Dal 4 aprile a Venezia

Corpi moderni. La rivoluzione del Rinascimento alle Gallerie dell’Accademia

Michelangelo Buonarroti, Studi per la Sibilla libica, 1510-11. Pietra rossa e tocchi di gessetto bianco su carta, 289 x 214 mm. New York, The Metropolitan Museum of Art, Inv. 24.197.2
 

Francesca Grego

14/02/2025

Venezia - L’uomo al centro di tutte le cose: non è una formula astratta, ma un nuovo modo di guardare alla realtà che, nel Rinascimento, porta alla ribalta dell’arte e della scienza l’esplorazione del corpo umano, facendo dei maestri di quest’epoca degli autentici pionieri. Lo racconterà con preziose opere d’arte la mostra Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento alle Gallerie dell’Accademia dal 4 aprile al 27 luglio 2025. 

Leonardo da Vinci, Giovanni Bellini, Giorgione, Michelangelo, Tiziano, Dürer sono tra i protagonisti di un’avventura senza precedenti. Nell’esposizione veneziana i loro capolavori saranno accostati a strumenti scientifici, modelli anatomici, libri, abiti, miniature e oggetti quotidiani, illustrando come nel Rinascimento il corpo si affermi, per la prima volta nell’età moderna, come soggetto di indagine scientifica, oggetto del desiderio e mezzo di espressione del sé. Oltre la realtà biologica, prende forma una complessa costruzione culturale, plasmata dall’arte, dalla scienza e dalle convenzioni sociali. Oggi come allora, il corpo esprime desideri, paure e domande: sulla natura e sul futuro dell’umanità, sulla sessualità e sulla riproduzione, l’identità, la bellezza, l’invecchiamento, i confini di ciò che è umano. 


Leonardo Da Vinci (1452 – 1519), Studio proporzionale di corpo maschile (‘Uomo vitruviano’), 1498, punta d’argento, penna e inchiostro, inchiostro diluito su carta, 345 x 246 mm, Venezia, Gallerie dell'Accademia, inv. 228r

A cura di Giulio Manieri Elia, Guido Beltramini e Francesca Borgo, il percorso alle Gallerie dell’Accademia si articolerà in tre parti distinte, indagando altrettanti aspetti dell’esperienza del Rinascimento. “Il corpo svelato: conoscere” approfondirà la scoperta del corpo umano come oggetto di studio scientifico e medico, che ebbe a Padova e a Venezia due centri di rilevanza europea. Qui troveremo, esposto per la prima volta dopo sei anni, il celebre Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, da osservare a confronto con un antico rilievo metrologico greco, in una riflessione sui concetti di “misura” e di “ideale” che attraversa il tempo. 

“Il corpo nudo: desiderare” è il titolo del secondo capitolo della mostra, che esplorerà la rappresentazione del corpo umano come oggetto dello sguardo e del desiderio. Splendidi dipinti illustreranno un’invenzione tipica del Rinascimento, la Venere sdraiata e adagiata sul paesaggio, un topos destinato a una fortuna plurisecolare, mentre il pubblico avrà l’esclusiva occasione di osservare l’unica edizione originale esistente dei Sonetti lussuriosi di Pietro Aretino, in arrivo da una collezione privata. Sul versante maschile, invece, il corpo del desiderio si fa lirico, sofferente e sublime, tra immagini di santi, eroi e ritratti all’antica.


Girolamo da Treviso (1498 ca. – 1544 ca.) o Monogrammista HIRT-TV (XVI sc.), Venere dormiente, 1515 ca., olio su tela, 130 x 213 cm. Roma, Galleria Borghese, Inv. 030

Ma il desiderio è legato anche alle idee di discendenza e futuro: in mostra lo scopriremo attraverso cassoni nuziali istoriati, deschi da parto, ritratti di giovani spose. Alcune di loro, nascondendo un seno, invitano a un erotismo regolato, secondo un’iconografia diffusa nella pittura veneta: ne è un esempio l’enigmatico dipinto degli Amanti di Tiziano, proveniente dalla Royal Collection britannica e conservato al Castello di Windsor, dove il gesto dell’uomo che accarezza il seno scoperto della donna è stato solo di recente interpretato come un atto che sancisce il legame nuziale. 

“Il corpo costruito: rappresentarsi” racconterà infine come gli uomini e le donne del Rinascimento abbiano modellato, allestito e adornato il corpo per comunicare agli altri la propria identità. Abiti, accessori, cosmetici, trattati di chirurgia illustrano i modelli culturali dell’epoca, in uno specifico inventario di simboli e oggetti usati per definire il maschile e il femminile. Tra i pezzi più interessanti e preziosi spicca un raro scrigno cinquecentesco progettato per contenere specchi, profumi e prodotti per la cura del corpo, antenato delle moderne make-up box. E il Rinascimento vede anche l’alba delle protesi meccaniche: ingegnosi dispositivi costruiti per sostituire gli arti persi in guerra, rafforzando l’idea del corpo come terreno di sperimentazione e metamorfosi. 


Giorgione, La vecchia, 1500-1510. Olio su tela. Gallerie dell’Accademia, Venezia