7152207 / 342 3017376
E-Mail info: info@museomacs.it
Sito ufficiale: http://www.museomacs.it
Sabato 19 luglio 2014, a cura del MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, alle ore 20, nella suggestiva cornice del Castello di Calatabiano, si terrà il vernissage della mostra antologica di Marta Czok, curata da Laura Cavallaro.
Con l’artista, Marta Czok, saranno presenti: il Direttore del MacS (Giuseppina Napoli) e il curatore dell’antologica (Laura Cavallaro).
Giuseppina Napoli (Direttore MacS) -«Genitori polacchi, nata in Libano. Giovanissima si trasferisce a Londra e si muove nel mondo fino in Italia. Marta è una viaggiatrice, nei luoghi e nei tempi. La sua pittura è un’indagine culturale, quasi antropologica, dell’umanità. Con acuta ironia e delicata poesia, Marta Czok raffigura nelle sue opere lo scorrere della vita. Sulla tela prende forma la messinscena dell’umanità e l’artista, da regista consapevole ed illuminata, lascia intuire cosa si nasconde dietro le luci del palcoscenico. Un talento raro, un’artista commovente, una donna speciale».
“L’estetica dell’esistenza nei dipinti di Marta Czok” di Laura Cavallaro (Curatore dell’Antologica)-“Dipingere l’esistenza, così come raccontarla, significa accettare di essere costantemente attratti da una molteplicità di visioni, da una fonte inesauribile di fatti, azioni e personaggi che si incontrano o si cercano sul palcoscenico della vita. Significa fare della propria mente un laboratorio alchemico in cui sentire, silenziosamente o rumorosamente, quell’imminente apparizione che si presenta a noi quando siamo pronti a (ri)conoscerla ed a (ri)conoscerci con essa. Significa accettare che quanto abbiamo dipinto ha un peso, ancor più aggravato dalla sua riconoscibilità.
Marta Czok dipinge l’esistenza.
Il suo occhio, come un’implacabile lente d’ingrandimento scruta scene di ordinaria quotidianità; la sua mano, strumento coraggioso, le fissa rigorosamente sulla tela, strappandole, per salvarle forse, all’aberrante consuetudine di uno sguardo che non vede e che, inesorabilmente, è costretto all’abitudine.
Illustrazioni apparentemente semplici, ingenue, naif, senza superflui orpelli ma agghindate solo da una sana ironia e dal fascino di reminiscenze talora medievali e fiamminghe, talora di ascendenza anglosassone. Vignette spesso sfuggevoli ed inafferrabili nei temi che si svelano solo a chi ha la stessa smania di comprendere e non ha paura di scoprirne i significati. Significati raccontati con l’urgenza di comunicazione di chi vive il contemporaneo ma parla di fatti senza tempo, attuali ed attualizzati, come se li sussurrasse all’orecchio.
Quello di Marta Czok è un mondo di personaggi e cose visitato dapprima dentro di sé, alla stregua di un sogno, di un’epifania generata dall’ecclettica fantasia di un’artista bambina e rivisitato, poi, dalla sensibilità e dal vissuto di una donna che la vita ha forgiato artista adulta e matura. Di origini polacche, venuta al mondo nel 1947, Marta Czok riesce a coniugare il suo sentire identitario con la forza espressiva della figurazione, stimolando così la comunicazione e la partecipazione sensoriale dello spettatore che diviene esso stesso metafora satirica del sistema sociale in cui vive e domina o, al contrario, dal quale è dominato.
Così, questa mostra antologica di Marta Czok racchiude opere come “Un Napoleone qualsiasi” (1991), “The cake makers” (2004), “Robot” (2007), “Miracle solution” (2012), circa un ventennio, o poco più, di produzione artistica, in cui descrivere una molteplicità di istanti, immagini e significati, di intimità e di universalità. Un repertorio in cui il tratto preciso dell’acrilico e dell’olio si sposa con il segno più nebuloso del carboncino e della grafite, in cui personaggi dai volti ilari, dalle espressioni stranite e dai corpi torniti e pieni, convivono con più magre e seriose figure ed in cui lo spazio si fa, per vuoti e pieni, ma in esso ogni cosa vi trova il suo posto.
Marta Czok dipinge l’esistenza ed il suo sentire è in mezzo. È lungo quel labile confine tra esistenza e non-esistenza, tra reale ed irreale, tra metafisiche e metaforiche realtà e potenti aneliti di denuncia e di speranza. È lungo quel confine che siamo anche noi, spettatori, straniti e consapevolmente straniati dal dispiegarsi davanti ai nostri occhi di un’opera d’arte”.
Di origini polacche, Marta Czok è nata a Beirut (Libano) nel 1947. L’anno successivo si è trasferita con la famiglia a Londra dove ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa ed America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese presso la Santa Sede a realizzare un’opera sul tema del Giubileo che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans. Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la seconda guerra mondiale. Tra le sue mostre più recenti meritano una particolare segnalazione la mostra antologica che si è tenuta nel 2005 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, la personale presso l’Abbazia di Pomposa (FE) del 2006 e la mostra tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma) a gennaio 2009, al Museo Civico di Albano, a gennaio 2010, e a Palazzo Antico Ghetto (Padova), a gennaio 2011, dedicata ai bambini nella guerra e nell’Olocausto. Altra mostra degna di nota, About Us, che ha portato una selezione di opere dell’artista sul tema dell’umanità a Palazzo dei Papi (Viterbo), a marzo 2011, Palazzo Zuckermann (Padova) a ottobre 2011, e Palazzo Zenobio (Venezia) ad aprile 2012. Per finire segnaliamo Dietro le quinte, che si è tenuta a settembre 2012 presso le Scuderie Aldobrandini a Frascati.
Con l’artista, Marta Czok, saranno presenti: il Direttore del MacS (Giuseppina Napoli) e il curatore dell’antologica (Laura Cavallaro).
Giuseppina Napoli (Direttore MacS) -«Genitori polacchi, nata in Libano. Giovanissima si trasferisce a Londra e si muove nel mondo fino in Italia. Marta è una viaggiatrice, nei luoghi e nei tempi. La sua pittura è un’indagine culturale, quasi antropologica, dell’umanità. Con acuta ironia e delicata poesia, Marta Czok raffigura nelle sue opere lo scorrere della vita. Sulla tela prende forma la messinscena dell’umanità e l’artista, da regista consapevole ed illuminata, lascia intuire cosa si nasconde dietro le luci del palcoscenico. Un talento raro, un’artista commovente, una donna speciale».
“L’estetica dell’esistenza nei dipinti di Marta Czok” di Laura Cavallaro (Curatore dell’Antologica)-“Dipingere l’esistenza, così come raccontarla, significa accettare di essere costantemente attratti da una molteplicità di visioni, da una fonte inesauribile di fatti, azioni e personaggi che si incontrano o si cercano sul palcoscenico della vita. Significa fare della propria mente un laboratorio alchemico in cui sentire, silenziosamente o rumorosamente, quell’imminente apparizione che si presenta a noi quando siamo pronti a (ri)conoscerla ed a (ri)conoscerci con essa. Significa accettare che quanto abbiamo dipinto ha un peso, ancor più aggravato dalla sua riconoscibilità.
Marta Czok dipinge l’esistenza.
Il suo occhio, come un’implacabile lente d’ingrandimento scruta scene di ordinaria quotidianità; la sua mano, strumento coraggioso, le fissa rigorosamente sulla tela, strappandole, per salvarle forse, all’aberrante consuetudine di uno sguardo che non vede e che, inesorabilmente, è costretto all’abitudine.
Illustrazioni apparentemente semplici, ingenue, naif, senza superflui orpelli ma agghindate solo da una sana ironia e dal fascino di reminiscenze talora medievali e fiamminghe, talora di ascendenza anglosassone. Vignette spesso sfuggevoli ed inafferrabili nei temi che si svelano solo a chi ha la stessa smania di comprendere e non ha paura di scoprirne i significati. Significati raccontati con l’urgenza di comunicazione di chi vive il contemporaneo ma parla di fatti senza tempo, attuali ed attualizzati, come se li sussurrasse all’orecchio.
Quello di Marta Czok è un mondo di personaggi e cose visitato dapprima dentro di sé, alla stregua di un sogno, di un’epifania generata dall’ecclettica fantasia di un’artista bambina e rivisitato, poi, dalla sensibilità e dal vissuto di una donna che la vita ha forgiato artista adulta e matura. Di origini polacche, venuta al mondo nel 1947, Marta Czok riesce a coniugare il suo sentire identitario con la forza espressiva della figurazione, stimolando così la comunicazione e la partecipazione sensoriale dello spettatore che diviene esso stesso metafora satirica del sistema sociale in cui vive e domina o, al contrario, dal quale è dominato.
Così, questa mostra antologica di Marta Czok racchiude opere come “Un Napoleone qualsiasi” (1991), “The cake makers” (2004), “Robot” (2007), “Miracle solution” (2012), circa un ventennio, o poco più, di produzione artistica, in cui descrivere una molteplicità di istanti, immagini e significati, di intimità e di universalità. Un repertorio in cui il tratto preciso dell’acrilico e dell’olio si sposa con il segno più nebuloso del carboncino e della grafite, in cui personaggi dai volti ilari, dalle espressioni stranite e dai corpi torniti e pieni, convivono con più magre e seriose figure ed in cui lo spazio si fa, per vuoti e pieni, ma in esso ogni cosa vi trova il suo posto.
Marta Czok dipinge l’esistenza ed il suo sentire è in mezzo. È lungo quel labile confine tra esistenza e non-esistenza, tra reale ed irreale, tra metafisiche e metaforiche realtà e potenti aneliti di denuncia e di speranza. È lungo quel confine che siamo anche noi, spettatori, straniti e consapevolmente straniati dal dispiegarsi davanti ai nostri occhi di un’opera d’arte”.
Di origini polacche, Marta Czok è nata a Beirut (Libano) nel 1947. L’anno successivo si è trasferita con la famiglia a Londra dove ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa ed America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese presso la Santa Sede a realizzare un’opera sul tema del Giubileo che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans. Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la seconda guerra mondiale. Tra le sue mostre più recenti meritano una particolare segnalazione la mostra antologica che si è tenuta nel 2005 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, la personale presso l’Abbazia di Pomposa (FE) del 2006 e la mostra tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma) a gennaio 2009, al Museo Civico di Albano, a gennaio 2010, e a Palazzo Antico Ghetto (Padova), a gennaio 2011, dedicata ai bambini nella guerra e nell’Olocausto. Altra mostra degna di nota, About Us, che ha portato una selezione di opere dell’artista sul tema dell’umanità a Palazzo dei Papi (Viterbo), a marzo 2011, Palazzo Zuckermann (Padova) a ottobre 2011, e Palazzo Zenobio (Venezia) ad aprile 2012. Per finire segnaliamo Dietro le quinte, che si è tenuta a settembre 2012 presso le Scuderie Aldobrandini a Frascati.
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