Romaeuropa Festival 2006
ballerini
10/10/2006
Romaeuropa Festival inaugura la stagione 2006, aprendo per la prima volta il suo cartellone alla vitalità delle arti tecnologiche: i tedeschi Ulf Langheinrich, Holger Förterer, i francesi Pierrick Sorin, Marie Maquarie, Sébastien Noël, l’israeliano Romy Achituv, lo svedese Christian Partos, gli statunitensi Gregory Barsamian e Richard Fleischer, il tedesco David Moises, il collettivo austriaco Time’s Up e il cinese Du Zhenjun, fino a Studio Azzurro, il più importante gruppo italiano che lavora sulle arti digitali di oggi.
Tredici installazioni da tutto il mondo prenderanno possesso di palcoscenico, platea, galleria, corridoi e foyer del Teatro Palladium fino al 20 ottobre. È la mostra Sensi Sotto Sopra, protagonista della sezione Arte e Teconogia, curata dal francese Richard Castelli e sostenuta dalla DARC-Direzione generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee, un’esposizione per ripensare e sconvolgere gli spazi del teatro, ma soprattutto la collocazione e l’attività dello spettatore. Aprono la mostra nel foyer Quelques inventions remarquables di Pierrick Sorin –scatole trasparenti dove si agitano eccentrici figurini sotto forma di ologrammi–; i filmati sul globo cibernetico BodySPIN del collettivo Time’s Up; e The olden, scultura animata di Gregory Barsamian.
Malizioso e intrigante gioco di ombre cinesi è Striptease di Christian Partos, autore anche di Step Motor Animation una spirale consacrata all’illusione del movimento allusiva ai progenitori del cinema: due opere che occupano parte della platea assieme a Hanoscop omaggio di David Moises a Flatlands il raffinato racconto sul mondo a due dimensioni di Edwin A. Abbott. Nello spazio attiguo si situa Benowhere Interactive di Romy Achituv in cui lo spettatore può intervenire modificando la sequenza lineare della proiezione di un filmato, creando una sorta di montaggio cinematografico del tutto personale.
La parte centrale della platea è invece interamente occupata da Hemisphere, presentata in prima mondiale a Sensi Sotto Sopra: una cupola di 10 metri di diametro, progettata da Jeffrey Shaw e dotata di un sistema di proiezioni, che sovrasta e avvolge il pubblico, così letteralmente immerso negli impulsi visivi e uditivi ideati da Ulf Langheinrich. Il percorso di Sensi Sotto Sopra continua sul palcoscenico: il pubblico qui incontra Cancello la tua traccia di Du Zhenjun e Helikopter di Holger Förterer, entrambe installazioni interattive che attraverso sistemi di cattura del movimento reagiscono alla presenza del fruitore. Le immagini filmate dai treni sopraelevati della S-Bahn di Berlino, e rielaborate da Marie Maquaire in Tentatives d’épuisemente d’un lieu: Berlin accompagnano lo spettatore verso la galleria.
Qui si passa dal grande al piccolo schermo attraverso gli esperimenti di manipolazione dell’immagine de Lo Strangolatore di Boston del regista Richard Fleischer, e dove si scopre TV Predator, un singolare sabotaggio dell’elettrodomestico simbolo del consumismo –il televisore- ad opera del designer Sébastien Noël del gruppo Troika.
Non poteva mancare tra gli artisti presentati, il gruppo internazionale di base a Milano Studio Azzurro che dà vita alla superficie esterna della cupola di Hemisphere con la proiezione Il soffio sull’angelo, estratto dell’omonima installazione interattiva.
Dopo la rivoluzione sensoriale di Sensi Sotto Sopra teatro, danza, musica attraversano le altre quattro sezioni del Festival dal 27 ottobre al 9 dicembre con prestigiosi ritorni e nuove scoperte.
Per Vecchie storie, nuovi sguardi Robert Lepage e il suo The Andersen Project, ritratto inaspettato del celebre favolista danese; Moby Dick sarà invece l’oggetto della lezione di Alessandro Baricco in attesa del nuovo spettacolo; antico e contemporaneo nei Vespri di Monteverdi “trasformati” in vsprs nella reinterpretazione di Alain Platel e Les Ballets C. de la B.; la regista siciliana Emma Dante presenterà Cani di Bancata per lasciare poi la scena ad altre due grandi donne del teatro di prosa contemporaneo: Deborah Warner e Fiona Shaw in Readings.
All’insegna della confluenza di stimoli e culture diverse il cartellone della sezione Orienti: quello di Akram Khan e l’occidente di Sylvie Guillem in Sacred Monsters; la tradizione di Pichet Klunchun e la danza concettuale –la non-danza- del francese Jérôme Bel in Shoes e Pichet Klunchun and myself; il presente e il passato deille cinesi Gao Yanjinzi e Luo Lili, madre e figlia che ballano insieme in Jue; infine Portopalo – Nomi, su tombe senza corpi, progetto corale guidato da Giorgio Barberio Corsetti dedicato ad una delle recenti tragedie dell’immigrazione, una vicenda dura e su cui il nostro paese tarda a fare i conti.
Musica Elettronica e contemporanea aprono la sezione Trasformazioni e s’incontrano finalmente in Microwaves, rivisitazione di composizioni di Verrando, Nova, Maresz, Ingolfsson, Magnanensi ideate ed eseguite dai finlandesi Pan Sonic insieme ad Alter Ego; spiccano, inoltre, Turning, dove Antony and the Jonhsons accompagnano con la loro musica immagini virtuali –create da Charles Atlas– e reali di tredici bellezze newyorkesi; In C e l’attesa The slaving wheel of meat conception, rielaborazione di Keyboard Studies –due storici manifesti del minimalismo musicale di Terry Riley–presentati in prima assoluta al Romaeuropa Festival dallo stesso Riley con Matmos e Alter Ego; e infine Cinemix, due capolavori del cinema muto di Buster Keaton e Fritz Lang, fatti a pezzi dal dj di Detroit Jeff Mills.
Per l’ultima sezione, Nightline, ecco danza e provocazione con sette professionisti dello spogliarello diretti da sette coreografi –tra cui Alain Platel, Wim Vandekeybus, Caterina Sagna– in Nightshade; realtà e stereotipo nel Box Office di Colin Poole, mentre i nomi più significativi del panorama della nuova elettronica saranno in cartellone in Sensoralia, ciclo che si terrà al Brancaleone.
E anche quest’anno la chiusura del Romaeuropa Festival è affidata alla musica: grande festa con Cocoon night, mega-rave alla Fiera di Roma con i dj Ricardo Villalobos e James Holden.
INFO romaeuropa.net
numero verde 800 795525
Tredici installazioni da tutto il mondo prenderanno possesso di palcoscenico, platea, galleria, corridoi e foyer del Teatro Palladium fino al 20 ottobre. È la mostra Sensi Sotto Sopra, protagonista della sezione Arte e Teconogia, curata dal francese Richard Castelli e sostenuta dalla DARC-Direzione generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee, un’esposizione per ripensare e sconvolgere gli spazi del teatro, ma soprattutto la collocazione e l’attività dello spettatore. Aprono la mostra nel foyer Quelques inventions remarquables di Pierrick Sorin –scatole trasparenti dove si agitano eccentrici figurini sotto forma di ologrammi–; i filmati sul globo cibernetico BodySPIN del collettivo Time’s Up; e The olden, scultura animata di Gregory Barsamian.
Malizioso e intrigante gioco di ombre cinesi è Striptease di Christian Partos, autore anche di Step Motor Animation una spirale consacrata all’illusione del movimento allusiva ai progenitori del cinema: due opere che occupano parte della platea assieme a Hanoscop omaggio di David Moises a Flatlands il raffinato racconto sul mondo a due dimensioni di Edwin A. Abbott. Nello spazio attiguo si situa Benowhere Interactive di Romy Achituv in cui lo spettatore può intervenire modificando la sequenza lineare della proiezione di un filmato, creando una sorta di montaggio cinematografico del tutto personale.
La parte centrale della platea è invece interamente occupata da Hemisphere, presentata in prima mondiale a Sensi Sotto Sopra: una cupola di 10 metri di diametro, progettata da Jeffrey Shaw e dotata di un sistema di proiezioni, che sovrasta e avvolge il pubblico, così letteralmente immerso negli impulsi visivi e uditivi ideati da Ulf Langheinrich. Il percorso di Sensi Sotto Sopra continua sul palcoscenico: il pubblico qui incontra Cancello la tua traccia di Du Zhenjun e Helikopter di Holger Förterer, entrambe installazioni interattive che attraverso sistemi di cattura del movimento reagiscono alla presenza del fruitore. Le immagini filmate dai treni sopraelevati della S-Bahn di Berlino, e rielaborate da Marie Maquaire in Tentatives d’épuisemente d’un lieu: Berlin accompagnano lo spettatore verso la galleria.
Qui si passa dal grande al piccolo schermo attraverso gli esperimenti di manipolazione dell’immagine de Lo Strangolatore di Boston del regista Richard Fleischer, e dove si scopre TV Predator, un singolare sabotaggio dell’elettrodomestico simbolo del consumismo –il televisore- ad opera del designer Sébastien Noël del gruppo Troika.
Non poteva mancare tra gli artisti presentati, il gruppo internazionale di base a Milano Studio Azzurro che dà vita alla superficie esterna della cupola di Hemisphere con la proiezione Il soffio sull’angelo, estratto dell’omonima installazione interattiva.
Dopo la rivoluzione sensoriale di Sensi Sotto Sopra teatro, danza, musica attraversano le altre quattro sezioni del Festival dal 27 ottobre al 9 dicembre con prestigiosi ritorni e nuove scoperte.
Per Vecchie storie, nuovi sguardi Robert Lepage e il suo The Andersen Project, ritratto inaspettato del celebre favolista danese; Moby Dick sarà invece l’oggetto della lezione di Alessandro Baricco in attesa del nuovo spettacolo; antico e contemporaneo nei Vespri di Monteverdi “trasformati” in vsprs nella reinterpretazione di Alain Platel e Les Ballets C. de la B.; la regista siciliana Emma Dante presenterà Cani di Bancata per lasciare poi la scena ad altre due grandi donne del teatro di prosa contemporaneo: Deborah Warner e Fiona Shaw in Readings.
All’insegna della confluenza di stimoli e culture diverse il cartellone della sezione Orienti: quello di Akram Khan e l’occidente di Sylvie Guillem in Sacred Monsters; la tradizione di Pichet Klunchun e la danza concettuale –la non-danza- del francese Jérôme Bel in Shoes e Pichet Klunchun and myself; il presente e il passato deille cinesi Gao Yanjinzi e Luo Lili, madre e figlia che ballano insieme in Jue; infine Portopalo – Nomi, su tombe senza corpi, progetto corale guidato da Giorgio Barberio Corsetti dedicato ad una delle recenti tragedie dell’immigrazione, una vicenda dura e su cui il nostro paese tarda a fare i conti.
Musica Elettronica e contemporanea aprono la sezione Trasformazioni e s’incontrano finalmente in Microwaves, rivisitazione di composizioni di Verrando, Nova, Maresz, Ingolfsson, Magnanensi ideate ed eseguite dai finlandesi Pan Sonic insieme ad Alter Ego; spiccano, inoltre, Turning, dove Antony and the Jonhsons accompagnano con la loro musica immagini virtuali –create da Charles Atlas– e reali di tredici bellezze newyorkesi; In C e l’attesa The slaving wheel of meat conception, rielaborazione di Keyboard Studies –due storici manifesti del minimalismo musicale di Terry Riley–presentati in prima assoluta al Romaeuropa Festival dallo stesso Riley con Matmos e Alter Ego; e infine Cinemix, due capolavori del cinema muto di Buster Keaton e Fritz Lang, fatti a pezzi dal dj di Detroit Jeff Mills.
Per l’ultima sezione, Nightline, ecco danza e provocazione con sette professionisti dello spogliarello diretti da sette coreografi –tra cui Alain Platel, Wim Vandekeybus, Caterina Sagna– in Nightshade; realtà e stereotipo nel Box Office di Colin Poole, mentre i nomi più significativi del panorama della nuova elettronica saranno in cartellone in Sensoralia, ciclo che si terrà al Brancaleone.
E anche quest’anno la chiusura del Romaeuropa Festival è affidata alla musica: grande festa con Cocoon night, mega-rave alla Fiera di Roma con i dj Ricardo Villalobos e James Holden.
INFO romaeuropa.net
numero verde 800 795525
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