Fino al 1° ottobre in una grande mostra
Ingres, principe dei pittori e pittore dei principi
Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 – Paris, 1867), Portrait de Mme Duvaucey, 1807 (Salon of 1833) Canvas. H. 0,76 ; W. 0,59 m Chantilly, Musée Condé, PE 431 ©RMN - Grand Palais - Adrien Didierjean
Francesca Grego
21/07/2023
Mondo - In che modo il principe degli artisti divenne l’artista dei principi? Stiamo parlando di Jean-Auguste-Dominique Ingres, tra i massimi esponenti della pittura francese ottocentesca e in seguito amatissimo da pionieri del moderno come Dégas, Matisse e Picasso. Una grande mostra ne racconta la storia al Castello di Chantilly, poco a Nord di Parigi, noto per le architetture fiabesche, i meravigliosi giardini e una collezione d’arte tra le più prestigiose in Francia.
Fino al 1° ottobre 110 opere di Ingres si aggiungeranno alle attrattive di questo luogo di sogno: dipinti e disegni arrivati da importanti musei francesi e internazionali per ricostruire la parabola del maestro, evidenziandone i legami con la dinastia degli Orléans, i suoi più grandi mecenati. È grazie a loro che durante la Monarchia di Luglio Ingres potrà produrre alcuni dei suoi capolavori iconici: a Chantilly li scopriremo a confronto con studi e varianti, penetrando nei processi creativi di un artista noto per la sua smania di perfezionismo.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Autoritratto (1806); olio su tela, 77 × 64 cm, Musée Condé
Oltre la facile etichetta di pittore neoclassico, Ingres svela un talento originale e visionario, capace di superare i confini del suo tempo. Non segue le mode, non copia la natura, non imita i maestri – nemmeno Raffaello, per cui nutre un’autentica ossessione - ma compone spunti e influenze in un linguaggio ideale tutto suo, ispirato all’antico. Grazie a recenti ricerche, il percorso di Chantilly invita a guardare alcuni dei capolavori di Ingres sotto una luce nuova, mentre opere inedite o ritrovate evidenziano aspetti poco noti del suo lavoro.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Louise, princesse de Broglie, future comtesse d’Haussonville, 1845 New York, The Frick Collection, inv. 1927.1.81 © Frick collection
I visitatori italiani saranno probabilmente incuriositi dalla cosiddetta Gioconda di Ingres, un ritratto realizzato per il barone Alquier, ambasciatore francese presso la Santa Sede. Il dipinto risale al 1807, quando l’artista si perfezionava presso l’Accademia di Francia a Roma, approfondendo la conoscenza dell’arte antica e rinascimentale. La modella è Madame D., giovane amante napoletana del diplomatico, che sorride con aria misteriosa in un elegante abito di velluto nero: per questo il critico Théophile Gautier la soprannominò “la Monna Lisa di Ingres”, nonostante il quadro fosse profondamente influenzato dalla lezione di Raffaello. Agli anni italiani dell’artista la mostra dedica un’intera sezione, con celebri tele come Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto, dipinta per Carolina Bonaparte Murat, sorella di Napoleone e allora regina di Napoli.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Paolo et Francesca surpris par Gianciotto. Canvas. H. 0,35 ; W. 0,28 m Birmingham, The Barber Institute of Fine Arts, inv. 54.6 © The Henry Barber Trust The Barber Institute of Fine Arts - University of Birmingham
La Gioconda di Ingres è uno dei quattro capolavori che a Chantilly potremo ammirare anche in versione digitale: immagini ad altissima risoluzione da ingrandire a piacere permettono di osservare dettagli invisibili a occhio nudo, aprendo una finestra sulla genesi dei dipinti e sul metodo di lavoro del pittore. Chi sceglierà di visitare la mostra in un tour guidato, infine, potrà cogliere i legami delle opere con il Castello di Chantilly e con le sue spettacolari collezioni, dove alcuni gioielli di Ingres giunsero per volontà del duca d’Aumale Enrico d’Orléans.
Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 – Paris, 1867), Portrait de Mme Duvaucey, 1807 (Salon of 1833) Canvas. H. 0,76 ; W. 0,59 m Chantilly, Musée Condé, PE 431 ©RMN - Grand Palais - Adrien Didierjean
Fino al 1° ottobre 110 opere di Ingres si aggiungeranno alle attrattive di questo luogo di sogno: dipinti e disegni arrivati da importanti musei francesi e internazionali per ricostruire la parabola del maestro, evidenziandone i legami con la dinastia degli Orléans, i suoi più grandi mecenati. È grazie a loro che durante la Monarchia di Luglio Ingres potrà produrre alcuni dei suoi capolavori iconici: a Chantilly li scopriremo a confronto con studi e varianti, penetrando nei processi creativi di un artista noto per la sua smania di perfezionismo.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Autoritratto (1806); olio su tela, 77 × 64 cm, Musée Condé
Oltre la facile etichetta di pittore neoclassico, Ingres svela un talento originale e visionario, capace di superare i confini del suo tempo. Non segue le mode, non copia la natura, non imita i maestri – nemmeno Raffaello, per cui nutre un’autentica ossessione - ma compone spunti e influenze in un linguaggio ideale tutto suo, ispirato all’antico. Grazie a recenti ricerche, il percorso di Chantilly invita a guardare alcuni dei capolavori di Ingres sotto una luce nuova, mentre opere inedite o ritrovate evidenziano aspetti poco noti del suo lavoro.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Louise, princesse de Broglie, future comtesse d’Haussonville, 1845 New York, The Frick Collection, inv. 1927.1.81 © Frick collection
I visitatori italiani saranno probabilmente incuriositi dalla cosiddetta Gioconda di Ingres, un ritratto realizzato per il barone Alquier, ambasciatore francese presso la Santa Sede. Il dipinto risale al 1807, quando l’artista si perfezionava presso l’Accademia di Francia a Roma, approfondendo la conoscenza dell’arte antica e rinascimentale. La modella è Madame D., giovane amante napoletana del diplomatico, che sorride con aria misteriosa in un elegante abito di velluto nero: per questo il critico Théophile Gautier la soprannominò “la Monna Lisa di Ingres”, nonostante il quadro fosse profondamente influenzato dalla lezione di Raffaello. Agli anni italiani dell’artista la mostra dedica un’intera sezione, con celebri tele come Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto, dipinta per Carolina Bonaparte Murat, sorella di Napoleone e allora regina di Napoli.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Paolo et Francesca surpris par Gianciotto. Canvas. H. 0,35 ; W. 0,28 m Birmingham, The Barber Institute of Fine Arts, inv. 54.6 © The Henry Barber Trust The Barber Institute of Fine Arts - University of Birmingham
La Gioconda di Ingres è uno dei quattro capolavori che a Chantilly potremo ammirare anche in versione digitale: immagini ad altissima risoluzione da ingrandire a piacere permettono di osservare dettagli invisibili a occhio nudo, aprendo una finestra sulla genesi dei dipinti e sul metodo di lavoro del pittore. Chi sceglierà di visitare la mostra in un tour guidato, infine, potrà cogliere i legami delle opere con il Castello di Chantilly e con le sue spettacolari collezioni, dove alcuni gioielli di Ingres giunsero per volontà del duca d’Aumale Enrico d’Orléans.
Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 – Paris, 1867), Portrait de Mme Duvaucey, 1807 (Salon of 1833) Canvas. H. 0,76 ; W. 0,59 m Chantilly, Musée Condé, PE 431 ©RMN - Grand Palais - Adrien Didierjean
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