A Gorizia dal 6 dicembre al 25 marzo
Da Djaghilev all’Astrattismo, la Rivoluzione in 100 capolavori
Galleria Tret'jakovskaja, Mosca |
Aleksandra Ekster, Composizione, 1914
Francesca Grego
18/10/2017
Gorizia - Esattamente 100 anni fa, nell’ottobre del 1917, entrava nel vivo un evento destinato a cambiare i destini del mondo nella politica come nell’arte: la Rivoluzione Russa.
Da Londra a New York, nel corso del 2017 mostre ed eventi speciali hanno celebrato l’onda di rinnovamento innescata dalle avanguardie russe e le sue ricadute sull’arte europea del Novecento.
Una vera e propria “esplosione culturale” nata nel clima di attesa ed euforia che finì per travolgere l’impero degli zar, da scoprire in oltre 100 capolavori in arrivo a Gorizia dai principali musei di Mosca, in primis dalla prestigiosa Galleria Tret’jakov.
Da Kandinskij a Malevič, passando per Benois, Larionov, Tatlin, Gončarova, Ekster, una sfilata di immagini e linguaggi diversi è pronta a tracciare il ritratto di una scena artistica che avrebbe definitivamente cambiato i canoni espressivi del secolo.
“Questa grande mostra presenta un’originale sequenza di opere emblematiche, ma anche assai poco viste in Italia”, spiega Raffaella Sgubin, direttore del Servizio Museo e Archivi Storici dell’Ente Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia.
Ma c’è di più: dal già ampio dominio delle arti figurative, La Rivoluzione Russa. Da Djaghilev all’Astrattismo (1898-1922) allarga lo sguardo sullo straripante panorama culturale di un venticinquennio, arrivando a comprendere le innovazioni dei balletti di Djaghilev e della fotografia di Rodčenko, del teatro (Cečhov, Mejerchol’d, Stanislavskij) e della musica, con Musorskij, Skrjabin, Stravinskij.
Sei sezioni – ciascuna legata a un tema specifico e a un anno cruciale - scandiscono il ricco percorso espositivo, incrociando eventi storici, movimenti culturali, pratiche artistiche, con l’aiuto di dipinti, opere su carta, oggetti d’uso e documenti.
“Dalle ricerche che hanno sotteso questa esposizione”, anticipano i curatori Faina Balachovskaja della Galleria Tret’jakov, Silvia Burini e Giuseppe Barbieri del Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia “sono emersi anzitutto il valore e il ruolo ‘rivoluzionari’ delle pratiche artistiche all’interno della società russa a cavallo tra XIX e XX sec., a partire dalla sotterranea e decisiva matrice letteraria della cultura russa ottocentesca, e qui basterà ricordare i nomi di Blok, Achmatova, Mandel’stam, Pasternak, Majakovskij.
Ma fu una rivoluzione complessiva, che si è estesa alla pittura (esiste un’arte prima dell’Astrattismo e una successiva, quella in cui ancora oggi viviamo) e poi alla grafica, alle scenografie, alla musica, per registrare infine le origini dell’esperienza del cinema, che qualche anno dopo si sarebbe concretata nel magistero di Ėjzenštejn e Vertov”.
La mostra, in programma dal 6 dicembre 2017 al 25 marzo 2018, sarà ospitata nel settecentesco Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, che insieme a un ricco apparato decorativo di affreschi, stucchi e sculture custodisce un prezioso corpus di opere pittoriche di maestri veneti.
Leggi anche:
In Italia e nel mondo, tutte le mostre sulle avanguardie russe
I capolavori di Malevič a Mosca, New York e Amsterdam
Kandinskij nelle collezioni museali italiane
Da Londra a New York, nel corso del 2017 mostre ed eventi speciali hanno celebrato l’onda di rinnovamento innescata dalle avanguardie russe e le sue ricadute sull’arte europea del Novecento.
Una vera e propria “esplosione culturale” nata nel clima di attesa ed euforia che finì per travolgere l’impero degli zar, da scoprire in oltre 100 capolavori in arrivo a Gorizia dai principali musei di Mosca, in primis dalla prestigiosa Galleria Tret’jakov.
Da Kandinskij a Malevič, passando per Benois, Larionov, Tatlin, Gončarova, Ekster, una sfilata di immagini e linguaggi diversi è pronta a tracciare il ritratto di una scena artistica che avrebbe definitivamente cambiato i canoni espressivi del secolo.
“Questa grande mostra presenta un’originale sequenza di opere emblematiche, ma anche assai poco viste in Italia”, spiega Raffaella Sgubin, direttore del Servizio Museo e Archivi Storici dell’Ente Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia.
Ma c’è di più: dal già ampio dominio delle arti figurative, La Rivoluzione Russa. Da Djaghilev all’Astrattismo (1898-1922) allarga lo sguardo sullo straripante panorama culturale di un venticinquennio, arrivando a comprendere le innovazioni dei balletti di Djaghilev e della fotografia di Rodčenko, del teatro (Cečhov, Mejerchol’d, Stanislavskij) e della musica, con Musorskij, Skrjabin, Stravinskij.
Sei sezioni – ciascuna legata a un tema specifico e a un anno cruciale - scandiscono il ricco percorso espositivo, incrociando eventi storici, movimenti culturali, pratiche artistiche, con l’aiuto di dipinti, opere su carta, oggetti d’uso e documenti.
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Ma fu una rivoluzione complessiva, che si è estesa alla pittura (esiste un’arte prima dell’Astrattismo e una successiva, quella in cui ancora oggi viviamo) e poi alla grafica, alle scenografie, alla musica, per registrare infine le origini dell’esperienza del cinema, che qualche anno dopo si sarebbe concretata nel magistero di Ėjzenštejn e Vertov”.
La mostra, in programma dal 6 dicembre 2017 al 25 marzo 2018, sarà ospitata nel settecentesco Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, che insieme a un ricco apparato decorativo di affreschi, stucchi e sculture custodisce un prezioso corpus di opere pittoriche di maestri veneti.
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