Capolavori raccontati al tempo del Coronavirus
La Venezia viva di Carpaccio: per Giulio Manieri Elia è uno sguardo al futuro
Giulio Manieri Elia, direttore delle Gallerie dell'Accademia di Venezia
Giulio Manieri Elia
06/04/2020
Venezia - “Sono Giulio Manieri Elia, direttore Gallerie dell’Accademia di Venezia. Sono a casa. Volevo presentarvi oggi un dipinto che ho scelto tra i moltissimi capolavori del museo.
Si tratta del Miracolo della vera Croce al Ponte di Rialto di Vittore Carpaccio. Il ciclo viene commissionato dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Si tratta di una confraternita laicale molto potente in città. La Scuola non si comporta come tutte le altre piccole e grandi Scuole di Venezia, che in genere sceglievano di decorare la propria cappella con le storie del Santo protettore della confraternita, ma fa una scelta completamente diversa.
La Scuola possedeva dal Trecento una reliquia che si riteneva appartenesse a un frammento della vera Croce di Cristo e si riteneva che fosse miracolosa. E appunto ai miracoli e alla rappresentazione dei miracoli è dedicato il ciclo.
La città di Venezia diventa il vero e proprio soggetto. Questo è particolarmente vero per il Miracolo della vera Croce al Ponte di Rialto dove alla scena miracolistica è dedicato uno spazio molto limitato. Il vero soggetto è proprio la città, il Ponte di Rialto che vediamo nella sua edizione quattrocentesca di legno che precede quella attuale.
Il motivo per il quale ho scelto questo dipinto è perché rappresenta Venezia e tra l’altro una Venezia molto diversa da quella che stiamo vivendo in questi giorni di Coronavirus, una Venezia affollata, una Venezia molto viva in cui c’è una vita frenetica. E’ una specie di pensiero, quello mio, verso il futuro, verso il recupero di questa vita. Un gesto di fiducia verso il futuro di questa città e del museo che la rappresenta al meglio, le Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Vai alla photo gallery:
L'ineffabile arte di Vittore Carpaccio
L'arte vibrante di vita di Carpaccio nei suoi maggiori capolavori.
Leggi anche:
• Con Carpaccio nella Venezia del Rinascimento: il Miracolo della reliquia della Croce al Ponte di Rialto
Si tratta del Miracolo della vera Croce al Ponte di Rialto di Vittore Carpaccio. Il ciclo viene commissionato dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Si tratta di una confraternita laicale molto potente in città. La Scuola non si comporta come tutte le altre piccole e grandi Scuole di Venezia, che in genere sceglievano di decorare la propria cappella con le storie del Santo protettore della confraternita, ma fa una scelta completamente diversa.
La Scuola possedeva dal Trecento una reliquia che si riteneva appartenesse a un frammento della vera Croce di Cristo e si riteneva che fosse miracolosa. E appunto ai miracoli e alla rappresentazione dei miracoli è dedicato il ciclo.
La città di Venezia diventa il vero e proprio soggetto. Questo è particolarmente vero per il Miracolo della vera Croce al Ponte di Rialto dove alla scena miracolistica è dedicato uno spazio molto limitato. Il vero soggetto è proprio la città, il Ponte di Rialto che vediamo nella sua edizione quattrocentesca di legno che precede quella attuale.
Il motivo per il quale ho scelto questo dipinto è perché rappresenta Venezia e tra l’altro una Venezia molto diversa da quella che stiamo vivendo in questi giorni di Coronavirus, una Venezia affollata, una Venezia molto viva in cui c’è una vita frenetica. E’ una specie di pensiero, quello mio, verso il futuro, verso il recupero di questa vita. Un gesto di fiducia verso il futuro di questa città e del museo che la rappresenta al meglio, le Gallerie dell’Accademia di Venezia.
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