Le ragazze rosse di Madrid
03/12/2009
Spagna, 5 agosto 1939. Erano tredici ragazze, quasi tutte minorenni. Sono state incarcerate nella tristemente celebre prigione madrilena di “Las Ventas” per poi essere fucilate, non prima di aver subito ogni sorta di tortura, contro il muro del cimitero dell’Este di Madrid. Nuda e cruda la realtà dei fatti delle “Tredici Rose” di Madrid, eroine per caso della guerra civile spagnola.
Inutile girarci intorno, la storia parla molto chiaro, quando vuole parlare. Peccato però che di queste ragazze se n’è cominciato a parlare solo negli anni Ottanta, quando l’attenzione quasi casuale di un giornalista sulla vicenda delle tredici donne spagnole, ebbe il pregio di diffondere una verità fino ad allora rimasta sconosciuta. Le donne in questione non erano attiviste militanti antifranchiste dichiarate, erano semplicemente donne operaie, erano sartine, casalinghe, giovani mamme, studentesse, musiciste in erba, sognatrici, piccole donne insomma, che per la loro tenera età vennero poi chiamate popolarmente “le Tredici Rose”.
Il loro crimine era scritto in un colore, loro erano le “rosse”.
Il contorno è ben noto a tutti, è cronaca di una guerra sanguinaria “tra fratelli” che ancora oggi in terra spagnola viene ricordata con grande tormento. Ultimo in ordine cronologico, il ricordo che ha preso vita il 1 dicembre sotto forma di un’appassionata e appassionante Tavola Rotonda tra donne al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, dal titolo eloquente “Donne in guerra – Giornata di riflessione sui ruoli delle donne nella guerra”.
L’incontro, che ha avuto l’onere della rammemorazione e l’onore della speranza di un attivismo al femminile finalmente possibile nel Terzo Millennio, avrà il suo ideale seguito fuori dalle pareti del Museo per esplodere in una rappresentazione di teatro-flamenco che porterà in scena la storia delle Tredici Rose, ispirandosi in particolare, al libro della scrittrice spagnola Angelès Lòpez “Martina la Rosa numero trece”.
In concomitanza con il 70° anniversario della fine della guerra civile spagnola e nell’ambito del progetto pluriennale “Donne! Arte, Storia, Letteratura e Religione” dell'Associazione Culturale El Mirabrás di Roma, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna, l’Istituto di Cultura Cervantes di Roma e la Casa Internazionale delle Donne di Roma, lo spettacolo avrà luogo dal 9 al 14 dicembre presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa.
Maestre della forma d’arte più tipica spagnola – il flamenco – cruda e sanguigna anch’essa come forse nessun altro ballo al mondo, trasformeranno gli ultimi giorni di vita delle tredici ragazze in una macabra cornucopia di gesti e movenze sublimi e subliminari perché di donne sì, ma donne che sanno di dover morire. Protagonista, in particolare, sarà Martina Barroso, la rosa numero tredici, il cui simbolo sono le scarpette ("las zapatillas") da lei stessa ricamate durante i giorni di prigionia, a forma di farfalla affinché chi le indossasse (erano destinate alla nipotina Lolita di due anni) potesse percorrere il sentiero di libertà a lei negato.
Con la regia di Gianni Licata, le donne in scena – tra cui Clara Berna (nella foto), direttrice artistica di El Mirabrás – promettono di commuovere e coinvolgere con musiche e canti dalle risonanze andaluse ma con in mente il cuore palpitante dell’intero popolo di Spagna.
Leggi anche
Essere donne nella Spagna degli Anni Trenta
Informazioni utili
“Donne in Guerra, Las Zapatillas de Martina”
Dal 9 al 14 dicembre 2009 - ore 20:30
Complesso Monumentale di San Michele a Ripa
Antica Casa di Correzione Carlo Fontana, Sala Clementina
Via di San Michele a Ripa 25 – Roma
Info:339 5321019 – 335 6938943
http://roma.cervantes.es/it/
El Mirabrás - Atelier di Flamenco e Teatro di Clara Berna
www.elmirabras.it
Inutile girarci intorno, la storia parla molto chiaro, quando vuole parlare. Peccato però che di queste ragazze se n’è cominciato a parlare solo negli anni Ottanta, quando l’attenzione quasi casuale di un giornalista sulla vicenda delle tredici donne spagnole, ebbe il pregio di diffondere una verità fino ad allora rimasta sconosciuta. Le donne in questione non erano attiviste militanti antifranchiste dichiarate, erano semplicemente donne operaie, erano sartine, casalinghe, giovani mamme, studentesse, musiciste in erba, sognatrici, piccole donne insomma, che per la loro tenera età vennero poi chiamate popolarmente “le Tredici Rose”.
Il loro crimine era scritto in un colore, loro erano le “rosse”.
Il contorno è ben noto a tutti, è cronaca di una guerra sanguinaria “tra fratelli” che ancora oggi in terra spagnola viene ricordata con grande tormento. Ultimo in ordine cronologico, il ricordo che ha preso vita il 1 dicembre sotto forma di un’appassionata e appassionante Tavola Rotonda tra donne al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, dal titolo eloquente “Donne in guerra – Giornata di riflessione sui ruoli delle donne nella guerra”.
L’incontro, che ha avuto l’onere della rammemorazione e l’onore della speranza di un attivismo al femminile finalmente possibile nel Terzo Millennio, avrà il suo ideale seguito fuori dalle pareti del Museo per esplodere in una rappresentazione di teatro-flamenco che porterà in scena la storia delle Tredici Rose, ispirandosi in particolare, al libro della scrittrice spagnola Angelès Lòpez “Martina la Rosa numero trece”.
In concomitanza con il 70° anniversario della fine della guerra civile spagnola e nell’ambito del progetto pluriennale “Donne! Arte, Storia, Letteratura e Religione” dell'Associazione Culturale El Mirabrás di Roma, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna, l’Istituto di Cultura Cervantes di Roma e la Casa Internazionale delle Donne di Roma, lo spettacolo avrà luogo dal 9 al 14 dicembre presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa.
Maestre della forma d’arte più tipica spagnola – il flamenco – cruda e sanguigna anch’essa come forse nessun altro ballo al mondo, trasformeranno gli ultimi giorni di vita delle tredici ragazze in una macabra cornucopia di gesti e movenze sublimi e subliminari perché di donne sì, ma donne che sanno di dover morire. Protagonista, in particolare, sarà Martina Barroso, la rosa numero tredici, il cui simbolo sono le scarpette ("las zapatillas") da lei stessa ricamate durante i giorni di prigionia, a forma di farfalla affinché chi le indossasse (erano destinate alla nipotina Lolita di due anni) potesse percorrere il sentiero di libertà a lei negato.
Con la regia di Gianni Licata, le donne in scena – tra cui Clara Berna (nella foto), direttrice artistica di El Mirabrás – promettono di commuovere e coinvolgere con musiche e canti dalle risonanze andaluse ma con in mente il cuore palpitante dell’intero popolo di Spagna.
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Dal 9 al 14 dicembre 2009 - ore 20:30
Complesso Monumentale di San Michele a Ripa
Antica Casa di Correzione Carlo Fontana, Sala Clementina
Via di San Michele a Ripa 25 – Roma
Info:339 5321019 – 335 6938943
http://roma.cervantes.es/it/
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www.elmirabras.it
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