La mostra nell'ambito del progetto "Collezioni in dialogo"
Ai Musei Vaticani arriva da Torino la statua di Amenhotep II
Statua del sovrano Amenhotep II, granito rosa (Nuovo Regno, XVIII dinastia) Karnak, Tempio di Amon. Torino, Museo Egizio, Collezione Drovetti. Courtesy Museo Egizio
Samantha De Martin
04/12/2018
Roma - Inginocchiato nell’atto di compiere un’offerta alla divinità, con il suo copricapo regale di stoffa e il cobra sulla fronte, re Amenhotep II si mostra in tutta la sua potenza all’interno della prima sala del Museo Gregoriano Egizio del Vaticano, dove sarà in mostra dal 4 dicembre al 30 giugno.
È la prima volta che questo capolavoro della statuaria monumentale faraonica in granito rosa lascia la Galleria dei Re del Museo Egizio di Torino per aderire a un progetto internazionale. Promosso dai Musei Vaticani, in sintonia con le più importanti istituzioni museali nazionali ed internazionali, “Collezioni in dialogo” vedrà per alcuni mesi protagonista il Museo Egizio a Torino, già da quattro anni in “dialogo” e in collaborazione con i Musei del Papa.
“Ogni collezione museale è uno spazio di dialogo - ha detto il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta -. Per questo abbiamo deciso di consacrare dei luoghi privilegiati per evidenziare la ricerca attraverso il “dialogo” in tutte le sue accezioni. In questo primo appuntamento è il Museo Gregoriano Egizio, e la statua di Amenhotep II è il simbolo di una rinnovata ma consolidata politica di apertura culturale”.
A ricordarne l'originale allestimento è il curatore Alessia Amenta. “Il faraone inginocchiato nell’atto di offrire agli dei celebra il principio fondante della cultura egizia, vale a dire la rivalsa della caducità dell’uomo attraverso la regalità legittimata”
La scultura di Amenhotep II - sovrano della XVIII dinastia, fine del XV sec. a.C.quando l’Egitto diventa la potenza più importante del Mediterraneo orientale - fa parte dell’importante collezione di Bernardino Drovetti, Console generale di Francia, acquistata dai Savoia nel 1824.
“La collaborazione con i Musei Vaticani - ha dichiarato il direttore del Museo Egizio, Christian Greco - è stata avviata più di quattro anni fa, con il Vatican Coffin Project, nell’ambito della ricerca che il Museo conduce sui sarcofagi del III Periodo Intermedio, e testimoniato poi con l’esposizione del sarcofago restaurato di Butehamon. Il prestito della statua di Amenhotep II, uno degli esempi più importanti della statuaria regale del Nuovo Regno, è un’altra tappa del dialogo tra le nostre collezioni”.
Leggi anche:
• Ai Musei Vaticani un itinerario in 50 opere in compagnia di Winckelmann
È la prima volta che questo capolavoro della statuaria monumentale faraonica in granito rosa lascia la Galleria dei Re del Museo Egizio di Torino per aderire a un progetto internazionale. Promosso dai Musei Vaticani, in sintonia con le più importanti istituzioni museali nazionali ed internazionali, “Collezioni in dialogo” vedrà per alcuni mesi protagonista il Museo Egizio a Torino, già da quattro anni in “dialogo” e in collaborazione con i Musei del Papa.
“Ogni collezione museale è uno spazio di dialogo - ha detto il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta -. Per questo abbiamo deciso di consacrare dei luoghi privilegiati per evidenziare la ricerca attraverso il “dialogo” in tutte le sue accezioni. In questo primo appuntamento è il Museo Gregoriano Egizio, e la statua di Amenhotep II è il simbolo di una rinnovata ma consolidata politica di apertura culturale”.
A ricordarne l'originale allestimento è il curatore Alessia Amenta. “Il faraone inginocchiato nell’atto di offrire agli dei celebra il principio fondante della cultura egizia, vale a dire la rivalsa della caducità dell’uomo attraverso la regalità legittimata”
La scultura di Amenhotep II - sovrano della XVIII dinastia, fine del XV sec. a.C.quando l’Egitto diventa la potenza più importante del Mediterraneo orientale - fa parte dell’importante collezione di Bernardino Drovetti, Console generale di Francia, acquistata dai Savoia nel 1824.
“La collaborazione con i Musei Vaticani - ha dichiarato il direttore del Museo Egizio, Christian Greco - è stata avviata più di quattro anni fa, con il Vatican Coffin Project, nell’ambito della ricerca che il Museo conduce sui sarcofagi del III Periodo Intermedio, e testimoniato poi con l’esposizione del sarcofago restaurato di Butehamon. Il prestito della statua di Amenhotep II, uno degli esempi più importanti della statuaria regale del Nuovo Regno, è un’altra tappa del dialogo tra le nostre collezioni”.
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