Silenzio. Dalle ombre allo specchio
![Andrea Papini, <em>Silenzio</em> Andrea Papini, <em>Silenzio</em>](http://www.arte.it/foto/600x450/7d/54139-andrea-papini_1_.jpg)
Andrea Papini, Silenzio
Dal 15 Ottobre 2016 al 15 Ottobre 2016
Jesi | Ancona
Luogo: Chiesa di San Bernardo
Indirizzo: via Valle 5
Orari: 18:00 20:00
Curatori: Mirko Stortoni
Enti promotori:
- Comune di Jesi
- Jesi Cultura
Telefono per informazioni: +39 347 1685955
E-Mail info: adorable@ugarage.it
Sito ufficiale: http://ugarage.it
L'appuntamento con "SILENZIO" è per sabato 15 Ottobre alla chiesa di S.Bernardo a Jesi.
L'opera sarà visitabile dalle 18 alle 20 e rappresenta il secondo atto di una scena di tre iniziata alle Officine Ugarage in condivisione della ricerca artistica di Mirko Stortoni, poliedrico attore e promotore di una nuova "scena marchigiana" e che vede come ideale completamento la rappresentazione di un'opera comune a marzo 2017 a Milano.
In una recentissima intervista Papini dichiara: "Per me l’arte è un viaggio verso l’ignoto, verso una dimensione sconosciuta, non è un repertorio dove uno prende o dove si riconosce in quel mondo e, quindi, lì si consola”. “E’ disegnare la realtà alla quale siamo stati consegnati prima dell’insorgere della coscienza. E’ un segno precedente, un pre concetto. Non si tratta di una ricerca culturale ma di onde emotive. Non c’è un repertorio, una tradizione. Ma una necessità”.
Mi chiede cosa sono per me le ombre? – spiega – “le creature viventi che calpestano la terra e la consumano, senza coscienza. E lasciano, naturalmente, un segno...”. Nelle opere di Papini chi guarda è protagonista perché “deve immergersi in esse come in un percorso obbligato, circondato volontariamente dall’opera. Il fatto non è casuale, la drammaturgia dell’immagine nuda lo prevede. Quindi è come se entrasse dentro l’immagine”. “Si inizia da una immagine che appare, dalla quale vieni fulminato, colpito. E questo succede quasi sempre quando stai pensando ad altro. Questa, poi, viene trasmessa e cerco di presentarla”. Quello che Papini vuol significare e ciò che noi vediamo sono parti di una stessa sensazione: “ E’ come uno specchio – dice - che viene rotto ogni volta che qualcuno decide di creare qualcosa, di leggere qualcosa”.
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