A Roma dal 29 novembre al 16 settembre 2018
L’epopea di Traiano in una grande mostra
Courtesy Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali |
Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa
Francesca Grego
29/11/2017
Roma - L’8 agosto di 1900 anni fa moriva Marco Ulpio Nerva Traiano, l’imperatore che portò i territori di Roma alla massima espansione, ma anche il monarca giusto e – caso raro nella storia dell’Impero – amato allo stesso modo dal Senato, dall’esercito e dalle più disparate popolazioni soggette al suo governo.
“Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo”, scriveva lo storico coevo Plinio il Giovane, riferendo poi che il sovrano aveva realmente “riportato la gioia tra i Romani”. Questo basta a dare la misura dell’equilibrio di un uomo tanto discreto e “ordinario” da risultare eccezionale, per il quale fu coniato espressamente il titolo di “Optimus Princeps”, il migliore tra gli imperatori.
Da oggi al 16 settembre 2018 Traiano festeggia 19 secoli di specchiata reputazione negli antichi Mercati che a Roma portano ancora il suo nome, con una grande mostra ideata dal soprintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e curata da Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro.
Se il titolo Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa attualizza il valore del regno traianeo – non solo un prestigioso precedente per ’Europa attuale, ma anche un esempio a cui ispirarsi - il percorso espositivo è una full immersion nel mondo dell’Optimus Princeps.
“Traiano - spiega Parisi Presicce - fu il primo imperatore nominato per merito e non per rapporti familiari con il predecessore. Fu un sovrano attento alle esigenze del suo popolo e un grande costruttore materiale e simbolico. Portò l'Impero alla massima estensione, ma il senso delle sue conquiste non è legato al concetto di sottomissione quanto di inclusione”.
“La nostra è una mostra per tutti, un racconto pop nel senso migliore del termine”, sottolinea la curatrice Ungaro: capace di riservare sorprese anche più esperti ma soprattutto in grado di stimolare l’interesse del grande pubblico, affiancando ai numerosi reperti di pregio provenienti da grandi musei romani, italiani e internazionali il coinvolgimento di un ricco apparato multimediale, con proiezioni e installazioni immersive per esperire con i cinque sensi il fascino della storia.
Si parte dalla penombra della tomba dell’Optimus Princeps nel basamento della Colonna Traiana, dove il padrone di casa si presenta e si racconta in un video.
E poi via, in un suggestivo viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta di grandiosi monumenti e mirabili opere pubbliche, di imponenti operazioni militari e delle straordinarie “first lady” dell’Impero, le donne della famiglia reale che rappresentarono il vero “braccio destro” del sovrano nel settore del welfare.
Fino a un’incursione esclusiva nel privato dell’imperatore, con gli stucchi dorati e le decorazioni della Villa di Arcinazzo, da poco restaurate e ricomposte, ma anche attraverso i video dei sotterranei della Privata Traiani Domus sull’Aventino, un gioiello affrescato ancora inaccessibile.
Suoni, profumi e petali introducono i visitatori nelle atmosfere del rito del trionfo, mentre i soldati di una stele commemorativa si animano per mostrare la dura vita delle campagne militari e un’installazione porta fino a noi il mito dei temibili barbari.
Statue, ritratti, decorazioni architettoniche, monete d’oro e d’argento brillano lungo le 7 sezioni del percorso.
Per la prima volta dopo 400 anni, si riuniscono le due lastre dello storico Fregio con Amorini e Grifoni, divise tra Berlino e i Musei Vaticani, mentre dal museo olandese di Nijmegen arriva il prezioso bronzo del sovrano e dai depositi del Foro Traiano spuntano pezzi inediti: una mano colossale e la testa dell’imperatore, insieme al grande ritratto della madre Marcia.
Ma l’emblema di Traiano è certamente la spettacolare Colonna innalzata nel Foro per celebrare la conquista della Dacia. Per ammirarla nei dettagli e seguirne l’epopea come in un film o in un libro illustrato, arrivano i calchi ottocenteschi del Museo della Civiltà Romana.
Poco lontano, sulla Via Biberatica, l’installazione contemporanea Columna Mutatio – La Spirale dell’artista romena Luminita Taranu, esplora l’evoluzione del significato della Colonna nel corso della storia.
Leggi anche:
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Da oggi al 16 settembre 2018 Traiano festeggia 19 secoli di specchiata reputazione negli antichi Mercati che a Roma portano ancora il suo nome, con una grande mostra ideata dal soprintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e curata da Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro.
Se il titolo Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa attualizza il valore del regno traianeo – non solo un prestigioso precedente per ’Europa attuale, ma anche un esempio a cui ispirarsi - il percorso espositivo è una full immersion nel mondo dell’Optimus Princeps.
“Traiano - spiega Parisi Presicce - fu il primo imperatore nominato per merito e non per rapporti familiari con il predecessore. Fu un sovrano attento alle esigenze del suo popolo e un grande costruttore materiale e simbolico. Portò l'Impero alla massima estensione, ma il senso delle sue conquiste non è legato al concetto di sottomissione quanto di inclusione”.
“La nostra è una mostra per tutti, un racconto pop nel senso migliore del termine”, sottolinea la curatrice Ungaro: capace di riservare sorprese anche più esperti ma soprattutto in grado di stimolare l’interesse del grande pubblico, affiancando ai numerosi reperti di pregio provenienti da grandi musei romani, italiani e internazionali il coinvolgimento di un ricco apparato multimediale, con proiezioni e installazioni immersive per esperire con i cinque sensi il fascino della storia.
Si parte dalla penombra della tomba dell’Optimus Princeps nel basamento della Colonna Traiana, dove il padrone di casa si presenta e si racconta in un video.
E poi via, in un suggestivo viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta di grandiosi monumenti e mirabili opere pubbliche, di imponenti operazioni militari e delle straordinarie “first lady” dell’Impero, le donne della famiglia reale che rappresentarono il vero “braccio destro” del sovrano nel settore del welfare.
Fino a un’incursione esclusiva nel privato dell’imperatore, con gli stucchi dorati e le decorazioni della Villa di Arcinazzo, da poco restaurate e ricomposte, ma anche attraverso i video dei sotterranei della Privata Traiani Domus sull’Aventino, un gioiello affrescato ancora inaccessibile.
Suoni, profumi e petali introducono i visitatori nelle atmosfere del rito del trionfo, mentre i soldati di una stele commemorativa si animano per mostrare la dura vita delle campagne militari e un’installazione porta fino a noi il mito dei temibili barbari.
Statue, ritratti, decorazioni architettoniche, monete d’oro e d’argento brillano lungo le 7 sezioni del percorso.
Per la prima volta dopo 400 anni, si riuniscono le due lastre dello storico Fregio con Amorini e Grifoni, divise tra Berlino e i Musei Vaticani, mentre dal museo olandese di Nijmegen arriva il prezioso bronzo del sovrano e dai depositi del Foro Traiano spuntano pezzi inediti: una mano colossale e la testa dell’imperatore, insieme al grande ritratto della madre Marcia.
Ma l’emblema di Traiano è certamente la spettacolare Colonna innalzata nel Foro per celebrare la conquista della Dacia. Per ammirarla nei dettagli e seguirne l’epopea come in un film o in un libro illustrato, arrivano i calchi ottocenteschi del Museo della Civiltà Romana.
Poco lontano, sulla Via Biberatica, l’installazione contemporanea Columna Mutatio – La Spirale dell’artista romena Luminita Taranu, esplora l’evoluzione del significato della Colonna nel corso della storia.
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