La xilografia in rivista

Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia
Dal 8 August 2014 al 7 September 2014
Venezia
Luogo: Biblioteca Nazionale Marciana
Indirizzo: piazzetta San Marco 7
Orari: 10-17
Curatori: Gianfranco Schialvino, Gianni Verna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 041 2407238
E-Mail info: biblioteca@marciana.venezia.sbn.it
Sito ufficiale: http://marciana.venezia.sbn.it
La Biblioteca Nazionale Marciana, in collaborazione con l’Associazione Artistico Culturale “Nuova Xilografia”, dall’8 agosto al 7 settembre 2014 organizza nelle sue Sale Monumentali la mostra “La xilografia in rivista”, ideata e curata da Gianfranco Schialvino e Gianni Verna. Ingresso e biglietteria dal Museo Correr (Ala Napoleonica di Piazza San Marco).
La mostra espone i numeri di “Smens”: una rivista stampata su carta di cotone e con torchio a braccia, con caratteri di piombo e con le illustrazioni incise su tavolette di legno. Questo di per sé non basterebbe a dichiararla speciale, ma se si considera che vi hanno scritto poeti, studiosi, filosofi e scrittori: come Mario Luzi e Norman Mailer, e poi Gianfranco Ravasi, Nico Orengo, Federico Zeri, Elemire Zolla, Roberto Sanesi, Mario Rigoni Stern; che vi sono state pubblicate le xilografie degli incisori più bravi al mondo come Barry Moser e Leonard Baskin, Evgenij Bortnikov e Jean Marcel Bertrand, ed artisti come Nespolo, Salvo, Luzzati; e ancora che ha riproposto Depero, Viani e Casorati, allora si arriva a definirne l’importanza. Anche strategica, perché scomparendo la Xylon International, l’associazione mondiale che riuniva attraverso le Xylon nazionali tutti gli incisori xilografi, Smens si trova ad essere oggi l’unico polo aggregatore per questi artisti che si cimentano ogni volta a commentare con immagini i testi, tutti originali, che generosamente, con incredula curiosità per la spericolata avventura cui sono invitati a partecipare, scrivono gli autori.
Trovarsi oggi, alle soglie del terzo millennio, di fronte ad una rivista come “Smens”, che ripropone la fabbricazione del libro come un prodotto antico, può forse far giudicare questa esperienza fuori tempo, “superbamente inutile”, come fu con arguta analisi battezzato il periodico al suo esordio, nel 1997, ora che il libro tradizionale si affianca nella trasmissione della conoscenza ad altri supporti, in particolare quelli digitali. Alcuni elementi tuttavia ne riconoscono un valore che le porta un’attualità insperata: la rivista “Smens”, quasi come una biblioteca antica che racchiude storie, aspirazioni, bisogni, sudori, curiosità di uomini, testimonia un passato che permette di comprendere il presente, riproponendo mestieri raffinati, oggi perduti, quali quello del tipografo e dell’incisore – a margine sono esposti i grandi fogli silografici di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna – e fa da monito e memoria della conoscenza della fabbrica del libro, che ha segnato la storia dell’uomo e ne è stato uno degli elementi più importanti per la sua evoluzione ed emancipazione.
La mostra espone i numeri di “Smens”: una rivista stampata su carta di cotone e con torchio a braccia, con caratteri di piombo e con le illustrazioni incise su tavolette di legno. Questo di per sé non basterebbe a dichiararla speciale, ma se si considera che vi hanno scritto poeti, studiosi, filosofi e scrittori: come Mario Luzi e Norman Mailer, e poi Gianfranco Ravasi, Nico Orengo, Federico Zeri, Elemire Zolla, Roberto Sanesi, Mario Rigoni Stern; che vi sono state pubblicate le xilografie degli incisori più bravi al mondo come Barry Moser e Leonard Baskin, Evgenij Bortnikov e Jean Marcel Bertrand, ed artisti come Nespolo, Salvo, Luzzati; e ancora che ha riproposto Depero, Viani e Casorati, allora si arriva a definirne l’importanza. Anche strategica, perché scomparendo la Xylon International, l’associazione mondiale che riuniva attraverso le Xylon nazionali tutti gli incisori xilografi, Smens si trova ad essere oggi l’unico polo aggregatore per questi artisti che si cimentano ogni volta a commentare con immagini i testi, tutti originali, che generosamente, con incredula curiosità per la spericolata avventura cui sono invitati a partecipare, scrivono gli autori.
Trovarsi oggi, alle soglie del terzo millennio, di fronte ad una rivista come “Smens”, che ripropone la fabbricazione del libro come un prodotto antico, può forse far giudicare questa esperienza fuori tempo, “superbamente inutile”, come fu con arguta analisi battezzato il periodico al suo esordio, nel 1997, ora che il libro tradizionale si affianca nella trasmissione della conoscenza ad altri supporti, in particolare quelli digitali. Alcuni elementi tuttavia ne riconoscono un valore che le porta un’attualità insperata: la rivista “Smens”, quasi come una biblioteca antica che racchiude storie, aspirazioni, bisogni, sudori, curiosità di uomini, testimonia un passato che permette di comprendere il presente, riproponendo mestieri raffinati, oggi perduti, quali quello del tipografo e dell’incisore – a margine sono esposti i grandi fogli silografici di Gianfranco Schialvino e Gianni Verna – e fa da monito e memoria della conoscenza della fabbrica del libro, che ha segnato la storia dell’uomo e ne è stato uno degli elementi più importanti per la sua evoluzione ed emancipazione.
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