Marc Antoine Muret. Homo in libris ac litterulis abditus
Dal 23 Maggio 2013 al 20 Giugno 2013
Roma
Luogo: Biblioteca Nazionale Centrale
Indirizzo: viale Castro Pretorio 105
Orari: da lunedì a venerdì 9- 18; sabato 9-13
Curatori: Marina Venier, Jean-Eudes Girot
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: 39 06 4989344/ 339 3080492
E-Mail info: ufficiostampa@bnc.roma.sbn.it
Sito ufficiale: http://www.bncrm.librari.beniculturali.it
È ormai da vent’anni che la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sta portando avanti, attraverso una capillare catalogazione on-line dei libri antichi, la valorizzazione e la conoscenza dei propri fondi storici, per ricostruirne storia, circolazione e appartenenza a collezioni e biblioteche spesso smembrate e disperse: fra i gioielli del suo fondo antico è senz’altro la Bibliotheca Mureti, preziosa collezione a stampa del ’500 appartenuta all’umanista e filologo francese Marc Antoine Muret (Muret, 1526 – Roma, 1585), che la Nazionale rende oggi visibile per la prima volta al pubblico con «Homo in libris ac litterulis abditus».
I libri di Marc Antoine Muret alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (ingresso gratuito dal 23 maggio al 20 giugno 2013, lun-ven 10-18, sab 10-13). La mostra della collezione Muret, a cura di Marina Venier e Jean-Eudes Girot - così come il bel catalogo che la correda, per i tipi della BNCRM – si inaugura mercoledì 22 maggio alle ore 17, preceduta alle 15 dalla giornata di apertura del convegno internazionale Marc Antoine Muret.
Un umanista francese in Italia (22-25 maggio 2013), realizzato in collaborazione con L’École française de Rome e la Facoltà di lettere dell’Università La Sapienza di Roma (programma completo su www.bncrm.librari.beniculturali.it), in cui un’eccezionale ampiezza di contributi critici illustrerà il periodo italiano del grande intellettuale francese. Precettore tra gli altri di Montaigne e dei poeti della Pléiade Joachim Du Bellay, Jean-Antoine de Baïf e, soprattutto, Pierre de Ronsard, perseguitato in Francia da accuse di sodomia ed eresia perché omosessuale, Marc Antoine Muret si trasferì in Italia fin dal 1554: dapprima a Venezia, dove l’amicizia con lo stampatore-libraio Paolo Manuzio gli permette di pubblicare una serie di testi classici commentati, poi a Roma, dove risiede a partire dal 1558 al servizio del cardinale Ippolito d’Este e dove, dal 1563, insegna Retorica, Latino e Diritto all’Università La Sapienza. Qui rimarrà fino alla sua morte, sopraggiunta il 5 giugno 1585, lasciando all'amico gesuita Francesco Benci i suoi libri e i suoi manoscritti. È sepolto nella Chiesa di Trinità dei Monti.
La mostra «Homo in libris ac litterulis abditus» intende abbracciare la vastità ed eterogeneità della biblioteca del filologo e umanista francese, solo in parte pervenuta alla Biblioteca Nazionale dopo la soppressione nel 1873 delle corporazioni religiose attraverso la Bibliotheca major dei Gesuiti al Collegio Romano, suo nucleo originario: Muret possedeva vari libri di letteratura contemporanea, scritti secondo i criteri estetici degli uomini della sua epoca, in lingua latina e in volgare, francese o italiano; alcuni volumi esposti ricordano il periodo della sua vita accanto ai poeti della Pléiade e testimoniano la persistenza del legame con quell’ambiente anche dopo la sua partenza dalla Francia; le poesie in latino (gli Juvenilia nel 1553) o in francese, che Muret smise quasi del tutto di pubblicare in Italia, ad eccezione di poemi didattici o di ispirazione religiosa. Sorprendente è, infine, la raccolta di poesie in dialetto francese, a testimonianza del fatto che Muret, pur essendosi definitivamente stabilito in Italia, non aveva mai dimenticato la lingua della sua infanzia.
I libri di Marc Antoine Muret alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (ingresso gratuito dal 23 maggio al 20 giugno 2013, lun-ven 10-18, sab 10-13). La mostra della collezione Muret, a cura di Marina Venier e Jean-Eudes Girot - così come il bel catalogo che la correda, per i tipi della BNCRM – si inaugura mercoledì 22 maggio alle ore 17, preceduta alle 15 dalla giornata di apertura del convegno internazionale Marc Antoine Muret.
Un umanista francese in Italia (22-25 maggio 2013), realizzato in collaborazione con L’École française de Rome e la Facoltà di lettere dell’Università La Sapienza di Roma (programma completo su www.bncrm.librari.beniculturali.it), in cui un’eccezionale ampiezza di contributi critici illustrerà il periodo italiano del grande intellettuale francese. Precettore tra gli altri di Montaigne e dei poeti della Pléiade Joachim Du Bellay, Jean-Antoine de Baïf e, soprattutto, Pierre de Ronsard, perseguitato in Francia da accuse di sodomia ed eresia perché omosessuale, Marc Antoine Muret si trasferì in Italia fin dal 1554: dapprima a Venezia, dove l’amicizia con lo stampatore-libraio Paolo Manuzio gli permette di pubblicare una serie di testi classici commentati, poi a Roma, dove risiede a partire dal 1558 al servizio del cardinale Ippolito d’Este e dove, dal 1563, insegna Retorica, Latino e Diritto all’Università La Sapienza. Qui rimarrà fino alla sua morte, sopraggiunta il 5 giugno 1585, lasciando all'amico gesuita Francesco Benci i suoi libri e i suoi manoscritti. È sepolto nella Chiesa di Trinità dei Monti.
La mostra «Homo in libris ac litterulis abditus» intende abbracciare la vastità ed eterogeneità della biblioteca del filologo e umanista francese, solo in parte pervenuta alla Biblioteca Nazionale dopo la soppressione nel 1873 delle corporazioni religiose attraverso la Bibliotheca major dei Gesuiti al Collegio Romano, suo nucleo originario: Muret possedeva vari libri di letteratura contemporanea, scritti secondo i criteri estetici degli uomini della sua epoca, in lingua latina e in volgare, francese o italiano; alcuni volumi esposti ricordano il periodo della sua vita accanto ai poeti della Pléiade e testimoniano la persistenza del legame con quell’ambiente anche dopo la sua partenza dalla Francia; le poesie in latino (gli Juvenilia nel 1553) o in francese, che Muret smise quasi del tutto di pubblicare in Italia, ad eccezione di poemi didattici o di ispirazione religiosa. Sorprendente è, infine, la raccolta di poesie in dialetto francese, a testimonianza del fatto che Muret, pur essendosi definitivamente stabilito in Italia, non aveva mai dimenticato la lingua della sua infanzia.
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