Jacqueline Guillermain. Trans-apparence

Jacqueline Guillermain. Trans-apparence
Dal 09 Novembre 2012 al 29 Novembre 2012
Palermo
Luogo: Centro d'Arte Piana dei Colli - Villa Alliata Cardillo
Indirizzo: via Faraone 2
Orari: da martedì a sabato 16-19.30 e su appuntamento
Curatori: Giulia Ingarao
Enti promotori:
- Institut français Palermo
- Ambasciata di Francia a Roma
- Istituto Svizzero di Roma
Telefono per informazioni: +39 091 6790853
E-Mail info: info@pianadeicolli.it
Sito ufficiale: http://www.pianadeicolli.it
L'artista franco-svizzera Jacqueline Guillermain porta avanti da anni una ricerca sulla materia; ha
modellato terracotta, vetro, stucco e si definisce artista del vetro. Le sue opere sono state acquisite
da diverse collezioni pubbliche tra cui: Fond National d’Art Contemporain - Paris; Musée du Verre
de Sars Poteries Nord Pas de Calais; Fond Régional d’Art Contemporain - Languedoc-Roussillon.
Da circa tre anni Guillermain trascorre lunghi periodi a Palermo. La visita all'oratorio di San
Lorenzo le ha provocato - come racconta - un vero shock estetico che ha stimolato le più recenti
creazioni dove sostituisce lo stucco al vetro. Nelle trine di stucco l'arabesco orientale, memoria
della sua infanzia a Tunisi, si incontra con il barocco serpottiano.
Il titolo dell’esposizione palermitana gioca sull'ambiguità della parola composta “Trans-Apparence”
che evoca foneticamente il termine “trasparenza” in francese ma significa attraverso l'apparenza.
Jacqueline Guillermain giustifica la scelta del titolo illustrando il tema della sua ultima produzione:
«le opere che ho realizzato ultimamente sono proprio come i petali delle rose dove con il minimo di
materia si raggiunge il massimo effetto estetico. Cerco di raggiungere la purezza della forma
attraverso la cancellazione, il mio obiettivo è quello di riuscire a creare con quasi niente».
L’artista, che si è sempre interessata all'oggetto libro (aperto o chiuso), riflette sulla banalizzazione
del supporto della scrittura. L'installazione 55 fogli A4 riscatta dalla banalizzazione il formato
standard della pagina utilizzando materiali desueti per rappresentare forme comuni. «In vetro e in
stucco -scrive Giulia Ingarao- i fogli acquistano una nuova identità, tornano ad apparire e disegnano
sulla parete un proprio discorso: “Il formato si esprime attraverso l'ombra del foglio”».
Nelle opere non installative unisce al vetro altri materiali - sabbia, bronzo, piombo, ceramica -
dando vita a percorsi narrativi dove animali o oggetti, incastonati nel vetro, appaiono come fossili
contemporanei o come memorie congelate.
La mostra pensata per Palermo, Trans-Apparence, presenta nei sei saloni del piano nobile di Villa
Alliata Cardillo una serie di installazioni site-specific che giustappongono le trasparenze del vetro, ilbianco dello stucco e i disegni mobili delle ombre sulle pareti. In mostra anche una selezione di opere meno recenti che raccontano l'iter creativo dell'artista.
modellato terracotta, vetro, stucco e si definisce artista del vetro. Le sue opere sono state acquisite
da diverse collezioni pubbliche tra cui: Fond National d’Art Contemporain - Paris; Musée du Verre
de Sars Poteries Nord Pas de Calais; Fond Régional d’Art Contemporain - Languedoc-Roussillon.
Da circa tre anni Guillermain trascorre lunghi periodi a Palermo. La visita all'oratorio di San
Lorenzo le ha provocato - come racconta - un vero shock estetico che ha stimolato le più recenti
creazioni dove sostituisce lo stucco al vetro. Nelle trine di stucco l'arabesco orientale, memoria
della sua infanzia a Tunisi, si incontra con il barocco serpottiano.
Il titolo dell’esposizione palermitana gioca sull'ambiguità della parola composta “Trans-Apparence”
che evoca foneticamente il termine “trasparenza” in francese ma significa attraverso l'apparenza.
Jacqueline Guillermain giustifica la scelta del titolo illustrando il tema della sua ultima produzione:
«le opere che ho realizzato ultimamente sono proprio come i petali delle rose dove con il minimo di
materia si raggiunge il massimo effetto estetico. Cerco di raggiungere la purezza della forma
attraverso la cancellazione, il mio obiettivo è quello di riuscire a creare con quasi niente».
L’artista, che si è sempre interessata all'oggetto libro (aperto o chiuso), riflette sulla banalizzazione
del supporto della scrittura. L'installazione 55 fogli A4 riscatta dalla banalizzazione il formato
standard della pagina utilizzando materiali desueti per rappresentare forme comuni. «In vetro e in
stucco -scrive Giulia Ingarao- i fogli acquistano una nuova identità, tornano ad apparire e disegnano
sulla parete un proprio discorso: “Il formato si esprime attraverso l'ombra del foglio”».
Nelle opere non installative unisce al vetro altri materiali - sabbia, bronzo, piombo, ceramica -
dando vita a percorsi narrativi dove animali o oggetti, incastonati nel vetro, appaiono come fossili
contemporanei o come memorie congelate.
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