Il Concilio Vaticano II. Giovanni XXIII. Arte e testimonianza in Assisi
Dal 20 Agosto 2014 al 08 Novembre 2014
Assisi | Perugia
Luogo: Galleria d'Arte Contemporanea Cittadella d'Assisi
Indirizzo: via degli Ancajani 3
Curatori: Mariano Apa, Laura Borgognoni, Gino Bulla, Anna Nabot
Telefono per informazioni: +39 075 813231
E-Mail info: ufficiostampa@cittadella.org
Sito ufficiale: http://www.cittadelladiassisi.it
Insieme alle opere degli artisti e a una selezionata documentazione fotografico-archivistica, la mostra intende ripercorre la vicenda di un autentico dialogo di spiritualità e di pastorale ecclesiale tra il fondatore della Pro Civitate Christiana, Don Giovanni Rossi, e le personalità dei futuri papi, Angelo Roncalli (Giovanni XXIII) e Giovanni Battista Montini (Paolo VI). Incontri privilegiati furono ad Assisi gli importanti Corsi di Studi Cristiani, che dal 1948 al 1963 sviluppano “il Credo”, della cui sequenza rimane la serie delle medaglie realizzate per ciascun convegno dallo scultore Giuseppe Pirrone.
La mostra intende ribadire quanto l’arte rifletta ed esprima il carisma, la profezia e la grazia del
Santo Angelo Roncalli e del Beato Giovanni Battista Montini, a cinquant' anni dal Concilio Vaticano II (11 Ottobre 1962 - 8 Dicembre 1965).
La mostra è costruita nel tentativo di intrecciare documentazione fotografico-archivistica a opere d’arte, sia di artisti che in questa occasione si sono prodigati a ripensare la figura del Papa, sia di artisti che con Giovanni XXIII e Paolo VI hanno avuto un documentato dialogo – come nel caso di Manzù, De Felice e Bodini - . Come è noto Manzù ebbe come tramite, per un dialogo ricco e spiritualmente edificante con Papa Giovanni XXIII e dunque in particolare con mons. Loris F. Capovilla, don Giuseppe De Luca – a cui fu permesso che l’artista dedicasse la Porta della Morte nella basilica di S. Pietro in Vaticano : dedica che si legge nel verso interno della Porta, vicinissimo alla bellissima rappresentazione che Manzù ha plasmato dell’apertura del Concilio Vaticano II– . Il libro di S. Em. Loris Capovilla, dedicato alle lettere che documentano questo sodalizio, giustifica sinteticamente e pienamente la definizione di “Manzù l’artista del Papa”.
Aurelio De Felice ebbe modo di incontrare il nunzio Angelo Roncalli a Parigi, sempre tramite don De Luca; e la sua Scuola di Arti per il Sacro a Parigi, insieme con Severini, è una splendida esperienza di quanto si sia irradiato l’operato di Roncalli. De Felice incontrò poi in udienza privata in Vaticano papa Giovanni XXIII a cui fece dono di una ammirabile Madonna con Bambino.
Con Floriano Bodini abbiamo, rispetto a Manzù e De Felice, un protagonista della nuova generazione che da sempre ha frequentato la Pro Civitate di Assisi e Don Giovanni Rossi e che con Angelo Roncalli e Giovan Battista Montini racconta la contemporaneità del magistero che ha realizzato il Vaticano II: la sua importante scultura è una icona armoniosa ed è una viva memoria del Vaticano II.
Con opere inedite eseguite per questa esposizione si è chiesto, inoltre, ad artisti di diversificate ricerche linguistiche e culturali, di rinnovare l’iconografia dedicata a Giovanni XXIII cimentandosi in alcuni percorsi tematici attinenti alla documentazione storica in mostra. Importante risulta l’accenno alla committenza di alcuni monumenti, come avvenne a Loreto in cui Alessandro Monteleone realizza la scultura su Giovanni XXIII con la memoria del suo viaggio Loreto-Assisi
il 4 Ottobre 1962 . Così Giovanni XXIII è visto nelle fotografie d’epoca ad Assisi nella filigrana di San Francesco, come oggi viene ripensato nelle opere realizzate da Claudio Carli e da Leonardo Caboni . Nella immagine storica del Papa del Concilio a Loreto in quel 1962, si pone la ricerca di Bruno Mangiaterra nella cui opera si ricorda , con la scultura di Monteleone, quell’itinerario lauretano nella attualità dove al Papa seguirà negli anni a Loreto, la testimonianza di mons. Loris F. Capovilla.
Ribadendo che non si insegue una museificazione dei documenti e delle opere - bensì una loro attualizzazione rileggendoli nella nostra contemporaneità - ecco che il corpo spirituale di una compiuta teologia della misericordia si lega al vissuto liturgico, mettendo in relazione Concilio e Rinnovamento Liturgico e ridefinendo la Pastorale.
La mostra si inserisce nelle tematiche del 72° Corso di Studi Cristiani dedicato a “Francesco e la Profezia delle periferie” anche con le immagini delle opere che dalla Cappella della Cittadella - rielaborata da Pina Ciampani con Don Giovanni Rossi – e con in mostra pregevoli opere di Arredi Liturgici che furono donati alla Pro Civitate da Papa Giovanni XXIII e Mons. Loris Capovilla. In questo contesto di spiritualità liturgica si inseriscono le immagini della Santa Messa celebrata da
Papa Bergoglio a Lampedusa, nell’isola quale “autentica profezia di periferia” e luogo di “ civiltà della misericordia”, Mimmo Paladino vi ha istallato la grande e suggestiva Porta d’Europa resa viva in mostra da una serie di fotografie eseguite da Alessandro Cerino. La tematica della Misericordia nella Carità come “immagine” del Miracolo, viene introdotta
dall’opera di Artemio Giovagnoni, “Guarigione del cieco”: una struggente opere tra le qualificate dell’artista di Perugia. Al tema della Pace con le iconografie che richiamano la “Pacem in terris” - promulgata il Giovedì Santo dell’11 Aprile 1963 - dedica un dittico Vito Cotugno; mostrando, dalla sua terra di Puglia il ricordo del dialogo del giovane Roncalli con il mondo Ortodosso e stabilendo una relazione nella nostra attualità per il tramite della testimonianza del Vescovo Tonino
Bello.
La mostra propone di ripensare l’opera di Giovanni XXIII anche attraverso l'ARCHITETTURA - con la bellissima chiesa che Mario Botta ha progettato e costruito a Seriate di Bergamo, dedicata a Giovanni XXIII – ed attraverso il CINEMA di cui si cita - al di là della innumerevole serie di filmati biografici cinematografici e televisivi - il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, il “Vangelo Secondo Matteo” nel quale il poeta regista dichiara la precisa ispirazione tratta da Giovanni XXIII per il tramite della Pro Civitate Christiana - che si traduce in reale possibilità di un cammino di riconversione e di fede – con la dedica: “alla cara, lieta familiare memoria...": e nella occasione del 50° anniversario di quest'opera , e in seguito al restauro della
medesima, nei giorni 26-27 settembre del corrente anno, è stato progettato, sempre alla Cittadella di Assisi, un convegno di studi e testimonianze.
In mostra un corollario ai fotogrammi dell’opera di Pasolini “ Il Vangelo secondo Matteo”, “corollario” che ci introduce propriamente nella contemporaneità dell'arte concettuale della cultura delle avanguardie, sarà costituito dalla citazione dallo storico bolognese catalogo de “La Performance”, della azione performativa di Fabio Mauri, Intellettuale, che vide Pasolini essere coinvolto da Mauri, il 31 Maggio 1975, ricevendo sulla propria camicia bianca la proiezione del suo "Vangelo", facendosi carico sul proprio corpo del peso ideologico e morale della sua opera. La sequenza fotografica di questa azione dal 4 settembre 1997 fu ad Assisi significativamente esposta in una rassegna d’arte, insieme con quella delle Crocifissioni a pastello di Giovanni Testori, amico di Pasolini quanto di Mauri, nel Sacro Convento di San Francesco, al Museo del Tesoro.
L’arte elabora visioni di progetto: così Stefano Di Stasio ha elaborato una grande opera dedicata a Giovanni XXIII in cui si esplicita l’intreccio iconologico delle carismatiche indicazioni iconiche che vengono a perimetrare la rappresentazione a carattere teatrale dell’identità storico critica del Papa del Concilio. In tre pregevoli e interessanti opere di Alessandro Verdi, Giuliano Giuliani e Chiara Pasquetti, che si sono imposte all’interno di rispettivi meccanismi di committenza - a prescindere dalla ridefinizione dell’idea di monumento - la “celebrazione” diventa proclamazione di una indagine psicologica sulla personalità del ritratto dove la materia – dal marmo alla pietra, al bronzo – viene trasfigurata nella immagine che giustifica la narrazione anche in chiave espressivo- minimalistica ( Giuliani) o simbolista ( Verdi ) e naturalistica e storicizzata ( Pasquetti )
della rappresentazione del Papa Santo. Ciò secondo una forte tradizione che annovera, in Umbria, campionature di opere in esposizione - ovvero, in documentazione fotografica - quali quelle del bronzo di Emilio Greco a S. Pietro in Vaticano e a Orvieto, o di Angelo Biancini in Cittadella. Con l’opera di Armanda Negri si ha una inversa impostazione: nel suo bellissimo trittico la rappresentazione diventa svelamento dell’intimità della figurazione di Papa Giovanni, con la costruzione geometrico-cromatica che giunge ad esprimere una simbologia della luce che aspira a porsi analogicamente alla rappresentazione spirituale della santità.
Le opere quelle inedite realizzate per questa esposizione, per la ricorrenza del Vaticano II che si intende celebrare in Assisi, raggiungono pienamente lo scopo della mostra: indicare la strada di una ridefinizione dell’immagine nella verità del proprio cammino e nella sincerità della propria ricerca critico- linguistica, così da inverare la indicazione di una testimonianza che vuole il Concilio essere certamente oggetto di studio e di assimilazione , per poter essere vivificante energia della profetica icona del santo Vangelo. Storia, Documentazione, Arte : con questa mostra e con il catalogo che ne riassumerà i percorsi, si intende mettere in luce il tentativo di fare memoria del vissuto della Pro Civitate Christiana fondata ad Assisi da Don Giovanni Rossi, per ribadirne anche nella nostra contemporaneità la visione e la sostanza spirituale e indicare, nella testimonianza di Giovanni XXIII – in questo agosto 2014 – e di Paolo VI – nell' agosto del 2015 - l' autentica attualità “profetica” del Concilio Vaticano II.
Artisti nella memoria della storia
Giacomo Manzù, Aurelio De Felice, Floriano Bodini
Artisti nella spiritualità. Per una iconografia di Giovanni XXIII Alessandro Verdi, Bergamo; Claudio Carli, Assisi; Stefano Di Stasio, Spoleto; Bruno Mangiaterra, Loreto; Giuliano Giuliani, Ascoli Piceno-Bergamo, Chiara Pasquetti, Firenze; Leonardo Caboni, Roma; Armanda Negri, Roma; Mimmo Paladino, Paduli/Lampedusa; Vito Cotugno, Bari; Mario Botta, Mendrisio/Lugano-Bergamo
Artisti nella documentazione
Alessandro Monteleone, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Pirrone, Angelo Biancini, Artemio Giovagnoni, Emilio Greco, Enrico Manfrini, Romano Vio
La mostra intende ribadire quanto l’arte rifletta ed esprima il carisma, la profezia e la grazia del
Santo Angelo Roncalli e del Beato Giovanni Battista Montini, a cinquant' anni dal Concilio Vaticano II (11 Ottobre 1962 - 8 Dicembre 1965).
La mostra è costruita nel tentativo di intrecciare documentazione fotografico-archivistica a opere d’arte, sia di artisti che in questa occasione si sono prodigati a ripensare la figura del Papa, sia di artisti che con Giovanni XXIII e Paolo VI hanno avuto un documentato dialogo – come nel caso di Manzù, De Felice e Bodini - . Come è noto Manzù ebbe come tramite, per un dialogo ricco e spiritualmente edificante con Papa Giovanni XXIII e dunque in particolare con mons. Loris F. Capovilla, don Giuseppe De Luca – a cui fu permesso che l’artista dedicasse la Porta della Morte nella basilica di S. Pietro in Vaticano : dedica che si legge nel verso interno della Porta, vicinissimo alla bellissima rappresentazione che Manzù ha plasmato dell’apertura del Concilio Vaticano II– . Il libro di S. Em. Loris Capovilla, dedicato alle lettere che documentano questo sodalizio, giustifica sinteticamente e pienamente la definizione di “Manzù l’artista del Papa”.
Aurelio De Felice ebbe modo di incontrare il nunzio Angelo Roncalli a Parigi, sempre tramite don De Luca; e la sua Scuola di Arti per il Sacro a Parigi, insieme con Severini, è una splendida esperienza di quanto si sia irradiato l’operato di Roncalli. De Felice incontrò poi in udienza privata in Vaticano papa Giovanni XXIII a cui fece dono di una ammirabile Madonna con Bambino.
Con Floriano Bodini abbiamo, rispetto a Manzù e De Felice, un protagonista della nuova generazione che da sempre ha frequentato la Pro Civitate di Assisi e Don Giovanni Rossi e che con Angelo Roncalli e Giovan Battista Montini racconta la contemporaneità del magistero che ha realizzato il Vaticano II: la sua importante scultura è una icona armoniosa ed è una viva memoria del Vaticano II.
Con opere inedite eseguite per questa esposizione si è chiesto, inoltre, ad artisti di diversificate ricerche linguistiche e culturali, di rinnovare l’iconografia dedicata a Giovanni XXIII cimentandosi in alcuni percorsi tematici attinenti alla documentazione storica in mostra. Importante risulta l’accenno alla committenza di alcuni monumenti, come avvenne a Loreto in cui Alessandro Monteleone realizza la scultura su Giovanni XXIII con la memoria del suo viaggio Loreto-Assisi
il 4 Ottobre 1962 . Così Giovanni XXIII è visto nelle fotografie d’epoca ad Assisi nella filigrana di San Francesco, come oggi viene ripensato nelle opere realizzate da Claudio Carli e da Leonardo Caboni . Nella immagine storica del Papa del Concilio a Loreto in quel 1962, si pone la ricerca di Bruno Mangiaterra nella cui opera si ricorda , con la scultura di Monteleone, quell’itinerario lauretano nella attualità dove al Papa seguirà negli anni a Loreto, la testimonianza di mons. Loris F. Capovilla.
Ribadendo che non si insegue una museificazione dei documenti e delle opere - bensì una loro attualizzazione rileggendoli nella nostra contemporaneità - ecco che il corpo spirituale di una compiuta teologia della misericordia si lega al vissuto liturgico, mettendo in relazione Concilio e Rinnovamento Liturgico e ridefinendo la Pastorale.
La mostra si inserisce nelle tematiche del 72° Corso di Studi Cristiani dedicato a “Francesco e la Profezia delle periferie” anche con le immagini delle opere che dalla Cappella della Cittadella - rielaborata da Pina Ciampani con Don Giovanni Rossi – e con in mostra pregevoli opere di Arredi Liturgici che furono donati alla Pro Civitate da Papa Giovanni XXIII e Mons. Loris Capovilla. In questo contesto di spiritualità liturgica si inseriscono le immagini della Santa Messa celebrata da
Papa Bergoglio a Lampedusa, nell’isola quale “autentica profezia di periferia” e luogo di “ civiltà della misericordia”, Mimmo Paladino vi ha istallato la grande e suggestiva Porta d’Europa resa viva in mostra da una serie di fotografie eseguite da Alessandro Cerino. La tematica della Misericordia nella Carità come “immagine” del Miracolo, viene introdotta
dall’opera di Artemio Giovagnoni, “Guarigione del cieco”: una struggente opere tra le qualificate dell’artista di Perugia. Al tema della Pace con le iconografie che richiamano la “Pacem in terris” - promulgata il Giovedì Santo dell’11 Aprile 1963 - dedica un dittico Vito Cotugno; mostrando, dalla sua terra di Puglia il ricordo del dialogo del giovane Roncalli con il mondo Ortodosso e stabilendo una relazione nella nostra attualità per il tramite della testimonianza del Vescovo Tonino
Bello.
La mostra propone di ripensare l’opera di Giovanni XXIII anche attraverso l'ARCHITETTURA - con la bellissima chiesa che Mario Botta ha progettato e costruito a Seriate di Bergamo, dedicata a Giovanni XXIII – ed attraverso il CINEMA di cui si cita - al di là della innumerevole serie di filmati biografici cinematografici e televisivi - il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, il “Vangelo Secondo Matteo” nel quale il poeta regista dichiara la precisa ispirazione tratta da Giovanni XXIII per il tramite della Pro Civitate Christiana - che si traduce in reale possibilità di un cammino di riconversione e di fede – con la dedica: “alla cara, lieta familiare memoria...": e nella occasione del 50° anniversario di quest'opera , e in seguito al restauro della
medesima, nei giorni 26-27 settembre del corrente anno, è stato progettato, sempre alla Cittadella di Assisi, un convegno di studi e testimonianze.
In mostra un corollario ai fotogrammi dell’opera di Pasolini “ Il Vangelo secondo Matteo”, “corollario” che ci introduce propriamente nella contemporaneità dell'arte concettuale della cultura delle avanguardie, sarà costituito dalla citazione dallo storico bolognese catalogo de “La Performance”, della azione performativa di Fabio Mauri, Intellettuale, che vide Pasolini essere coinvolto da Mauri, il 31 Maggio 1975, ricevendo sulla propria camicia bianca la proiezione del suo "Vangelo", facendosi carico sul proprio corpo del peso ideologico e morale della sua opera. La sequenza fotografica di questa azione dal 4 settembre 1997 fu ad Assisi significativamente esposta in una rassegna d’arte, insieme con quella delle Crocifissioni a pastello di Giovanni Testori, amico di Pasolini quanto di Mauri, nel Sacro Convento di San Francesco, al Museo del Tesoro.
L’arte elabora visioni di progetto: così Stefano Di Stasio ha elaborato una grande opera dedicata a Giovanni XXIII in cui si esplicita l’intreccio iconologico delle carismatiche indicazioni iconiche che vengono a perimetrare la rappresentazione a carattere teatrale dell’identità storico critica del Papa del Concilio. In tre pregevoli e interessanti opere di Alessandro Verdi, Giuliano Giuliani e Chiara Pasquetti, che si sono imposte all’interno di rispettivi meccanismi di committenza - a prescindere dalla ridefinizione dell’idea di monumento - la “celebrazione” diventa proclamazione di una indagine psicologica sulla personalità del ritratto dove la materia – dal marmo alla pietra, al bronzo – viene trasfigurata nella immagine che giustifica la narrazione anche in chiave espressivo- minimalistica ( Giuliani) o simbolista ( Verdi ) e naturalistica e storicizzata ( Pasquetti )
della rappresentazione del Papa Santo. Ciò secondo una forte tradizione che annovera, in Umbria, campionature di opere in esposizione - ovvero, in documentazione fotografica - quali quelle del bronzo di Emilio Greco a S. Pietro in Vaticano e a Orvieto, o di Angelo Biancini in Cittadella. Con l’opera di Armanda Negri si ha una inversa impostazione: nel suo bellissimo trittico la rappresentazione diventa svelamento dell’intimità della figurazione di Papa Giovanni, con la costruzione geometrico-cromatica che giunge ad esprimere una simbologia della luce che aspira a porsi analogicamente alla rappresentazione spirituale della santità.
Le opere quelle inedite realizzate per questa esposizione, per la ricorrenza del Vaticano II che si intende celebrare in Assisi, raggiungono pienamente lo scopo della mostra: indicare la strada di una ridefinizione dell’immagine nella verità del proprio cammino e nella sincerità della propria ricerca critico- linguistica, così da inverare la indicazione di una testimonianza che vuole il Concilio essere certamente oggetto di studio e di assimilazione , per poter essere vivificante energia della profetica icona del santo Vangelo. Storia, Documentazione, Arte : con questa mostra e con il catalogo che ne riassumerà i percorsi, si intende mettere in luce il tentativo di fare memoria del vissuto della Pro Civitate Christiana fondata ad Assisi da Don Giovanni Rossi, per ribadirne anche nella nostra contemporaneità la visione e la sostanza spirituale e indicare, nella testimonianza di Giovanni XXIII – in questo agosto 2014 – e di Paolo VI – nell' agosto del 2015 - l' autentica attualità “profetica” del Concilio Vaticano II.
Artisti nella memoria della storia
Giacomo Manzù, Aurelio De Felice, Floriano Bodini
Artisti nella spiritualità. Per una iconografia di Giovanni XXIII Alessandro Verdi, Bergamo; Claudio Carli, Assisi; Stefano Di Stasio, Spoleto; Bruno Mangiaterra, Loreto; Giuliano Giuliani, Ascoli Piceno-Bergamo, Chiara Pasquetti, Firenze; Leonardo Caboni, Roma; Armanda Negri, Roma; Mimmo Paladino, Paduli/Lampedusa; Vito Cotugno, Bari; Mario Botta, Mendrisio/Lugano-Bergamo
Artisti nella documentazione
Alessandro Monteleone, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Pirrone, Angelo Biancini, Artemio Giovagnoni, Emilio Greco, Enrico Manfrini, Romano Vio
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