Capolavoro dell’architettura mondiale
 
										
										 
										
										
																		
																	Foto di Luca Muscarà | 
																									Interno della Chiesa del Dio Padre Misericordioso progettata da Richard Meier
															
							21/11/2003
							 Richard Meier, 69 anni, americano di origine ebrea, è autore di numerose pubblicazioni, tra monografie, riviste e altro, ed è membro delle più famose accademie internazionali, nel settore delle arti e delle scienze. La Dives in Misericordia è la sua prima chiesa, sebbene successiva a precedenti progetti ecclesiastici, tra cui il Christal Cathedral’s International Center for Possibility Thinking”, di cui richiama molto la trasparenza delle forme. 
Meier criticato per il progetto per l’Ara Pacis, viene adesso osannato per quello che lui stesso ha definito ”il capolavoro della sua vita” e un ”progetto fatto col cuore”.
L’architetto ha dichiarato di aver cercato soprattutto di comunicare il senso del sacro, e di essersi ispirato, per questo, a maestri dell’architettura come Bernini e Borromini, le cui opere ammirava durante le sue numerose visite a Roma. In particolare ha colto i tratti di apertura e accoglienza del colonnato di piazza S. Pietro. Il grande architetto ha voluto che il fedele, entrando in chiesa, fosse portato ad alzare lo sguardo, ”per spiare il mistero del cielo e della trascendenza”, ha affermato. La chiesa è stata infatti considerata da molti osservatori una reinterpretazione del gotico. 
Le curve delle tre vele, alte dai 18 ai 26 metri, si avvicendano alle forme squadrate della casa parrocchiale e del campanile, che sostiene 5 campane di bronzo, senza torre campanaria, fuse dalla storica fabbrica Marinelli, con su evocati i viaggi del Papa. Il lato destro dell’edificio è quello più funzionale ed ospita gli uffici parrocchiali e le attività di catechesi. Comprende una vasta sala conferenze, ottima anche come teatro, e una corte interna.
Il fedele che si addentra nell’immenso edificio ha difficoltà a decifrarne il complesso lessico architettonico. Al centro della navata centrale si eleva un crocifisso ligneo del Seicento, che sembra levitare nel vuoto senza sostegni. 
Minimi gli arredi sacri (scelti dallo stesso Meier) ad eccezione del prezioso corredo liturgico di calici, ostensori, candelabri, ampolle, per complessivi 46 chili di argento, donato da Bulgari al Vaticano per il Giubileo 2000. L’altare maggiore (a forma di barca), la sedia del celebrante e il tabernacolo sono in granito. 
I confessionali sono innovative cabine schermate da griglie in legno. Al bianco del cemento si alterna solo il legno chiaro del ciliegio dei banchi e del matroneo. Secondo alcuni, la matrice culturale ebrea dell’autore, che non prevede immagini per Dio, avrebbe influenzato la limpida politezza degli interni, privi di decorazioni (ad eccezione del crocifisso).						
						
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