Laura Saddi. Una perifrasi di metamorfosi
Dal 09 Febbraio 2021 al 19 Febbraio 2021
Cagliari
Luogo: Fondazione Bartoli Felter
Indirizzo: Via 29 Novembre 3/5
Orari: da lunedì a venerdì dalle ore 17 alle 19:30, festivi esclusi
Curatori: Chiara Manca
Da martedi 9 febbraio dalle ore 18 sarà possibile visitare presso il Temporary Storing della Fondazione Bartoli Felter in Cagliari, la personale dell'artista Laura Saddi dal titolo "una perifrasi di metamorfosi" a cura di Chiara Manca.
Scrive la Curatrice:
Laura Saddi, nelle sue opere, racconta fra le righe un universo mitologico rivisitato in chiave contemporanea con pittura, disegno e collage, riportando la mente dell'osservatore alle immagini di creature che hanno caratterizzato la cultura e la letteratura antica: dalla Chimera al Minotauro, dalle Sirene alate a quelle marine, passando per Arpie, Centauri e Satiri. Ogni soggetto rappresentato potrebbe ricordare un personaggio tratto dalle Metamorfosi ovidiane, in cui l'uomo si fa bestia e pianta, e come tale muta, cambia e si ricompone con parti estranee destinate a caratterizzarlo per sempre. Se nel mito la trasformazione avviene principalmente come punizione divina per gli errori commessi dagli umani e per la loro superbia nei confronti degli dei, nelle opere di Saddi questa non si verifica in modo completo: assistiamo a una carrellata di esempi di quelli che potremmo definire “anelli mancanti”, forme di passaggio, evoluzioni incomplete, adattamenti innaturali, mutamenti necessari e metamorfosi indefinite. E due ominidi realizzati su grande formato in tecnica mista su carta, riconducibili ad Adamo ed Eva come anche ad Apollo e Daphne, sembrano quasi chiudere il cerchio, il girone mitologico in cui l'artista trasporta l'osservatore. Una piccola parte della mostra, inoltre, è dedicata ai conigli, gli animali che per eccellenza rappresentano la paura e la codardia. Saddi però aggiunge un dettaglio che ribalta completamente questa idea: i nasi umani, incollati su pittura ad olio e acrilico, sono quelli degli infermieri e dei medici che durante la pandemia di Covid-19 hanno continuato, nonostante la paura e l'incertezza, a svolgere il loro lavoro. I conigli di Saddi ricordano anche il coniglio di una favola orientale, ripresa recentemente da Stefano Massini. La sua morale? Per sconfiggere la paura si pensa di solito che serva il coraggio, e invece no: prima del coraggio serve la dignità, serve il cervello, che guarda, capisce, reagisce e soprattutto sceglie cosa e come vuole essere. Perché se la paura è inevitabile, altrettanto inevitabile è scegliere se vuoi diventarne schiavo. Un omaggio a uomini e donne intelligenti che non sono diventati schiavi della paura, ma che nonostante la paura hanno svolto il loro lavoro in condizioni di pericolo e di terrore, per il bene comune.
Chiara Manca
Scrive la Curatrice:
Laura Saddi, nelle sue opere, racconta fra le righe un universo mitologico rivisitato in chiave contemporanea con pittura, disegno e collage, riportando la mente dell'osservatore alle immagini di creature che hanno caratterizzato la cultura e la letteratura antica: dalla Chimera al Minotauro, dalle Sirene alate a quelle marine, passando per Arpie, Centauri e Satiri. Ogni soggetto rappresentato potrebbe ricordare un personaggio tratto dalle Metamorfosi ovidiane, in cui l'uomo si fa bestia e pianta, e come tale muta, cambia e si ricompone con parti estranee destinate a caratterizzarlo per sempre. Se nel mito la trasformazione avviene principalmente come punizione divina per gli errori commessi dagli umani e per la loro superbia nei confronti degli dei, nelle opere di Saddi questa non si verifica in modo completo: assistiamo a una carrellata di esempi di quelli che potremmo definire “anelli mancanti”, forme di passaggio, evoluzioni incomplete, adattamenti innaturali, mutamenti necessari e metamorfosi indefinite. E due ominidi realizzati su grande formato in tecnica mista su carta, riconducibili ad Adamo ed Eva come anche ad Apollo e Daphne, sembrano quasi chiudere il cerchio, il girone mitologico in cui l'artista trasporta l'osservatore. Una piccola parte della mostra, inoltre, è dedicata ai conigli, gli animali che per eccellenza rappresentano la paura e la codardia. Saddi però aggiunge un dettaglio che ribalta completamente questa idea: i nasi umani, incollati su pittura ad olio e acrilico, sono quelli degli infermieri e dei medici che durante la pandemia di Covid-19 hanno continuato, nonostante la paura e l'incertezza, a svolgere il loro lavoro. I conigli di Saddi ricordano anche il coniglio di una favola orientale, ripresa recentemente da Stefano Massini. La sua morale? Per sconfiggere la paura si pensa di solito che serva il coraggio, e invece no: prima del coraggio serve la dignità, serve il cervello, che guarda, capisce, reagisce e soprattutto sceglie cosa e come vuole essere. Perché se la paura è inevitabile, altrettanto inevitabile è scegliere se vuoi diventarne schiavo. Un omaggio a uomini e donne intelligenti che non sono diventati schiavi della paura, ma che nonostante la paura hanno svolto il loro lavoro in condizioni di pericolo e di terrore, per il bene comune.
Chiara Manca
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