Dal 14 luglio al 12 novembre
Matisse e la scultura nell'estate del MAN
Matisse travaillant au Nu couché II, Nice, 1927 © Archives Henri Matisse © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Francesca Grego
24/05/2023
Nuoro - Conosciamo bene i suoi dipinti straordinari, ma non tutti sanno che Matisse si dedicò con passione anche alla scultura, esplorando diverse tecniche con curiosità e una spiccata attitudine sperimentale. Dal prossimo 14 luglio fino al 12 novembre avremo modo di scoprirlo al MAN, in un progetto nato dalla collaborazione della Kusthaus di Zurigo con il Museo Matisse di Nizza dal titolo Matisse. Metamorfosi. In arrivo circa 30 sculture del celebre maestro francese, e poi disegni, dipinti, incisioni, fotografie d’epoca, preziose pellicole originali, scelte per raccontare il volto meno noto del padre dei Fauves.
Henri Matisse, Nu assis dans un fateuil au décor fleuri, 1924. Litographie sur papier chine. Musée Matisse, Nice © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Passo dopo passo, il percorso ritagliato su misura del MAN dalla curatrice Chiara Gatti rivelerà i talenti poliedrici di un artista a 360 gradi, che alla pratica della pittura – senza dubbio la sua principale modalità espressiva – affiancò per tutto il corso della carriera ricerche sulla materia, lo spazio e il volume in grado di dialogare con il lavoro di scultori d’avanguardia come Costantin Brancusi, Alberto Giacometti, Fritz Wotruba, Umberto Boccioni. A prima vista, insomma, Matisse sembra avere una doppia vita, tanto più che nei suoi quadri il colore vince su tutto e la rappresentazione è per lo più bidimensionale.
Henri Matisse, Jeanette III, 1910-11, bronzo. Musée d'Orsay, Paris © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Le opere in mostra suggeriscono però un’interpretazione diversa, ovvero che scultura e pittura siano due versanti di un’unica ricerca che tende verso la sintesi più pura. “Ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, è la figura”, scriveva l’artista nel 1908 nelle sue Notes d’un peintre. Quale che sia la tecnica o il supporto utilizzato – sostengono i curatori dell’esposizione - Matisse esplora il corpo come presenza nello spazio e nel tempo, in un processo di riduzione geometrica dell’immagine che aspira a restituirne l’essenza. È questo il senso delle “metamorfosi” che danno il titolo alla mostra, l’evoluzione della figura dalla semplice trascrizione della natura a una sintesi radicale del dato visivo.
L'atelier au Régina, Nice, avec des dessins au pinceau des Acrobats e le Nu de dos IV en plâtre, 1953, photo © Archives Henri Matisse © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Al MAN seguiremo l’artista nelle sue indagini in un continuo confronto tra sculture, disegni, incisioni e dipinti come l’Odalisca del Museo del Novecento di Milano. Il focus della mostra sulla scultura, inoltre, permetterà di osservare lo sviluppo delle opere dell’artista nelle sue diverse fasi: accanto a figure uniche come Le Tiaré, proveniente dal Musée d’Orsay, troveremo infatti serie come il celebre ciclo di Jeanette (I-V), in cui la “metamorfosi” dell'immagine si svela tappa dopo tappa, in un iter che alterna scultura e grafica, rendendo sempre più liquido il confine tra le diverse tecniche impiegate dal maestro.
"Matisse" di Manuelle Mureddu I Courtesy MAN
Henri Matisse, Nu assis dans un fateuil au décor fleuri, 1924. Litographie sur papier chine. Musée Matisse, Nice © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Passo dopo passo, il percorso ritagliato su misura del MAN dalla curatrice Chiara Gatti rivelerà i talenti poliedrici di un artista a 360 gradi, che alla pratica della pittura – senza dubbio la sua principale modalità espressiva – affiancò per tutto il corso della carriera ricerche sulla materia, lo spazio e il volume in grado di dialogare con il lavoro di scultori d’avanguardia come Costantin Brancusi, Alberto Giacometti, Fritz Wotruba, Umberto Boccioni. A prima vista, insomma, Matisse sembra avere una doppia vita, tanto più che nei suoi quadri il colore vince su tutto e la rappresentazione è per lo più bidimensionale.
Henri Matisse, Jeanette III, 1910-11, bronzo. Musée d'Orsay, Paris © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Le opere in mostra suggeriscono però un’interpretazione diversa, ovvero che scultura e pittura siano due versanti di un’unica ricerca che tende verso la sintesi più pura. “Ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, è la figura”, scriveva l’artista nel 1908 nelle sue Notes d’un peintre. Quale che sia la tecnica o il supporto utilizzato – sostengono i curatori dell’esposizione - Matisse esplora il corpo come presenza nello spazio e nel tempo, in un processo di riduzione geometrica dell’immagine che aspira a restituirne l’essenza. È questo il senso delle “metamorfosi” che danno il titolo alla mostra, l’evoluzione della figura dalla semplice trascrizione della natura a una sintesi radicale del dato visivo.
L'atelier au Régina, Nice, avec des dessins au pinceau des Acrobats e le Nu de dos IV en plâtre, 1953, photo © Archives Henri Matisse © Succession H. Matisse by SIAE 2023
Al MAN seguiremo l’artista nelle sue indagini in un continuo confronto tra sculture, disegni, incisioni e dipinti come l’Odalisca del Museo del Novecento di Milano. Il focus della mostra sulla scultura, inoltre, permetterà di osservare lo sviluppo delle opere dell’artista nelle sue diverse fasi: accanto a figure uniche come Le Tiaré, proveniente dal Musée d’Orsay, troveremo infatti serie come il celebre ciclo di Jeanette (I-V), in cui la “metamorfosi” dell'immagine si svela tappa dopo tappa, in un iter che alterna scultura e grafica, rendendo sempre più liquido il confine tra le diverse tecniche impiegate dal maestro.
"Matisse" di Manuelle Mureddu I Courtesy MAN
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