Dal 30 settembre al Centro Culturale Candiani opere dalle collezioni dei Musei Civici di Venezia
Viaggio nell'arte astratta. Kandinsky e le Avanguardie europee in arrivo a Mestre
Paul Klee, Con il serpente, 1924, Disegno a inchiostro di china, acquerello e pastelli, 28.1 x cm 23.1 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, acquisto presso il pittore Emanuel Föhn, 1954
Samantha De Martin
26/07/2022
Venezia - L’affascinante viaggio tra i sentieri dell’arte astratta, dagli albori al contemporaneo, fa tappa a Mestre. La Fondazione Musei Civici di Venezia - MUVE - schiude gli scrigni dei propri musei per raccontare le avanguardie europee attraverso i grandi interpreti del Novecento internazionale.
L’appuntamento al Centro Culturale Candiani di Mestre è dal 30 settembre al 21 febbraio, quando Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie, un progetto originale di MUVE che attinge l’intero contenuto della ricchissima esposizione dalle proprie collezioni, presenterà al pubblico capolavori di Kandinsky in dialogo con opere di Paul Klee, Enrico Prampolini, Jean Arp, Victor Brauner, Joan Mirò, Mark Tobey, Emilio Vedova, Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas, solo per citare alcuni dei nomi presenti.
Gli acquisti alle Biennali da parte del Comune di Venezia, ma anche la fascinazione per la città lagunare di molti artisti e collezionisti hanno fatto sì che Ca’ Pesaro diventasse il luogo dove in Italia sono stabilmente documentati i fermenti artistici del Novecento mondiale.
Wassily Kandinsky, Kleine Welten I (Piccoli mondi), 1922, Litografia a colori, 28 x 35.7 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020
Dopo Klimt, Tiziano, Canova, Rauschenberg, Koons, Warhol e la Pop Art, protagonisti negli anni nello spazio espositivo della terraferma veneziana, una nuova avventura dà appuntamento ai visitatori del Centro Culturale Candiani.
Se da un lato la mostra dedicata a Kandinsky e alle Avanguardie - proposta, con successo anche alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone - indica la scelta dalla Fondazione MUVE di lanciare una nuova fase del Centro Candiani, dall’altro testimonia la nuova rete di collaborazioni attivate dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con l’ambito territoriale allargato.
Enrico Prampolini, Anologie cosmiche, 1931 ca, Olio su tavola, 65 x 80 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, dono della Confederazione nazionale dei sindacati fascisti professionisti e artisti, 1932
“Questa esposizione - sottolinea Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia - è costruita con i capolavori delle collezioni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, uno dei nostri undici straordinari Musei, per raccontare l’affascinante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro contemporaneo. Molte di queste opere sono state acquistate dal Comune di Venezia in diverse edizioni della Biennale, altre sono state donate alla Galleria dagli stessi artisti premiati, a testimonianza di una lunga storia di stima e gratitudine che lega i Musei alla città e alle sue istituzioni culturali, ai collezionisti, ai mecenati e agli artisti. Ca’ Pesaro è custode dell’arte del proprio tempo e qui naturale protagonista di un’importante azione culturale”.
In mostra la prima parte dedicata alla nascita dell’astrazione presenta, attraverso i capolavori di Ca’ Pesaro, le avanguardie tra astrazione e Surrealismo. Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, nel corso degli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Yves Tanguy, Victor Brauner e Antoni Tàpies, e ancora la scultura astratta di Jean Arp, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini, le forme musicali di Luigi Veronesi. La persistenza dell’Astrazione nel secondo dopoguerra dominerà invece la terza parte del percorso. Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico.
Wassily Kandinsky, Tre triangoli, 1938, Disegno a tempera, 47.3 x 37 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, lascito Lidia De Lisi Usigli, 1961
Con Emilio Vedova, Mario Deluigi, Tancredi, Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del Novecento si collocano a metà tra informale, suggestione lirica e gestuale.
La chiusura della mostra è affidata alla scultura, in particolare quella che vira verso il minimalismo, e che completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli.
Gli ultimi passi del visitatore affondano nel pensiero degli anni Settanta, attraversando un’astrazione radicale, quasi ascetica, che si fa strada con le esperienze minimali dell'artista antropologo americano Richard Nonas e della tedesca Julia Mangold.
Emilio Vedova, Europa 1950, 1950, Olio su tela, 126 x 123 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Premio Contessa Volpi di Misurata, Biennale 1950
Leggi anche:
• I capolavori di Kandinsky a Palazzo Reale
L’appuntamento al Centro Culturale Candiani di Mestre è dal 30 settembre al 21 febbraio, quando Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie, un progetto originale di MUVE che attinge l’intero contenuto della ricchissima esposizione dalle proprie collezioni, presenterà al pubblico capolavori di Kandinsky in dialogo con opere di Paul Klee, Enrico Prampolini, Jean Arp, Victor Brauner, Joan Mirò, Mark Tobey, Emilio Vedova, Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas, solo per citare alcuni dei nomi presenti.
Gli acquisti alle Biennali da parte del Comune di Venezia, ma anche la fascinazione per la città lagunare di molti artisti e collezionisti hanno fatto sì che Ca’ Pesaro diventasse il luogo dove in Italia sono stabilmente documentati i fermenti artistici del Novecento mondiale.
Wassily Kandinsky, Kleine Welten I (Piccoli mondi), 1922, Litografia a colori, 28 x 35.7 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020
Dopo Klimt, Tiziano, Canova, Rauschenberg, Koons, Warhol e la Pop Art, protagonisti negli anni nello spazio espositivo della terraferma veneziana, una nuova avventura dà appuntamento ai visitatori del Centro Culturale Candiani.
Se da un lato la mostra dedicata a Kandinsky e alle Avanguardie - proposta, con successo anche alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone - indica la scelta dalla Fondazione MUVE di lanciare una nuova fase del Centro Candiani, dall’altro testimonia la nuova rete di collaborazioni attivate dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con l’ambito territoriale allargato.
Enrico Prampolini, Anologie cosmiche, 1931 ca, Olio su tavola, 65 x 80 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, dono della Confederazione nazionale dei sindacati fascisti professionisti e artisti, 1932
“Questa esposizione - sottolinea Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia - è costruita con i capolavori delle collezioni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, uno dei nostri undici straordinari Musei, per raccontare l’affascinante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro contemporaneo. Molte di queste opere sono state acquistate dal Comune di Venezia in diverse edizioni della Biennale, altre sono state donate alla Galleria dagli stessi artisti premiati, a testimonianza di una lunga storia di stima e gratitudine che lega i Musei alla città e alle sue istituzioni culturali, ai collezionisti, ai mecenati e agli artisti. Ca’ Pesaro è custode dell’arte del proprio tempo e qui naturale protagonista di un’importante azione culturale”.
In mostra la prima parte dedicata alla nascita dell’astrazione presenta, attraverso i capolavori di Ca’ Pesaro, le avanguardie tra astrazione e Surrealismo. Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, nel corso degli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Yves Tanguy, Victor Brauner e Antoni Tàpies, e ancora la scultura astratta di Jean Arp, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini, le forme musicali di Luigi Veronesi. La persistenza dell’Astrazione nel secondo dopoguerra dominerà invece la terza parte del percorso. Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico.
Wassily Kandinsky, Tre triangoli, 1938, Disegno a tempera, 47.3 x 37 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, lascito Lidia De Lisi Usigli, 1961
Con Emilio Vedova, Mario Deluigi, Tancredi, Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del Novecento si collocano a metà tra informale, suggestione lirica e gestuale.
La chiusura della mostra è affidata alla scultura, in particolare quella che vira verso il minimalismo, e che completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli.
Gli ultimi passi del visitatore affondano nel pensiero degli anni Settanta, attraversando un’astrazione radicale, quasi ascetica, che si fa strada con le esperienze minimali dell'artista antropologo americano Richard Nonas e della tedesca Julia Mangold.
Emilio Vedova, Europa 1950, 1950, Olio su tela, 126 x 123 cm, Venezia, Ca' Pesaro- Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Premio Contessa Volpi di Misurata, Biennale 1950
Leggi anche:
• I capolavori di Kandinsky a Palazzo Reale
astrattismo · enrico prampolini · joan mirò · paul klee · avanguardie · mestre · kandinsky · centro culturale candiani · jean arp · muve · punto · linea e superficie
LA MAPPA
NOTIZIE